21 aprile 2020 – Trentino

I sindacati: «Non ci sono cittadini di serie A e di serie B»

La critica. «Su quanto è accaduto servirà l’indagine di una commissione»

TRENTO. “Suscitano più di un dubbio i contenuti della lettera con cui l’Azienda sanitaria comunicò alle rsa trentine di non trasferire in ospedale i malati affetti da Covid 19 delle Rsa. Pur comprendendo l’enorme pressione a cui erano sottoposte le terapie intensive e i presidi ospedalieri un mese fa, crediamo che non possa essere accettabile una scelta preventiva su chi ammettere alle cure ospedaliere e chi no. La decisione spetta solo alla valutazione del medico. Non si possono dividere i cittadini in seria A e serie B. Così viene meno il principio di uguaglianza”.
Lo dicono i tre segretari generali di Cgil Cisl Uil del Trentino commentando la direttiva dell’Azienda sanitaria indirizzata a tutte le case di riposo, a Spes e ad Upipa. “Se come dichiara il direttore per l’integrazione socio-sanitaria della Apss, Enrico Nava, nella prassi i degenti delle rsa trentine sono stati ricoverati in ospedale quando serviva, questo va documentato proseguono Andrea Grosselli, Michele Bezzi e Walter Alotti -. Per il resto le Rsa non sono ospedali e non erano attrezzate per farsi carico di questa tipologia di malati. Per essere considerati presidi sanitari a bassa intensità allora andavano messi nelle condizioni di esserlo in termini di organizzazione e risorse umane. Crediamo che sul tema gestione dell’emergenza coronavirus ed in particolare sul contagio in alcune rsa vada promossa, a fine emergenza, una commissione consiliare che valuti se siano state realmente messe in atto tutte le misure di prevenzione e contenimento del rischio di diffusione del virus”.
L’emergenza sanitaria ha messo alla luce le criticità del sistema sanitario e socio-assistenziale.
“È tempo di cominciare a ripensare all’organizzazione della sanità trentina sui territori, senza pregiudizi e mettendo da parte la logica del consenso” – proseguono i tre segretari che infine chiedono che si sfrutti questo tempo per potenziare l’integrazione tra sanitario e socio-assistenziale soprattutto per i soggetti più fragili come gli anziani. “Questa drammatica esperienza ci dimostra l’importanza di investire sulla prevenzione e sulla presa in carico delle cronicità. Si acceleri dunque sull’attivazione dello Spazio Argento”.

 

Scarica il pdf: rsa ART 210420