01 dicembre 2019 – Trentino

E-Pharma, ok all’intesa per la “staffetta” occupazionale

L’accordo. Tancredi (Uil) «Si garantisce ricambio generazionale e conciliazione vita/lavoro»

 

TRENTO. Anche E-Pharma entra nel novero delle aziende trentine quasi un centinaio che utilizzano il meccanismo della “staffetta” per l’incremento dell’occupazione, in particolare quella giovanile. Un accordo in questa direzione è stato sottofirmato nei giorni scorsi dall’azienda e dalla RSU dei lavoratori, assistiti dalla Uiltec regionale.
Una notizia doppiamente significativa. Primo perchè, fino a non molti mesi fa, fuori dall’azienda di Ravina c’erano ancora le bandiere del sindacato, a testimoniare una difficile vertenza in atto sui turni di lavoro, ritenuti “massacranti” dai dipendenti. L’accordo sulla “staffetta” fa intendere che quelle bandiere sono state riposte per davvero? Secondo Renato Bontempo, della RSU di E-Pharma, «l’intesa serve almeno a garantire un ricambio generazionale, che non è poco. E a impedire che alcune risorse interne, in assenza di tutele, possano decidere di trovarsi un altro impiego. Persone qualificate, che l’azienda ha impiegato anni a formare».
Anche il segretario regionale della Uiltec Alan Tancredi non nasconde la soddisfazione: «Non abbiamo risolto ancora tutti i problemi. Diciamo che questo intesa consente di fare un buon passo avanti». Anche perché l’accordo e questo è il secondo motivo di importanza della notizia comprende anche i genitori di minori di tre anni. Fra tutte le “staffette” messe in atto dal 2017 ad oggi in Trentino (98 in tutto), oltre a E-Pharma solo l’accordo siglato esattamente un anno fa con Zobele Group comprendeva appunto l’area assistenziale e di cura della famiglia. In tutti gli altri accordi degli ultimi tre anni la “staffetta” si rivolgeva in prevalenza ai lavoratori in età da pensione.
La novità non è da poco. «La staffetta, così come previsto dall’Intervento 22 dell’Agenzia del lavoro di Trento in tema di interventi di politica del lavoro, prevede espressamente anche altre due casistiche» spiega ancora Tancredi. «La riduzione del lavoro per cure sanitarie importanti oppure, per l’appunto, per accudire i figli».
Sensibilizzare altre società a sottoscrivere accordi di questo tipo non è semplicissimo. Le più restie sono soprattutto le medie e piccole imprese, di cui peraltro è costituito gran parte del tessuto produttivo trentino.
Che cosa prevede, in estrema sintesi, la “staffetta”? I lavoratori che si trovano nella condizione di dover ridurre il proprio orario di lavoro (per importanti motivi di salute, per accudire bambini di tre anni o in attesa di andare in pensione) possono aderire su base volontaria a questo meccanismo. Per far fronte alla perdita retributiva derivante dall’orario ridotto, l’Agenzia del Lavoro eroga un contributo pari all’85% di quella perdita, elevabile al 100% se il lavoratore sceglie di versare contributi volontari all’Inps, e comunque con un limite massimo di diecimila euro all’anno per ogni lavoratore. Il contributo è erogato a fronte di contestuali assunzioni a tempo indeterminato, full time o part time, fino al raggiungimento di un saldo occupazionale positivo.
Le 98 “staffette” in atto sono sostenute economicamente dalla Provincia, tramite Agenzia del Lavoro, nell’ordine di circa 1 milione di euro all’anno. Non molto, se si considerano i grandi benefici: «E’ un investimento sociale per l’ente pubblico, non un costo e basta. Speriamo che lo si continui a comprendere» sospira Tancredi. Il rischio infatti è che la Provincia, pur di risparmiare risorse, intenda metter mano al meccanismo, alzando la soglia di età dei lavoratori beneficiari. Facendo però mancare un importante sostegno sociale, soprattutto per la conciliazione vita/lavoro.

Scarica il pdf: E-Pharma ART 011219