19 novembre 2016 – Trentino, Corriere del Trentino

Consorzio Sait, in 200 a protestare contro i tagli

Presidio davanti alla Cooperazione, ma Fezzi e Dalpalù lasciano poche speranze: «Bisogna dare prospettive a chi resta»

«Io non scampo, ci metto la faccia».

Quando tutto sembrava finito, quando si era consumata la liturgia della protesta con oltre duecento dipendenti del Sait in strada, sotto la sede della Cooperazione, il presidente Renato Dalpalù ha affrontato i lavoratori che lo contestavano. Quando uno di loro gli ha chiesto di metterci la faccia, lui lo ha fatto, provocando non pochi imbarazzi, anche perché in molti se ne erano già andati.

Così i lavoratori hanno potuto dire la loro e sfogarsi anche senza l’intermediazione delle rappresentanze sindacali. Hanno potuto mostrare i loro sentimenti, tra il deluso, l’arrabbiato e il rassegnato.

Però dalla mattinata di ieri non sono emersi passi indietro.

Il presidente del Sait ha confermato che l’azienda ha tutta l’intenzione di andare avanti con i tagli, «dobbiamo dare prospettive ai 520 dipendenti che resteranno», e non ha lasciato grosse speranze sul numero degli esuberi che restano 130. L’unica cosa che il Consorzio ha concesso è tempo.

Il tempo necessario per capire come procedere e quali sono le strade percorribili anche con il cambio della normativa sugli ammortizzatori sociali. Per questo la famosa raccomandata ai sindacati che avvia tutta la procedura non è ancora partita. Ma partirà quando le verifiche saranno finite.

Ieri mattina dalle 9,30 c’erano più di duecento lavoratori del Sait, molti della sede centrale, ma anche rappresentanze dei 27 punti vendita gestiti direttamente dal Consorzio. Ieri, nessuno di questi punti vendita ha chiuso. Il magazzino centrale, invece, ha lavorato a scartamento ridotto a causa dei larghi vuoti tra gli addetti. Molti, però, in via Segantini parlavano di avvertimenti più o meno velati che sarebbero giunti ai lavoratori per convincerli a non scioperare. Avvertimenti che Dalpalù ha negato con decisione.

Dopo circa un’ora di presidio, i tre segretari di categoria, Roland Caramelle, per la Filcams Cgil, Walter Largher per la Uiltucs e Lamberto Avanzo per Fisascat Cisl hanno incontrato il presidente della Federazione della Cooperazione Mauro Fezzi, il presidente del Sait Renato Dalpalù e il delegato ai rapporti sindacali della Cooperazione Michele Odorizzi. Dalpalù ha ribadito che la scelta di tagliare 130 posti di lavoro è inevitabile e che c’è un problema di produttività.

I sindacati puntano a due obiettivi. Il primo è minimizzare il danno anche grazie al ricorso degli ammortizzatori sociali, dei contratti part-time, dei contratti di solidarietà e dei prepensionamenti. Il secondo è quello di sensibilizzare la Cooperazione perché tenga fede all’impegno preso nel protocollo d’intesa del 2011 con i sindacati che prevede l’impegno a riassorbire gli eventuali esuberi in un settore all’interno del resto del movimento.
Anche il segretario della Cgil Franco Ianeselli, che ieri ha partecipato a tutto il presidio insieme gli altri segretari Lorenzo Pomini e Walter Alotti, ha insistito su questo. Ma Fezzi anche qui ha lasciato poche speranze: «Il protocollo parla di un impegno e non di un obbligo. Comunque noi faremo tutto il possibile». Al termine dell’incontro, i sindacati hanno riferito e proprio quando tutto sembrava finito c’è stato il confronto tra i lavoratori e Dalpalù nella sala grande della Cooperazione.

 

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