12 settembre 2019 – Trentino, Corriere del Trentino

Cartiere del Garda, la casa madre ancora declassata

Proprio mentre l’assessore provinciale allo sviluppo economico Achille Spinelli in Consiglio affermava che per le Cartiere del Garda non ci sarebbe rischio di default (insolvenza verso i creditori), l’agenzia americana Standard & Poor’s ha abbassato ulteriormente il rating di Lecta, casa madre della cartiera rivana, riducendolo a CCC(con outlook – ossia orizzonte di tendenza – negativo), ossia a pochissima distanza dalla D di default. Si tratta del secondo declassamento in meno di un mese (il 14 agosto il rating a lungo termine era stato tagliato da Ba CCC). Allarmati i sindacati: vista anche l’apparente non concordanza tra la versione di Spinelli e quella degli analisti finanziari, i segretari provinciali di Slc-Cgil, Fistel-Cisl e Uilcom-Uil, congiuntamente alla rsu dello stabilimento Lecta di Riva, ieri hanno chiesto all’assessore un incontro urgente per discutere delle notizie preoccupanti sullo stato finanziario dell’azienda.
«Nonostante la risposta data in Consiglio provinciale dall’assessore allo sviluppo economico – aggiunge il segretario della Uilcom-Uil Alan Tancredi – riteniamo che occorrano ulteriori approfondimenti alla luce di quanto riportato da Standard & Poor’s sul proprio sito. È il caso che l’assessore dedichi più tempo e sforzi alla questione Cartiere del Garda».
«Il declassamento – spiegano dall’agenzia di rating statunitense – fa seguito al recente annuncio di Lecta di aver assunto consulenti per assisterla nei negoziati di ristrutturazione del debito con i propri creditori. A nostro avviso, una ristrutturazione potrebbe portare alla cancellazione del debito. La posizione di liquidità del gruppo non è cambiata. Consideriamo ancora Lecta vulnerabile a grandi flussi di cassa in uscita legati alla potenziale chiusura di una linea di carta patinata nello stabilimento di Condat in Francia». E ancora: «Prevediamo che il rapporto tra il debito netto e l’ebitda (margine operativo lordo) sarà di circa 6,7 volte alla fine del 2019. L’outlook negativo indica che ci aspettiamo che Lecta possa annunciare o firmare un accordo di ristrutturazione del debito nei prossimi sei mesi. Ridurremmo i rating se Lecta firmasse un accordo che riterremo problematico o se l’insolvenza di pagamento diverrà inevitabile nei successivi sei mesi. Un innalzamento del rating è improbabile nei prossimi dodici mesi»

 

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