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L’attenzione rispetto alla tematica della prevenzione degli infortuni sul lavoro non dovrebbe mai venire meno
FenealUIL Trentino-Alto Adige Südtirol e Fillea CGIL del Trentino esprimono il loro sgomento davanti all’ennesima tragedia sul lavoro, nella quale ha perso la vita un giovane lavoratore romeno, schiacciato da un tronco all’interno della Segheria nella quale lavorava, per dinamiche ancora da accertare. Purtroppo, ci si trova a discutere di sicurezza sul lavoro solamente in occasione di infortuni gravi, spesso mortali, in particolare nel settore edile ed in quelli affini, di nostra competenza. Comparti che si caratterizzano per tipologie di lavoro che comportano un maggiore sforzo fisico da parte degli addetti, con conseguente aumento del rischio di incidenti. Per questo l’attenzione rispetto alla tematica della prevenzione degli infortuni sul lavoro non dovrebbe mai venire meno, finito il clamore mediatico legato allo stupore di molti rispetto a tragedie che – in verità – non sono mai casuali e nascondo spesso responsabilità precise. Una vera prevenzione degli infortuni comporta infatti la collaborazione sinergica di più attori. Serve certamente l’incremento delle visite ispettive e quindi degli investimenti pubblici per l’assunzione di un numero maggiore di ispettori. Puntare tuttavia unicamente sulla repressione non basta. Serve un coinvolgimento diretto dei datori di lavoro nella formazione alla prevenzione e una formazione continua per i dipendenti, che dovrebbe partire già dall’età scolare, con il coinvolgimento quindi delle istituzioni scolastiche e – per quel che ci riguarda – del governo provinciale. Nel settore edile, ogni minima distrazione o dimenticanza può essere fatale. L’appello quindi di Feneal UIL e Fillea CGIL alla politica locale è di andare oltre ai proclami e attuare i tanti buoni propositi espressi a mezzo stampa, prima possibile. L’appello alle associazioni datoriali, invece, è di costituire quanto prima la figura degli RLST che – unicum in Italia assieme al vicino Alto Adige– manca in Trentino per quanto riguarda il settore edile. Siamo convinti che il 2024 potrà essere un anno di svolta in tal senso e che la presenza di uno o più rappresentanti territoriali per la sicurezza potrà essere determinante nel contribuire al calo degli infortuni nella nostra provincia. Non sfugge infine all’attenzione il fatto che, ancora una volta, a morire sul lavoro sia un operaio di origine straniera. Le istituzioni, anche a livello locale, devono prendere atto che, per alcune tipologie di lavoro, la componente dei lavoratori di origine straniera – comunitaria ed extracomunitaria – è divenuta predominante. E dei problemi – di comunicazione e comprensione – che questo può portare nella formazione alla prevenzione antinfortunistica. I cosiddetti “stranieri”, sono spesso oggetto loro malgrado delle campagne elettorali, e molti di loro vengono avvicinati dalla politica per ottenere qualche voto in più. La tragedia della Val di Non testimonia invece ancora una volta che i lavoratori di origine straniera ormai sono determinanti per garantire il proseguo di alcune attività, meritando attenzione e rispetto da parte delle istituzioni perché” parte fragile” del sistema economico trentino. Auspichiamo quindi che quanto avvenuto contribuisca a spingere tutte le istituzioni e le parti sociali coinvolte a mettere in campo ogni misura possibile per evitare che tragedie simili abbiano a ripetersi in futuro.
Per Feneal UIL del Trentino:
Matteo Salvetti
Per Fillea CGIL
Giampaolo Mastrogiuseppe
Scarica il pdf: Comunicato stampa Feneal UIL e Fillea CGIL morte sul lavoro segheria Amblar ok

UIL FPL EE. LL.: «Siamo in attesa della delibera di giunta e della variazione di bilancio d’assestamento 2023, in approvazione entro la fine del mese di gennaio; un passaggio fondamentale da parte della Giunta Provinciale a fondamento degli impegni sottoscritti con le OO.SS. a luglio 2023 e successiva intesa tecnica di ottobre.»
