Emergenza coronavirus. CGIL CISL UIL “Il governo trovi le risorse per finanziare il fondo di solidarietà del Trentino”
Appello a Fugatti: “Superare la freddezza con Bolzano e fare fronte comune a Roma”
Dichiarazioni del segretari generali di CGIL CISL UIL del Trentino, Andrea Grosselli, Michele Bezzi e Walter Alotti
“Il governo nazionale deve comprendere che l’emergenza coronavirus sta impattando sull’economia locale più che in altre realtà. Basti pensare che a inizio marzo eravamo nel pieno dello stagione turistica, con decine di migliaia di addetti e migliaia di aziende che hanno dovuto sospendere l’attività. Per questo ci sorprende e amareggia che a queste istanze l’Esecutivo sia stato fino ad oggi insensibile. Auspichiamo quindi che l’emendamento depositato dai senatori trentini venga accolto dal governo in vista della conversione in legge del decreto Cura Italia e che nel decreto legge in fase di predisposizione per aprile non si ripetano gli stessi problemi. Palazzo Chigi deve garantire le risorse necessarie a far funzionare gli ammortizzatori sociali, a partire dal finanziamento del Fondo di Solidarietà del Trentino.
Sollecitiamo, però, anche la Giunta provinciale a non sottovalutare la questione e a percorrere la strada della massima condivisione prima di tutto con le parti sociali, ma anche con tutte le forze politiche della nostra Regione. Non è più il tempo delle logiche del confronto dialettico tra maggioranza e minoranze e va superata subito la freddezza che si registra nei rapporti tra Trento e Bolzano. Di fronte all’emergenza sanitaria ed economica solo restare uniti e condividere le responsabilità rende i nostri territori davvero più forti e ci permette di valorizzare appieno le competenze delle nostre Autonomie.
Crediamo quindi che il presidente Fugatti debba promuovere in prima persona un nuovo modello di collaborazione tra Trentino e Sudtirolo, ma anche tra forze politiche di governo e di opposizione. E’ fondamentale che la Giunta provinciale faccia fronte unico anche con Pd, 5stelle e Patt/Svp almeno sui temi del lavoro per riuscire a rappresentare in maniera più forte, coordinata ed efficace, a Roma e in Parlamento le istanze delle lavoratrici e dei lavoratori in Trentino e in Alto Adige. Se non lo farà a perdere saranno per primi i trentini”.
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