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«Sanità trentina troppo cara» Nel mirino i dispositivi medici. La Uil: «Applicare i costi standard»

30 settembre 2018 – Trentino, Corriere del Trentino

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Sanità trentina e costi standard: ANAC conferma le perplessità UIL sui costi della salute pubblica locale e sui metodi di approvvigionamento

COMUNICATO STAMPA UIL DEL TRENTINO

29/9/2018

Sanità trentina e costi standard: ANAC conferma le perplessità UIL sui costi della salute pubblica locale e sui metodi di approvvigionamento

 

L’ANAC (Autorità Nazionale Anticorruzione) presieduta da Raffaele Cantone, conferma le perplessità che la Uil del Trentino, da anni, esprime riguardo alle modalità di acquisto e fornitura dei prodotti ed attrezzature medicali da parte della ASSL Trentina, con costi che fortemente incidono sulla spesa della sanità pubblica provinciale, notoriamente una delle più care d’Italia, fatta eccezione per i farmaci generici.

L’ultima indagine conoscitiva sul mercato dei dispositivi medici per l’autocontrollo e l’autogestione del diabete, uscito in questi giorni, ne è l’ennesima riprova.

In Trentino la spesa di tali dispositivi per paziente è pari a di €. 303,71 ed è seconda solo a quella della Provincia di Bolzano (€ 317,69), di contro la media nazionale è di € 158,98; la più bassa, invece, è quella dell’Emilia Romagna: soli € 51,10.

E’ uno dei tanti casi in cui i prezzi medi d’acquisto, su cui possono peraltro incidere diversi fattori e specificità locali, dalla modalità capillare di distribuzione alla qualità e quantità dei prodotti, risultano comunque in Trentino spesso molto maggiori in termini assoluti. E dalle evidenze statistiche la motivazione principe sta nell’approvvigionamento dei materiali ed attrezzature che avviene tramite farmacie convenzionate, ricerche sul mercato con trattativa privata e non, come la UIL auspica, con gara pubblica.

Ad ulteriore esempio, nell’indagine di ANAC si porta la spesa pro capite delle “lancette pungidito”: dai 2 euro dell’Emilia Romagna si passa ai 28,86 euro del Trentino. Quattordici volte di più, le “pennette d’oro” diremmo.

La Uil chiede, e lo chiede da tempo e continuerà a chiederlo anche in futuro, l’applicazione del “costo standard” ad una esteso ventaglio di strumenti ed attrezzature, anche nella nostra provincia, anche se conosciamo il fastidio che, in Assessorato a Trento, questa richiesta provoca. E’ proprio necessario che si debba attendere i risultati degli accertamenti e delle indagini che la Magistratura in Trentino, sta effettuando proprio su acquisti e forniture discrezionali, effettuati in modo irregolare, senza spesso seguire regole o gare a carattere pubblicistico?

Ricordiamo bene infatti la riluttanza dell’ex Direttore Generale dell’ASSL – che a differenza di quello attuale almeno ogni tanto si rapportava e confrontava con le forze sociali – a parlare di costi standard, metodo ritenuto quasi un’offesa all’onestà ed alla correttezza degli amministratori sanitari “trentini”.

In realtà un oggettivo, economico sistema di approvvigionamento delle forniture sanitarie, sarebbe certamente utile non solo per abbassarne i costi, ma soprattutto per indirizzare risparmi e risorse verso tutte le altre attività sanitarie del servizio di salute pubblico. Economie che permetterebbero di offrire prestazioni e trattamenti di maggior qualità oltreché condizioni economiche magari migliori per attrarre da noi, ad esempio, nuovi professionisti della medicina: medici specialisti, generici ed infermieri, di cui si lamenta la mancanza ed il poco interesse a lavorare in Trentino.

 

Walter Alotti

Segretario Generale

Uil del Trentino

Scarica il pdf: Sanità trentina e costi standard – i dati ANAC

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Richiedenti asilo. Il focus su l’”Accoglienza profughi in trentino” organizzato dalla Uil del Trentino con gli operatori sociali del CINFORMI (Centro Informativo per l’Immigrazione) chiarisce il quadro e sfata i “falsi miti”.

Comunicato stampa 28 settembre 2018

Richiedenti asilo.

Il focus su l’“Accoglienza profughi in trentino” organizzato dalla Uil del Trentino con gli operatori sociali del CINFORMI (Centro Informativo per l’Immigrazione) chiarisce il quadro e sfata i “falsi miti”.

I residenti stranieri nella Provincia autonoma di Trento a fine 2017 erano quasi 46000, l’8% del totale della popolazione trentina, percentuale vicina a quella registrata a livello nazionale (8,3) e regionale (8,8%). Il tasso di disoccupazione in Trentino è attorno al 5%. Ma Quanti sono i richiedenti protezione internazionale accolti in Trentino? Quali sono i servizi offerti? Quanto e come si spende per l’accoglienza? Chi sono i profughi? Da quali soggetti è composta la rete dell’accoglienza?

A queste e altre domande hanno risposto gli operatori sociali del Cinformi durante l’incontro organizzato oggi dalla Uil trentina – nella sala Centrofor di Via Ragazzi del ’99 a Trento – caratterizzato da un vivo dibattito arricchito anche dalle testimonianze di due giovani protagonisti, il senegalese Yacouba e il maliano Isifou, approdati in Trentino dopo una lunga serie di vicissitudini.

Va evidenziato che il Cinformi del Dipartimento salute e solidarietà sociale della Provincia autonoma di Trento fornisce costantemente adeguati strumenti per la comprensione del fenomeno migratorio e incontri come quello di oggi servono a chiarire gli aspetti della prima accoglienza, dei più approfonditi percorsi di integrazione e dell’inserimento lavorativo degli stranieri rompendo tabù e sfatando “falsi miti”.

Come sindacato di tutti i cittadini, la Uil non può che continuare a promuovere un’integrazione che deve avvenire su due fronti, quello dei residenti stranieri che – checché se ne dica – vivono queste dinamiche in un’oggettiva condizione di difficoltà, e quello dei trentini, eticamente in dovere di comprendere e approfondire prima di cedere ai facili stereotipi fomentati da chi promuove la paura con mere finalità opportunistiche.

FOTO: https://flic.kr/s/aHskFnm7Wt

INFO: http://www.cinformi.it

ALLEGATI

 

Walter Alotti

Segretario Generale

CSR UIL DI TRENTO

Scarica il pdf: richiedenti asilo COM 280918

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