COMUNICATO STAMPA
“Siamo in attesa della delibera di giunta e della variazione di bilancio d’assestamento 2023, in approvazione entro la fine del mese di gennaio; un passaggio fondamentale da parte della Giunta Provinciale a fondamento degli impegni sottoscritti con le OO.SS. a luglio 2023 e successiva intesa tecnica di ottobre “. Questo il commento di Giuseppe Pallanch e Andrea Bassetti, rispettivamente segretari di Cisl Fp e Uil Fpl EE.LL.
Lavoratrici e lavoratori delle Autonomie Locali, in alcuni enti già in questo mese, ma in larga maggioranza nel mese di febbraio, in base alla maturazione del diritto, avranno finalmente nelle proprie tasche, il riconoscimento delle progressioni economiche con gli arretrati sin dal 2019. Passaggio finale per il rinnovo contrattuale 2019-2021.
La “roadmap”, per dare corso agli accordi sottoscritti fino ad oggi, continuerà con i passaggi in Giunta per l’approvazione dell’intesa tecnica sui tabellari CCPL 2022-2024 e l’incremento a 7€ del valore del buono pasto.
Oltre ai richiami verso la Giunta, per accelerare i passaggi sul rinnovo CCPL 2022-2024, CISL FP e UIL FPL EE.LL. hanno richiesto, lo scorso dicembre, incontri specifici agli Assessori competenti, Zanotelli per le criticità degli Enti Locali e Tonina per quanto attiene le APSP, a rimarco dell’incessante attività ed attenzione ai settori rappresentati.
L’impegno di chi come CISL FP e UIL FPL EE.LL. fino ad oggi ha mantenuto la barra a dritta, vede sul campo i risultati di un percorso, che, seppur nelle tempistiche allungate a causa delle elezioni Provinciali 2023 e delle verifiche da parte della Corte dei Conti, sta proseguendo come previsto e, va ricordato, da sempre in coerenza. Noi non ci fermeremo; ribadiamo che la necessità anche quella di “spacchettare” i 15 milioni sui vari comparti del pubblico impiego, proseguire con la trattativa sul 2024, oltre ad impegno sul 2025 per recupero di risorse atte a far fronte all’inflazione.
CISL FP Giuseppe Pallanch
UIL FPL EE.LL. Andrea Bassetti
Scarica il pdf: Comunicato CISL FP e UIL FPL EE.LL. 15.01.2024

Mercato del lavoro. Assunzioni in calo nei primi 10 mesi dell’anno
La diminuzione più marcata nel manifatturiero. In discesa anche le cessazioni
Sindacati: puntare su politiche industriali e occupazione stabile per i giovani
Le assunzioni in Trentino rallentano. Stando agli ultimi dati elaborati da Agenzia del Lavoro e relativi ad ottobre 2023 nei primi dieci mesi dell’anno le nuove attivazioni sono calate del 2,7%, fermandosi a 140.615. La riduzione più significativa riguarda il manifatturiero con -12,5%, seguita da estrattivo (-9%) e dai servizi (-5,2). In crescita invece costruzioni (+5,3) e agricoltura (+2,2).
Calano, parallelamente anche le cessazioni, -3,7%; dunque il saldo occupazionale si mantiene positivo, e in miglioramento rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.
Il segno negativo colpisce maggiormente l’occupazione femminile (-2.875) e i giovani fino a 29 anni (-2.617).
Guardando alle tipologie contrattuali tutte mostrano un calo, anche quelle a tempo indeterminato, in crescita fino a qualche mese fa.
“Il nostro mercato del lavoro è sostanzialmente fermo – commentano Maurizio Zabbeni, Lorenzo Pomini e Walter Largher per Cgil Cisl Uil -. Preoccupa il segnale che arriva dal manifatturiero, a dimostrazione che è in atto un generale rallentamento dell’economia. Calano le assunzioni, ma nell’industria cresce anche il ricorso alla cassa integrazione che aumenta di oltre il 70% rispetto al 2022, specie nel settore cartario, seguito da tessile/chimico e metalmeccanico. Si tratta per lo più di cassa ordinaria, che riflette una crisi temporanea di mercato. In ogni caso è un segnale da monitorare con attenzione”.
