Corriere del Trentino – Giovedì 9 Gennaio 2025

Braccio di ferro sul tavolo salari

 

Il caso Cgil, Cisl e Uil hanno respinto la bozza di accordo: «Dialogo solo con gli imprenditori, vogliamo pari dignità»

I sindacati: «La Provincia ci ascolti». Alotti: paghe adeguate e benessere dei lavoratori

Martedì scorso Piazza Dante aveva sollecitato Cgil, Cisl e Uil a inviare delle osservazioni alla bozza di patto, redatta il 10 dicembre, sulla crescita delle imprese e le politiche salariali. Il tavolo di discussione era poi previsto dopo l’istruttoria delle osservazioni, ma i sindacati ieri hanno detto «No» e hanno chiesto un tavolo tecnico. Le tre sigle accusano Piazza Dante di aver ascoltato solo gli imprenditori prima di redigere la bozza. «Chiediamo pari dignità» ha detto il segretario della Cgil Andrea Grosselli. «Crediamo che ci sia la possibilità di intervenire sul benessere dei lavoratori se non dal punto di vista retributivo almeno in tutte le altre condizioni di lavoro», ha detto il segretario della Uil Walter Alotti.

«Salari: imprenditori ascoltati, noi no»
I sindacati chiedono un tavolo tecnico

Critica all’operato della Provincia. Bezzi: «Attrattività vuol dire pensare anche al welfare dei lavoratori»

Trento – Non basta alzare le retribuzioni per rendere il lavoro attrattivo. Questo ha scritto ieri su queste pagine il direttore scientifico della Fondazione Nordest. E se da un lato i sindacati trentini sono d’accordo, dall’altro non mollano il colpo sulle trattative per il tavolo salari con la Provincia e gli imprenditori.

Martedì scorso Piazza Dante aveva sollecitato Cgil, Cisl e Uil a inviare delle osservazioni alla bozza di patto, redatta il 10 dicembre, sulla crescita delle imprese e le politiche salariali. Il tavolo di discussione era poi previsto dopo l’istruttoria delle osservazioni, ma i sindacati ieri hanno detto «No». «Ricordiamo che in occasione della riunione del tavolo del 30 maggio 2024, il presidente Fugatti aveva annunciato una convocazione separata tra associazioni datoriali e organizzazioni sindacali nel giro di poche settimane — hanno risposto le tre sigle all’assessore provinciale allo Sviluppo economico Achille Spinelli —. Sappiamo dagli organi di informazione che più d’una interlocuzione è stata avviata con le rappresentanze dei datori di lavoro durante l’estate e l’autunno dello scorso anno, portando di fatto ad una condivisione di massima di temi e priorità. Nello stesso periodo le nostre organizzazioni invece non sono mai state convocate ad una discussione tecnica e non hanno avuto modo di interloquire con l’assessorato fino alla riunione del 10 dicembre scorso quando per la prima volta ci è stata presentata la bozza di patto». E hanno aggiunto: «Per questo riteniamo urgente avviare il confronto in sede tecnica recuperando il tempo perduto durante il 2024 per giungere ad una condivisione delle proposte e degli interventi a sostegno delle priorità e dei temi avanzati dalle nostre organizzazioni».

In sostanza i sindacati chiedono di essere trattati come gli imprenditori. «Chiediamo pari dignità — ha detto il segretario della Cgil Andrea Grosselli —. Vorremmo evitare la situazione dove noi diamo le proposte e poi si arriva ad un compromesso al minimo comune denominatore, che rischia di essere quasi banale. Il principio è che la politica dovrebbe assumere anche le posizione del sindacato e poi andare alla mediazione».

Le proposte ufficiali non ci sono ancora, ma sicuramente sul tavolo ci sarà la questione della contrattazione di secondo livello (uno dei punti più importanti), lo sconto sull’Irap e sull’Irpef (come fatto in Alto Adige). «Crediamo che ci sia la possibilità di intervenire sul benessere dei lavoratori se non dal punto di vista retributivo almeno in tutte le altre condizioni di lavoro — ha detto il segretario della Uil Walter Alotti —. Ma per noi rimane importante avere anche retribuzioni adeguate».

Adesso bisognerà aspettare la risposta della Provincia alle richieste sindacali, ma questo «braccio di ferro» non fa altro che ritardare l’entrata in vigore di un accordo che i sindacati considerano «urgente» anche per far ritornare attrattivo il territorio.

«L’importante è affrontare il problema — ha detto Michele Bezzi, segretario della Cisl del Trentino —, poi le soluzioni non sono tutte a portata di mano». E poi ha aggiunto: «Quello che è necessario è il coinvolgimento dei lavoratori. Parlare di attrattività vuol dire pensare sia alla retribuzione che al benessere del lavoratore. Bisogna considerare anche il welfare. Magari le imprese che non possono aumentare i salari potrebbero migliorare qualche altro aspetto».

 

Scarica il pdf: CORRIERE ART salari 090125