21 marzo 2020 – Corriere del Trentino

Chiusi parchi, giardini e aree verdi Supermercati: domenica non si apre

TRENTO Dopo la chiusura delle piste ciclabili, la Provincia stringe ulteriormente la cinghia. Vietando l’accesso a parchi, giardini, aree verdi e aree gioco (in serata la stessa misura è stata presa a livello nazionale dal ministro alla Salute Roberto Speranza). E «blindando» i sentieri di montagna. «Una decisione sofferta» ha ammesso ieri pomeriggio il presidente Maurizio Fugatti. Che prima di firmare l’ordinanza si è confrontato non solo con la sua giunta (in una riunione in videoconferenza) ma anche con molti sindaci trentini. «Mi rendo conto — ha osservato il governatore — della situazione difficile di chi non ha un giardino, ad esempio. Ma il quadro si sta aggravando attorno a noi e quindi abbiamo deciso di agire». E in vista del fine settimana, la giunta ha deciso di mettere un punto fermo anche sulla vicenda dell’apertura dei supermercati. Nei giorni scorsi molti gruppi avevano già annunciato la chiusura dei punti vendita nei giorni festivi. Ma qualcuno non si era adeguato, tanto che i sindacati avevano invocato l’intervento della Provincia. Che ieri è arrivato. «Abbiamo disposto — ha chiarito Fugatti — la chiusura delle attività di vendita di alimentari per questa domenica e per la prossima». Una decisione — possibile grazie alle competenze autonomistiche — molto più dura di quella assunta ieri sera dal governo con la nuova ordinanza che tiene invece aperti gli ipermercati nel weekend. «Siamo soddisfatti della decisione di Fugatti — hanno dichiarato i segretari di Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs Paola Bassetti, Lamberto Avanzo e Walter Largher — era un atto dovuto nei confronti di lavoratori che stanno mettendo a repentaglio la salute per fornire un servizio essenziale». E il governatore ieri ha rivolto una «raccomandazione» anche al mondo industriale. «I sindacati — ha sottolineato — ci dicono che ad alcune categorie non verrebbero fornite le garanzie necessarie per la tutela della salute nel luogo di lavoro. Sappiamo che ci sono realtà che invece lo fanno. Per questo mi rivolgo al mondo industriale a muoversi in questa direzione. Se non accadrà e dove non accadrà valuteremo un intervento». Intanto si alzano anche in Trentino le richieste di poter disporre dell’esercito per i controlli. Una possibilità che, a livello nazionale, è già realtà. «C’è piena disponibilità all’utilizzo dei militari impegnati nel progetto Strade sicure per la gestione dell’emergenza coronavirus» aveva assicurato il ministro della Difesa Lorenzo Guerini, lasciando l’ultima parola ai prefetti. A Trento, a incalzare il sindaco Alessandro Andreatta con una mozione urgente è l’intero centrodestra comunale. Che invoca cinque azioni per fermare il contagio. In particolare, l’opposizione sollecita a «istituire il coprifuoco nella città di Trento 7 giorni su 7 dopo le ore 18 nelle zone reputate di maggior interesse per almeno 15 giorni» e a «chiedere al prefetto l’utilizzo dell’esercito, al comandante dei carabinieri uno spiegamento di forze in divisa militare, per presidiare la città e far rispettare i divieti normativamente previsti». Si invita inoltre sindaco e giunta a «istituire posti di blocco tramite polizia locale e forestali» e «disporre la sanificazione di strade, piazze e parchi».
Ma per quanto riguarda Trento l’uso dell’esercito, nelle modalità immaginate dalla Difesa, non è così scontato. «Qui non c’è stata adesione al progetto Strade sicure» ricordano dal commissariato del governo. E quindi non c’è stata alcuna assegnazione di militari legata a quell’operazione. Nel frattempo, a essere in attesa di indicazioni sono anche le Truppe alpine, che per intervenire devono comunque aspettare le eventuali decisioni del comitato per l’ordine e la sicurezza. E sempre in materia di stop, da ieri a Rovereto è stato sospeso il mercato biologico periodico.

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