Il T – 16 dicembre 2022

Caro bollette, le nostre proposte per aiutare gli inquilini

La Uil del Trentino, ai primi di settembre, al proprio XVIII° Congresso provinciale di Mezzocorona, aveva lanciato un primo allarme: giusta l’attenzione al rincaro dell’energia elettrica, ma «occhio alla scadenza di ottobre quando gli amministratori dei condomini, quasi tutti con impianti di riscaldamento centralizzati a gas, procederanno ai conguagli delle spese condominiali 2021/22, che includono le spese di riscaldamento e trasmetteranno gli importi da pagare a rate per le spese della stagione invernale entrante 2022/23». Appello lanciato al vicepresidente Tonina e all’assessore Spinelli, presenti all’assise. Si chiedeva un intervento di supporto alle famiglie e soprattutto il coinvolgimento del sindacato e dei consumatori nel ragionamento che riguarda le cooperative energetiche, che a nostro parere dovrebbero coinvolgere anche i condomini e non solo le mono abitazioni.
E da metà ottobre, come volevasi dimostrare, è scoppiato il bubbone che riguarda i condomini privati, quelli pubblici e quelli dove le due diverse tipologie coesistono.
Il problema ovviamente è maggiormente sentito per gli appartamenti in affitto, in quanto se l’inquilino non paga, l’onere ricade sul proprietario, che pur andando a rivalsa dell’inquilino stesso, deve pagare e procedere allo sfratto per morosità, procedimento lungo e complesso, sia per il privato che per l’ente pubblico.
L’intervento di 180 euro della Provincia c’è stato, e ce ne sarà probabilmente un altro la prossima primavera, ma «a pioggia», anche per chi poteva probabilmente fare da sé, non mirato o selettivo e soprattutto non pensando alle famiglie in affitto, che hanno l’onere del gas del riscaldamento, più che dell’energia
elettrica. Famiglie che si sono ritrovate con un aumento fino al raddoppio delle spese di riscaldamento, sommando gli aumenti dell’inverno/primavera 2021/22 (+ 50% sul 2020, da 0,70 a 1,20 euro al metro cubo) e quelli già subiti poi, anche da Dolomiti Energia ( un ulteriore 50% sul ’21 e ’22, da 1,20 anche fino a 2 euro al metro cubo). La provvidenza prevista come detto è stata quindi poco rilevante ed avrebbero dovuto piuttosto essere prese delle misure specifiche utilizzando i data base già in possesso della Provincia per le famiglie in affitto da privati o interventi di ulteriore rateizzazione per quelle assegnatarie di alloggi pubblici. Il sindacato questo lo ha ribadito anche in sede di «Conferenza dell’abitare», lo scorso novembre.
Per la prima fattispecie (in affitto da privati) si poteva allargare la platea dei beneficiari del «contributo per l’affitto» (attualmente fino a circa 250 euro
al mese) alzando la soglia Icef prevista e/o almeno raddoppiare l’importo minimo del contributo già in essere (da ottobre ’22 a maggio ’23), sperando poi nella normalizzazione della situazione. La stima dell’operazione comportava un costo aggiuntivo per la Provincia di circa 5/6 milioni, complessivamente per le famiglie che ne avrebbero eventualmente beneficiarne. Ampiamente recuperabili, queste risorse, nelle decine di milioni che la giunta dice di aver riservato per aiutare le famiglie, risorse ancora in via di erogazione, che in parte rimarranno in pancia all’amministrazione pubblica.
Per le famiglie assegnatarie di alloggi pubblici in Itea si è detto sui giornali alla presidente Itea, che mai si è degnata di incontrare il sindacato confederale sulle politiche abitative sociali, che avrebbe potuto essere la stessa società provinciale a prevedere una rateizzazione «spinta» dei costi del riscaldamento degli inquilini in difficoltà, facendo garanzia a Dolomiti Energia, altra società provinciale a maggioranza pubblica, per il pagamento dilazionato nel tempo delle bollette dei tanti impianti centralizzati dei propri condomìni.
Un analogo piano di rateizzazione dilatatorio delle spese condominiali rimaste bloccate in Itea per 4/5 anni fu impostato e realizzato nello scorso decennio e lì, si badi bene, per meri problemi di software e gestione contabile dell’Istituto, risolti solo dopo qualche anno.
A margine facciamo inoltre notare che circa il 10% degli alloggi Itea sono sfitti e che comunque uno spreco

Scarica il pdf: IL T Itea ART 161222