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05 Feb
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«Il sovrintendente sia autonomo e autorevole»

05 febbraio 2019 – Trentino (altro…)

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05 Feb
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Assegno, almeno 22.000 esclusi

05 febbraio 2019 – Corriere del Trentino (altro…)

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04 Feb
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Dieci anni di residenza per l’assegno unico equivale a fare discriminazione

Dieci anni di residenza per l’assegno unico equivale a fare discriminazione

Sindacati contro la stretta sulle misure sociali annunciata dal presidente Fugatti. “Così fanno cassa sui più deboli”

Dichiarazioni dei segretari di Cgil Cisl Uil del Trentino 03022019

 

L’introduzione del vincolo di residenza di 10 anni per l’accesso all’assegno unico provinciale è un atto discriminatorio. Ascoltare il popolo non significa poter ignorare la Costituzione, le norme comunitarie e la Convenzione europea dei diritti dell’uomo sulla base delle quali più volte criteri di residenza superiori ai 5 anni per l’accesso ai benefici del sistema di welfare sono stati bocciati. Che lo faccia il Governo statale non dà alcuna giustificazione alla Giunta Fugatti: così l’esecutivo provinciale testimonia solo l’assenza di indipendenza da Roma, cosa ancor più grave visto che rappresenta la massima istituzione dell’Autonomia trentina.

Come sindacati abbiamo sempre sostenuto l’opportunità che i vincoli di residenza siano ispirati alla ragionevolezza ed evitino palesi discriminazioni. Ma l’emendamento sui 10 anni di residenza presentato dal governo provinciale al disegno di legge che accompagna la variazione di bilancio, non ci pare abbia queste caratteristiche, anche se dovesse salvaguardare le famiglie con maggiori difficoltà sociali. Se poi la Giunta, nella discussione in Consiglio provinciale di martedì e mercoledì prossimi, intendesse davvero estendere il vincolo dei 10 anni di residenza a tutto l’Assegno unico, allora otterrebbe come unico risultato quello di aumentare le discriminazioni a danno dei cittadini stranieri o dei trentini che hanno passato degli anni fuori provincia, facendo un po’ di cassa sulle spalle delle persone più deboli. Bisogna infatti ricordare che l’assegno unico include non solo il sostegno al reddito contro la povertà, ma anche gli assegni provinciali per i figli a carico e le provvidenze locali per i diversamente abili: è allora insostenibile fare differenza tra un bambino o un disabile di una famiglia che abita nella nostra provincia da meno di 10 anni ed un bambino o un disabile di un nucleo che risiede qui da sempre, a maggior ragione se poi i componenti allo stesso modo e senza differenze, rispettano le leggi, contribuiscono alla crescita del Trentino con il loro lavoro e pagano regolarmente le tasse.

Scarica il pdf: 20190203_unitario dieci anni residenza

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04 Feb
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Sciopero vigilanza, manca il contante

03 febbraio 2019 – Corriere del Trentino (altro…)

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04 Feb
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I sindacati: «Basta evocare la paura». Pomini: «Facciamo sentire la nostra voce». Alotti: «Non uccidiamo la speranza di tanti giovani»

03 febbraio 2019 – Trentino (altro…)

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04 Feb
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«Fugatti, che ne sarà del Mediocredito?»

03 febbraio 2019 – Trentino, Corriere del Trentino (altro…)

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04 Feb
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Bus gratis per gli over 70, plauso della Uil I pensionati: incentivo a uscire dalla solitudine

03 febbraio 2019 – Corriere del Trentino (altro…)

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mediocredito
04 Feb
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La Uil interroga Fugatti riguardo al destino di Mediocredito, l’ultima possibile banca trentina.

Comunicato stampa 02 febbraio 2019

La Uil interroga Fugatti riguardo al destino di Mediocredito, l’ultima possibile banca trentina.

 

Si sta avvicinando la scadenza (a fine 2019) per la cessione da parte delle Province Autonome di Trento e Bolzano e della Regione Trentino Alto Adige del pacchetto azionario di maggioranza dell’unico istituto bancario trentino: Mediocredito.
Il più probabile destino di Mediocredito sarà quello di essere acquisito da Cassa Centrale Banca, che già oggi con Centrale Raiffeisen la gestisce. Se non ci saranno altri pretendenti all’acquisizione avremo due risultati negativi. Il primo: sarà minimo il plusvalore che gli enti territoriali locali incasseranno, tanto più se all’asta non si presenteranno, come pare altri concorrenti. Secondo, dato il nuovo assetto finanziario geografico di CCB, meno legata nella nuova veste al territorio di origine (12% del patrimonio) e più vocata ad un bacino nazionale ed europeo, perderemo l’unico ipotetico operatore di credito più vicino alle imprese ed alle famiglie locali. A differenza dell’Alto Adige, che non ha mai fatto venire meno la presenza reale di operatori di credito locale come Sparkasse, Volksbank e la stessa Centrale Raffeisen, slegatasi anch’essa sia da Iccrea, che CCB.

Quindi ora si ripropone la questione di cosa fare di Mediocredito, una volta esperita la gara ed agli obblighi di dismissione delle quote da parte dei soci pubblici, come prescrive la Legge Madia. A nostro avviso la soluzione migliore, che garantirebbe di avere tra qualche anno almeno una banca con “testa” e “fiscalità” di sicuro a Trento, sarebbe quella di trasformarla in una banca ad azionariato popolare (sui c/c dei trentini giacciono poco meno di 10 miliardi di euro inutilizzati e remunerati al tasso dello 0,…%), con un nocciolo duro di azionisti “forti” trentini (ISA, Itas, Fondazione Caritro, La Finanziaria Trentina, ecc…) che ne esprimerebbero la guida manageriale garantendo la fiducia ai cittadini trentini.

Ci auguriamo poi che oltre ai suddetti soliti noti azionisti si facesse avanti, all’asta delle quote pubbliche che vanno a gara, anche qualche imprenditore “coraggioso” trentino, disposto ad investire e rischiare qualcosa, per esempio il nuovo presidente di Confindustria o i proprietari delle poche aziende multinazionali con base trentina, per assolvere ad un ruolo finanziario attivo, piuttosto che restare ad assistere alla sparizione dell’ultima banca del nostro territorio.

Il business del “nuovo” Mediocredito sarebbe infatti quello delle imprese, degli artigiani, delle grandi operazioni strutturali (a regia e/o supporto pubblico), magari anche in pool con le Casse Rurali Trentine (quelle superstiti) come già avviene da anni, in modo da essere complementare a quello cooperativo incentrato sulle famiglie e non lasciare l’attuale prateria creditizia alle banche altoatesine (vedi recenti operazioni tipo Sparkasse – Pastificio Felicetti, dove una azienda trentina tra le migliori ha trovato nelle banche extra trentine i finanziamenti necessari ai propri investimenti in Trentino).

La nuova compagine governativa non ha ancora proferito non diciamo impegni, ma nemmeno parola su questo importante nodo politico da cui potrebbe dipendere in parte anche la futura autonomia economica e finanziaria del Trentino. Sarebbe interessante capire quale sarà la direzione di strada che vorrà intraprendere.

 

 

Walter Alotti

Segretario Generale

Uil del Trentino

Scarica il pdf: asta 2019 mediocredito

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04 Feb
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«Il sovrintendente venga dalla scuola»

02 febbraio 2019 – Trentino

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04 Feb
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Recessione, i timori dei sindacati «Fugatti, sbagli a inseguire Roma»

02 febbraio 2019 – Trentino (altro…)

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