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23 Apr
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Misure sociali, subito un confronto con le parti sociali. Cgil Cisl Uil chiedono un incontro urgente su bonus spesa, servizi socioassistenziali ed educativi per le famiglie

Misure sociali, subito un confronto con le parti sociali. Cgil Cisl Uil chiedono un incontro urgente su bonus spesa, servizi socio-assistenziali ed educativi per le famiglie

Aprire subito un confronto sulle misure di sostegno alle famiglie, in particolare sull’erogazione del bonus alimentare introdotto dal Governo e sulle nuove misure socioassistenziali ed educative per le famiglie. Lo chiedono con urgenza i segretari di Cgil Cisl Uil del Trentino che ieri hanno scritto all’assessora Stefania Segnana chiedendo di essere coinvolti.

In particolare le tre confederazioni vogliono conoscere i dati sull’erogazione del bonus alimentare finanziato con risorse nazionali e nel contempo chiedono di sapere quali misure la giunta intende mettere in campo esaurito il bonus statale e come si intende proseguire per il sostegno alle famiglie in difficoltà economica e in povertà.

L’emergenza coronavirus sta mettendo in difficoltà le famiglie anche sul piano della gestione quotidiana, di figli e parenti bisognosi di cure e assistenza. La giunta ha annunciato dei provvedimenti ah hoc sul piano dei servizi socio-educativi e socio-assitenziali ed è pronta una delibera che l’assessora intende presentare in IV Commissione consiliare già venerdì. Cgil Cisl Uil però chiedono di essere coinvolti subito per portare le loro proposte. “Come detto in altre occasioni da questa emergenza si esce con il contributo responsabile di tutti, non con corse in avanti solitarie”, rimarcano Andrea Grosselli, Michele Bezzi e Walter Alotti che invocano chiarimenti anche sui nuovi voucher babysitter annunciati dalla giunta solo a mezzo stampa. “Siamo pronti a dare il nostro apporto costruttivo, l’assessora ci convochi”.

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23 Apr
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Somministrazione e Covid-19

Somministrazione e Covid-19

Gli ultimi saranno gli ultimi. Questa parabola evangelica capovolta cala come una mannaia anche sul ceppo dell’occupazione trentina e sancisce una verità inconfutabile, piove sempre sul bagnato e a rimetterci sono immancabilmente i più deboli.

Precari di ogni tipo (somministrati, lavoratori a intermittenza, collaboratori, parasubordinati, piccole partite iva, ecc.) stanno pagando più degli altri il loro tributo alla pandemia in corso e l’incertezza sul loro futuro rischia di trasformarsi in una completa mancanza di prospettive.

A essere spesso dimenticati, però, non sono solo questi lavoratori, ma anche gli strumenti a loro disposizione per contrastare almeno in parte la crisi, nonché i relativi riferimenti sindacali e assistenziali. Tanto più stride questo paradosso quanto più si allarga la platea degli interessati, basti solo pensare – per entrare nello specifico – ai lavoratori in somministrazione (ovvero assunti da un’agenzia e non dall’azienda che li “utilizza”), inseriti ogni anno a migliaia nella realtà produttiva trentina.

Già prima dell’emergenza Covid-19 si stava assistendo a una rilevante trasformazione in seguito alle novità introdotte dal Decreto Dignità prima, e dal rinnovo del CCNL per la categoria delle Agenzie di Somministrazione di lavoro poi. Se nel 2019 le “stabilizzazioni” (e vedremo che le virgolette sono d’obbligo) erano in aumento, con 448 nuove assunzioni in somministrazione a tempo indeterminato (+369 rispetto al 2018), si assiste invece a un forte calo di assunzioni a tempo determinato (11.412; -4580 rispetto al 2018).

È impossibile al momento fare una “stima dei danni” causati successivamente dall’emergenza Covid-19, ma la pioggia di richieste di TIS (di fatto la Cassa Integrazione per i somministrati) e le attivazioni in crescita delle “procedure in mancanza di occasione di lavoro” previste dall’art. 25 del CCNL (uno specifico percorso di riqualificazione professionale per somministrati a tempo indeterminato al termine del quale, in mancanza di nuove occasioni di lavoro, si può procedere col licenziamento) non fanno sperare per il meglio.

Nidil CGIL, Felsa Cisl e UIL Temp, federazioni sindacali che tutelano i lavoratori somministrati, informano che la cassa integrazione per il mese di marzo, tramite Fondo dell’ente bilaterale, è stata erogata ai lavoratori; per la copertura del mese di aprile, invece, è in atto un confronto a livello nazionale che vede protagoniste NIdiL CGIL, FeLSA CISL e UILTemp. Un intervento provinciale sarebbe auspicabile, anche sul confronto rispetto alla continuità occupazionale e il contrasto al precariato sul territorio.

Esistono, inoltre, degli strumenti di sostegno, tutela e agevolazione dedicati a questi lavoratori: dal sostegno al reddito in caso di prolungata disoccupazione ai contributi una tantum o mensili in caso di difficoltà (invalidità, maternità, adozione, asilo nido…) passando per i piccoli prestiti personali, i contributi una tantum per trasferimenti, la tutela sanitaria e l’integrazione dell’indennità per infortunio. Senza dimenticare le prestazioni specifiche legate all’emergenza Coronavirus: diaria per ricoveri ospedalieri, indennità per isolamento

domiciliare, contributo prestazioni sanitarie riabilitazione respiratoria, allargamento delle tempistiche e riduzione dei requisiti per le richieste.