Guardando in prospettiva le tre sigle sindacali insistono sulla necessità di agire in una duplice direzione, mettere in campo politiche industriali che spingano innovazione e competitività, e dall’altra contrastare la precarietà occupazionale. “C’è la necessità di rendere il nostro sistema economico più competitivo e allo stesso tempo di innalzare la qualità dell’occupazione, affrontando con determinazione le questioni salariale e di stabilità”, concludono i sindacalisti.
Trento, 11 gennaio 2024
A questo link il report di Agenzia del Lavoro che trovate commentato nel testo: https://www.agenzialavoro.tn.

Violenza contro le donne. Le parole non bastano più. Si riparta dall’educazione. Sconcerto di Cgil Cisl Uil per l’ennesimo femminicidio: “Porre fine a questa scia di sangue è responsabilità collettiva”
Cgil Cisl Uil esprimono grande dolore e profondo sconcerto per la morte di Ester Palmieri, uccisa oggi dal proprio marito. L’ennesimo femminicidio che dimostra come il dramma della violenza contro le donne non trovi un freno. Di fronte a questa continua scia di sangue non possono più bastare la parole, servono fatti concreti: questa situazione inaccettabile è anche una responsabilità collettiva di cui devono farsi carico tutti e tutte, a partire dalle istituzioni, che in Trentino non possono più limare le virgole sul tema dell’educazione di genere. Quindi è giusto mobilitarsi, manifestare, tenere alta l’attenzione su questo tema, ma purtroppo la cronaca di oggi ci dice che non basta. Per innescare un cambiamento, che si lasci alle spalle la cultura patriarcale e l’idea di amore come possesso così fortemente radicate nella società anche trentina, è indispensabile educare al rispetto delle differenze, cominciare dai primi anni di vita e coinvolgere l’intero percorso formativo. La formazione al rispetto deve diventare anche un modulo obbligatorio nella formazione dentro i luoghi di lavoro. E’ solo educando che si potrà mettere in moto un cambio di rotta, perché è ormai chiaro che condannare e reprimere non è sufficiente.
Oggi il pensiero di Cgil Cisl Uil del Trentino va ai tre bambini che rimasti orfani, vittime anche loro di una violenza cieca e che non conosce nessun tipo di giustificazione. E’ anche pensando a loro e a tutte le figlie e i figli delle vittime di femminicidio che dobbiamo pretendere un’azione concreta.
11 gennaio 2024

Assegno Unico. La Provincia gestisca la misura di contrasto alla povertà in autonomia. Sindacati: la sospensione mette in difficoltà famiglie già fragili. La strada migliore è superare il coordinamento con la misura nazionale
“La sospensione temporanea dell’assegno unico provinciale quota A è dettato dal fatto che la giunta intende coordinare la misura provinciale con l’assegno di inclusione, così che il sostegno trentino sia solo integrazione di quello nazionale. Crediamo, però, che sia la strada meno opportuna. Non solo nell’immediato perché mette in difficoltà cittadini e famiglie che già vivono una situazione di fragilità e per questi anche la sospensione breve potrebbe essere problematica, ma in prospettiva. Sarebbe, infatti, più efficace e funzionale gestire la misura di contrasto alla povertà a livello provinciale, sganciandosi dal piano nazionale. Tornando dunque al vecchio sistema dell’assegno unico provinciale, pre reddito di cittadinanza”. Lo sostengono i segretari di Cgil Cisl Uil, Andrea Grosselli, Michele Bezzi e Walter Alotti, rilanciando la proposta del sindacato confederale. “Il Trentino dovrebbe seguire la strada dell’Alto Adige che ha scelto di gestire in maniera del tutto autonoma la misura di sostegno alla povertà. E’ indubbio che questo comporta un costo maggiore per le casse di Piazza Dante, ma dà margini ampi per calibrare la misura e soprattutto consentirebbe al Trentino di rafforzare le condizionalità, così da incentivare l’uscita dalla condizione di marginalità non solo economica ma anche sociale. Del resto siamo stati i primi a sperimentare a livello nazionale sostegni di questo tipo con il reddito di garanzia. Il Trentino può ritornare ad innovare sulle politiche di welfare”, concludono i tre segretari.
Trento, 11 gennaio 2024