L’Adige – Martedì 21 Gennaio 2025
I pensionati bocciano il fondo welfare
Cgil, Cisl e Uil: «Tema delicato, non va semplificato e i costi non devono ricadere su tutti»
SINDACATI
I sindacati dei pensionati intervengono nel dibattito sulla non autosufficienza e dicono no all’idea – come spiegato dall’assessore regionale **Carlo Daldoss** – di un fondo pagato da tutti i cittadini. «Si lavori, invece, ad un contributo progressivo che tenga conto delle condizioni economiche: la priorità è che le province autonome investano di più», dicono **Claudia Loro** (Spi Cgil del Trentino), **Patrizia Amico** (Fnp Cisl del Trentino) e **Claudio Luchini** (Uil Pensionati del Trentino).
Un tema aperto da anni
«La discussione sulla costruzione di un fondo per la non autosufficienza – proseguono – è un tema aperto ormai da diversi anni in Trentino Alto Adige ed oggi è diventato più di attualità non solo per le pressioni demografiche ma anche per le iniziative legislative nazionali sulla cui attuazione a livello locale registriamo un colpevole ritardo.
Purtroppo, in questo tempo, la politica non ha voluto affrontare con coraggio una questione sotto gli occhi di tutti, ossia l’invecchiamento della popolazione e l’aumento della domanda di cura riferita alla popolazione anziana, in particolare a causa della crescita dei casi di non autosufficienza».
Le richieste dei sindacati
Inquadrata la situazione, i tre sindacalisti entrano nel merito: «La politica regionale non semplifichi il tema e non scarichi tutti i costi sulle cittadine e sui cittadini, dopo anni di mancate riforme e di interventi spot. La soluzione non può e non deve essere semplicemente quella di una sorta di assicurazione obbligatoria uguale per tutti finanziata dai cittadini, e quindi anche da pensionate e pensionati.
Ricordiamo infatti che le categorie rappresentate dai sindacati – lavoratori dipendenti e pensionati – pagano già le tasse fino all’ultimo centesimo e garantiscono oltre l’80% del gettito Irpef in regione. Su di loro poi gravano in maniera più impattante anche le imposte sui consumi – Iva in primis – visto che le spese per beni di prima necessità incidono molto di più sui bilanci delle famiglie meno benestanti».
Investire su prevenzione e assistenza
«È necessario quindi un ripensamento generale sia sulle rette delle case di riposo sia sugli aiuti alla domiciliarità. Inoltre anche le Province autonome dovranno investire di più sul fronte della prevenzione e dell’assistenza puntando, da una parte, su strumenti di promozione di sani stili di vita e di presa in carico precoce delle patologie in particolare quelle croniche e, dall’altra, sulla qualificazione e sul potenziamento dei servizi socio-sanitari a favore degli anziani e dei non autosufficienti».
L’appello finale
Infine l’appello: «Per affrontare un tema così importante per i prossimi trent’anni va quindi aperta una fase di coinvolgimento di tutti gli attori coinvolti».
Scarica il pdf: ADIGE ART pensionati 210125
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