La stessa succitata procedura prevista dall’art. 25 fornisce di per sé delle garanzie (indennità di 1000 euro al mese nei periodi di non lavoro, concrete occasioni di formazione e ricollocazione).

Sono temi che non molti conoscono, difficili da riassumere in poche righe di comunicato o articolo di giornale, e il tutto va a sovrapporsi alla già complicata rete di prestazioni nazionali e provinciali. Felsa CISL, Nidil CGIL e UILTemp chiedono che, in questa contingenza storica negativa, le istituzioni, anche quelle provinciali, siano attente alla situazione dei lavoratori somministrati e precari, spesso dimenticati nell’ordinaria quotidianità e maggiormente a rischio in questa emergenza sanitaria che comporterà sostanziali modifiche ai comportamenti individuali e collettivi – anche – in tema di Salute e Sicurezza nei luoghi di lavoro.

Trento, 22 aprile 2020

Per NIdiL CGIL Trentino Valeria Podrini nidil@cgil.tn.it

Per FeLSA CISL Trentino Ermanno Ferrari ermanno.ferrari@cisl.it

Per UILTemp Trentino Lorenzo Sighel trento@uiltemp.it

Scarica il pdf: COMUNICATO Unitario – somministrazione e Covid-19 – 22 aprile 2020 def

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22 Apr
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Fase 2. Cgil Cisl Uil: per ripartire in sicurezza servono informazioni chiare e trasparenza

Fase 2. Cgil Cisl Uil: per ripartire in sicurezza servono informazioni chiare e trasparenza

“La ripresa deve essere graduale, con modalità concordate e nei settori dove è più facile gestire il rischio. La giunta si faccia carico della responsabilità di scegliere ascoltando tutte le parti”

Man mano che ci si avvicina alla data del 4 maggio diventa sempre più acceso il dibattito sulla fase 2, su cosa comporterà e chi ripartirà. Sulla questione Cgil Cisl Uil invocano la massima chiarezza e trasparenza da parte della giunta provinciale. “Ci spaventa che il presidente Fugatti si limiti a prendere atto che un riavvio delle attività e un incremento della mobilità porterà un nuovo aumento dei contagi – dicono i tre segretari generali Andrea Grosselli, Michele Bezzi e Walter Alotti -. Non possiamo permettercelo, né possiamo accettare che la politica alzi le braccia. In questo momento serve compiere valutazioni razionali sulla base di tutti i dati epidemiologici e scientifici disponibili. Stiamo facendo la nostra parte nei tavoli di settore e siamo pronti ad andare avanti, ma anche l’informazione verso le parti sociali deve essere trasparente, tempestiva e completa”.

Le tre sigle ribadiscono che la riapertura dovrà essere graduale e progressiva, partendo dai settori dove il rischio contagio è meglio gestibile, come il manifatturiero. Senza dimenticare che in Trentino la percentuale di contagi è ancora elevata, superiore a quella registrata in Alto Adige e alla media nazionale. “Ribadiamo la richiesta, finora disattesa, – incalzano i sindacalisti – che i settori da riaprire, nonché le modalità, i limiti e i tempi in cui farlo siano oggetto di confronto preventivo con tutte le parti sociali. Non vorremmo infatti che si ripetesse quanto accaduto con i cantieri edili aperti dall’oggi al domani senza alcuna comunicazione.

Il sindacato in queste settimane sta partecipando ai tavoli per la definizione delle linee guida settore per settore. “E’ una fase delicata che non ammette accelerazioni dettate dalle pressioni per la riapertura – proseguono i tre segretari -. Ci sono ancora aspetti controversi che devono essere approfonditi anche rispetto ai principi generali per il riavvio delle attività economiche”. Inoltre i sindacati ricordano che Inail sta predisponendo un documento tecnico sul contagio da Sars-CoV-2 che fornirà i gradi di rischio per ogni settore di lavoro in rapporto con l’indice di suscettibilità di ogni singolo lavoratore.

Cgil Cisl Uil ribadiscono poi che la fine del lockdown dovrà rispettare due principi, la definizione di un quadro normativo valido a livello nazionale come richiesto tra l’altro dal presidente Fugatti e dalle altre Regioni al Governo Conte e quindi la condivisione tra lo Stato e le Regioni stesse di spazi di manovra per riaperture diversificate sulla base della gestione del rischio per la salute nei luoghi di lavoro e per la salute pubblica. “Per muoversi in coerenza con questi principi servono informazioni concrete e basate su dati scientifici – incalzano Grosselli, Bezzi e Alotti -. I dati sui decessi e i nuovi malati nella quotidiana trasmissione del presidente Fugatti lascino il posto a dati scientifici come l’indice R0, l’indicatore che misura la trasmissibilità del virus. Dati di cui la Provincia dispone e che non rende noti, ma che sono invece importantissimi per programmare una ripartenza con rischi realmente contenuti  e per monitorare l’andamento dell’epidemia in Trentino”.

E concludono: “Visto che ci avviamo verso una fase post emergenza riteniamo sia arrivato il tempo che la trasmissione televisiva quotidiana del presidente Fugatti lasci il posto a vere e proprie conferenze stampa con la possibilità di confronto con i giornalisti. Lo ha fatto anche la Protezione Civile nazionale, è l’occasione di farlo anche in Trentino”.

 

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