12 luglio 2019 – Trentino

Esami di riparazione, la scuola si divide

Ipotesi di addio ai “debiti”. Il presidente dell’associazione dirigenti Pendenza auspica che non si torni al sistema nazionale, mentre Di Fiore ( Uil) saluta con favore l’idea dell’assessore Bisesti

Il mondo della scuola si divide sull’intenzione annunciata dall’assessore all’Istruzione Mirko Bisesti di eliminare il sistema dei debiti per tornare agli esami di riparazione a settembre. L’associazione dei dirigenti scolastici, per bocca del suo presidente Paolo Pendenza si dice scettica, mentre Pietro Di Fiore segretario della Uil Scuola saluta con favore il ritorno alla bocciatura a giugno con gli esami di riparazione a settembre.
Il rappresentante dei presidi spiega che non è certo facendo un passo indietro nel passato che si costruisce una scuola che vada incontro alle esigenze del futuro: «Bisogna fare attenzione a tornare al modello nazionale. Parlando con i colleghi delle altre regioni, emerge che ci sono sempre i soliti problemi. In genere se uno studente ha una sola insufficienza non è che viene rimandato. Tante volte, il 5 diventa 6. Il nostro sistema è più trasparente. Se uno studente non ha raggiunto la sufficienza, si vede e l’insufficienza resta. La questione, casomai, è come convincere lo studente a studiare la materia e a recuperare l’insufficienza. Il sistema lascia al singolo istituto decidere cosa fare se non si recupera. L’importante è non lasciare che l’insufficienza cada nel vuoto. Quindi casomai si deve lavorare su questo aspetto, ma tornare al sistema nazionale non credo che risolva la questione. In molti casi, infatti, questo sistema porta solo a un recupero fittizio e non reale. Per questo credo che si debba studiare un modo per fare in modo che lo studente con un’insufficienza sia spinto a studiare e a recuperare questo voto, mentre tornare al sistema nazionale potrebbe essere un passo indietro considerando l’obiettivo che tutto il mondo scolastico ha che è quello di arrivare a una maggiore preparazione degli studenti».
Il segretario della Uil Scuola Pietro Di Fiore invece la vede diversamente: « I debiti ed i crediti formativi hanno continuato a vivere in Trentino dopo labrogazione a livello nazionale da parte del ministro Fioroni, andando a generare, anno dopo anno una sorta di trappola pedagogica per gli allievi che hanno incontrato importanti difficoltà. Nelle scuole trentine le insufficienze non comportano mai percorsi di recupero impegnativi, volti a colmare le lacune evidenziate: non vi sono gli strumenti per poter pretendere che, con impegno e dedizione, i ragazzi riparino le lacune accumulate. Trappola pedagogica, quindi, perché permette alla scuola di apparire accudente, comunque indulgente. In realtà è un sistema che volge lo sguardo altrove, spostando il problema più avanti. Ché presto o tardi i ragazzi saranno chiamati a dimostrare conoscenze e competenze raggiunte: se non sarà l’Università a chiederle, sarà il mondo del lavoro. Ed allora le lacune non colmate presenteranno il conto. E la trappola pedagogica le sue fattezze. La Uil scuola, inascoltata, portò medesimi rilievi al Presidente – Assessore Lorenzo Dellai. È necessario arrivare alla fine di un anno scolastico avendo consolidato le competenze rispetto alle diverse discipline. Il percorso scolastico è un po’ come un personale Giro d’Italia della formazione: vi sono delle tappe ed ogni allievo deve poter giungere al traguardo, prima di iniziare una nuova tratta. Ed invece no. In Trentino le carenze formative certificate, al pari di un debito in perenne ristrutturazione, vengono trascinate nel corso degli anni ed infine celate da una media matematica, prima dell’esame di Stato. Il sistema sembra consolidare i debiti, piuttosto che le competenze le conoscenze. La scuola generalista, trappola pedagogica, fa il paio con la scuola novecentesca della selezione. Due facce di una medesima medaglia: quella della iniquità. Noi siamo perché vengano ripristinati, nel corso dell’anno scolastico, percorsi di recupero – finestre / sportelli formativi: affianchiamo e sosteniamo didatticamente i nostri allievi. Al termine delle lezioni, qualora permangano conoscenze e competenze da consolidare, si offra infine un’ulteriore possibilità “riparatrice”. Una cosa è certa: ai nastri di partenza di un nuovo anno scolastico dovremmo vedere solo ragazzi che hanno recuperato ogni ritardo, consolidando le proprie competenze e conoscenze».

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