l’Adige – 11 febbraio 2023

«Energia, qui manca una strategia»

«Il tema della politica energetica non si limita alle concessioni. Bisogna guardare al futuro costruendo un mix energetico che affianchi all’idroelettrico altre fonti rinnovabili. E vanno rivisti gli assetti societari valorizzando la proprietà pubblica». È una posizione netta, quella di Cgil, Cisl e Uil del Trentino. Il nodo, di cui l’Adige si è occupato nei giorni scorsi, riguarda certamente le concessioni idroelettriche, grandi e piccole. Da una parte, il tavolo tecnico con il governo per trovare una via d’uscita prima dello “scontro” davanti alla Corte Costizionale sulla proroga al 2029 per le grandi derivazioni; dall’altra, il Consiglio delle autonomie, Gianfranco Pederzolli presidente di Federbim e il consigliere Alessandro Olivi, che chiedono di sospendere la legge provinciale 6/2021 che mette a gara, dal 2024 le piccole derivazioni.
«È davvero inutile provare ad immaginare scorciatoie che inevitabilmente si rivelano dei vicoli ciechi. Per gestire il dossier energia in Trentino serve in primo luogo una delega piena all’Autonomia da esercitare come strumento di politica industriale e di sviluppo del territorio. Perché già ora, ma ancor più nel prossimo futuro, una strategia territoriale compiuta su questo fronte è fondamentale per accrescere la competitività del Trentino. Fino ad oggi, però, la Giunta ha navigato a vista, contraddicendosi continuamente» sostengono i tre segretari di Cgil, Cisl e Uil, Andrea Grosselli, Michele Bezzi e Walter Alotti, che si dicono molto preoccupati di come le istituzioni locali stanno affrontando il nodo delle concessioni delle derivazioni idroelettriche e più in generale il tema dell’energia, tra spinte alla produzione da fonti rinnovabili e la necessità di nuovi investimenti sull’efficienza energetica. «Manca una strategia» denunciano i sindacati «e quindi si dibatte solo di termini e modelli di concessione, cercando di bypassare la legislazione sulla concorrenza per mantenere lo status quo, non certo per cambiarlo e adattarlo alle vere esigenze del territorio, dei cittadini e delle imprese. Così si adottano soluzioni raffazzonate e contraddittorie che vengono messe in discussione poche settimane dopo essere state votate. È il caso della legge per prorogare le grandi concessioni, impugnata dallo Stato o quelle altrettanto recente sulle medie e piccole derivazioni che i Comuni ora chiedono addirittura di abrogare».
Il vero tema, però, è quello del fabbisogno energetico per lo sviluppo del Trentino e quello del governo della risorsa. Per il sindacato, «il sistema è fin troppo parcellizzato e frammentato». Ma, soprattutto, le concessioni sono «solo un tassello di un puzzle ben più ampio. Siamo tutti convinti» dicono Grosselli, Bezzi e Alotti «che l’utilizzo delle risorse idroelettriche debba restare in capo a società locali. Ma in futuro il mix energetico del Trentino non sarà quello attuale, anche per colpa dei cambiamenti climatici. Bisognerà quindi puntare anche su fotovoltaico, geotermia, sul recupero energetico dei rifiuti e nel prossimo futuro sull’idrogeno, ma anche sulla riduzione dei consumi attraverso nuovi investimenti nell’efficientamento energetico e in nuovi sistemi informatici intelligenti».
Ecco il motivo per cui, aggiungono, «servirà innovare anche gli assetti societari di chi l’energia la produce e la distribuisce. E forse il modello Bolzano, con una compagine completamente pubblica, composta da Provincia ed enti locali, potrebbe essere la risposta più efficace per ridurre la frammentazione esistente». Quanto allo sviluppo delle comunità energetiche, in attesa che sia definito il quadro giuridico, esse «potrebbero diventare l’occasione per implementare un nuovo modello di produzione e di consumo. E anche per questo sarebbe utile che il Trentino possa godere di una competenza piena. Solo così sarà realmente possibile garantire una gestione ottimale, disegnata proprio sulle caratteristiche peculiari del nostro territorio, di modelli di condivisione tra produttori e consumatori dal basso». In concreto, Cgil, Cisl e Uil ciedono all’assessore Mario Tonina di aprire un tavolo che coinvolga anche sindacati e associazioni dei consumatori, sulla base di un impegno assunto a settembre e non ancora onorato. Infine, Cgil, Cisl e Uil rilanciano la necessità che Provincia e Comuni sappiano disegnare una politica dell’energia che guardi al futuro. «Quest’inverno il contenimento dei prezzi e la garanzia della continuità delle forniture energetiche sono state salvate da un clima anomalo con temperature medie più miti del solito» osservano «Ma se i cambiamenti climatici oggi sono stati paradossalmente un vantaggio, non è stato così l’estate passata, quando la produzione di energia idroelettrica è crollata per colpa della siccità e non sarà così in primavera se le temperature e le precipitazioni dovessero essere le stesse dello scorso anno. Insomma, avere una strategia deve partire anche da un’analisi puntuale di questi fenomeno e da strumenti di adattamento ai diversi scenari».

 

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