22 ottobre 2016 – Corriere del Trentino

Energia, le condizioni di Rossi. La Uil: alleanza con Bolzano

 

«L’importante è che Dolomiti Energia non diventi Lessinia Energia». Sintetizza così il sindaco Francesco Valduga la posizione del Comune di Rovereto sulla delicata trattativa in corso con Verona.

Sul fronte sindacale, il segretario della Uiltec Alan Tancredi, taglia la testa al toro: «La fusione — dice — va fatta con Bolzano, non con Verona».

«Per dare un giudizio più preciso — premette il sindaco di Rovereto — è bene attendere i dati ufficiali che ci sono stati promessi a breve. L’ultimo incontro con i Comuni di Rovereto e Trento risale al 20 settembre. Come anche voi avete ricordato ieri, Rovereto si è sempre posta l’obiettivo di difendere la trentinità di Dolomiti Energia e su quel punto restiamo fermi. Se questo sarà possibile, bene, ma se Agsm accampasse pretese tali da ledere un patrimonio che appartiene al nostro territorio, allora le nostre perplessità non potrebbero che aumentare. Se la prospettiva è Lessinia Energia, la nostra contrarietà è pleonastica».

«Si tratta di una trattativa complessa — ricorda il sindaco di Trento, Alessandro Andreatta — È evidente che il nostro favore è condizionato al ruolo che si profila, in futuro, per Trento».

Insomma, i vertici di De continueranno la trattativa sapendo che i soci non sono intenzionati a chiudere a ogni costo. Un invito a lasciare perdere l’operazione arriva dalla Uil.

«Come abbiamo già avuto modo di dire — premette il segretario regionale della Uiltec Tancredi — noi non siamo contrari alle aggregazioni, anzi. Ci permettiamo, però, di osservare che quella con Verona non è la migliore. Il punto da cui partire, dovrebbe essere la riduzione della grande frammentazione nella produzione che ancora indebolisce il Trentino.

Dobbiamo dirci — continua il sindacalista — che molte piccole realtà oggi non hanno più ragione di esistere. L’aggregazione interna, ci porterebbe da 3.280 gigawattora di produzione a 4.000. A quel punto, potremmo trattare sostanzialmente alla pari con Alperia, che viaggia intorno ai 4.500 gigawattora di produzione. Insieme, arriveremmo quasi a 9.000, diventando un attore molto importante a livello nazionale e non solo, aprendoci al mercato europeo. Più del 50% degli utili si fanno con la produzione. Le difficoltà con Agsm erano prevedibili: producono quanto una nostra piccola realtà, il loro destino è essere assimilati ed è naturale che non vogliano. L’aggregazione va fatta con realtà paragonabili».

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