22 ottobre 2016 – Corriere del Trentino

Stipendi, aumenti per 1.700 insegnanti

Buone notizie per 1. 692 docenti trentini.

La giunta provinciale, ieri mattina, ha finalmente sbloccato le risorse per le progressioni di carriera di 2014 e 2015. Ha stanziato 7,6 i milioni. I docenti della scuola a carattere statale coinvolti vedranno in busta paga un aumento annuale lordo medio variabile dai 1.800 ai 2.100 euro, quindi fra i 150 e 175 euro mensili lordi. 

Il trattamento economico fondamentale del personale docente della scuola a carattere statale prevede una progressione di carriera con aumenti automatici distribuiti in 6 fasce di anzianità.

Dal 2010 al 2013 con norma dello Stato, recepita dalla Provincia, erano stati bloccati tutti gli automatismi. Successivamente, previo reperimento delle risorse sono stati sbloccati i passaggi di fascia relativi agli anni 2010, 2011 e 2012.

L’anno 2013 è rimasto congelato.

Con la delibera di ieri viene disposta la determinazione delle progressioni economiche e la corresponsione dei relativi benefici per il 2014 e il 2015. Le risorse stanziate, finanziano sia gli aumenti a regime per circa 1692 docenti, che l’erogazione delle competenza arretrate, a seconda delle decorrenze individuali. La spesa include anche gli oneri  a carico dell’amministrazione.

Gli incrementi lordi variano a seconda della tipologia del contratto.

«Una decisione — ha osservato Ugo Rossi — che arriva mentre all’Apran è in corso la trattativa per il rinnovo dei contratti pubblici». Nessuno, però, si faccia illusioni. I soldi sbloccati ieri non saranno «in più». «Quando sono state inviate all’Apran le linee guida, si era già tenuto conto di questo automatismo che riguarda il soli insegnanti».

Restando in tema di istruzione, lunedì si potrebbe profilare qualche ulteriore novità per la provincia di Trento. In occasione della prima edizione del Forum spaziale internazionale che si terrà dopodomani a Trento, cui prenderà parte anche la ministra Stefania Giannini, è già stato previsto un incontro tra l’esponente del governo e il governatore trentino.

Due i temi al centro del confronto.

Il primo riguarda i docenti trentini, in particolare i molti che non sono stati assunti con l’ultimo concorso nonostante molte cattedre restino tutt’ora scoperte.

«Ciò che chiederemo — anticipa Rossi — sarà la definizione di una nuova norma di attuazione da inserire nello Statuto che ci permetta di indire concorsi riservati ai docenti che hanno già lavorato in Trentino e qui si sono formati. Si tratta — ricorda il governatore — di una legittima richiesta dei sindacati, che però non ci è stato possibile assecondare vista l’attuale normativa nazionale.
Una norma di attuazione ad hoc ci permetterebbe invece di farlo».

Il secondo punto all’ordine del giorno dell’incontro tra Rossi e la ministra sarà il «fondo ordinario» riservato agli atenei nazionali. La querelle è in corso da quando l’Università di Trento è stata «provincializzata» , ossia da quando Trento ha accettato di sobbarcarsi gli oneri al posto dello Stato come forma di compartecipazione al risanamento dei conti dello Stato. Da sempre Provincia e ateneo sostengono che anche Trento debba partecipare alla ripartizione di quel fondo. «Si tratta — osserva il governatore — di un’interpretazione errata del ministero dell’Economia che è il caso di risolvere una volta per tutte».

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