07 aprile 2020 – Trentino, Corriere del Trentino

I sindacati: «Rurali, anticipate la cassa integrazione»

Lettera al presidente Fracalossi. Il caso Gpi: «Molte altre aziende si fidano dell’Inps»
TRENTO. I sindacati confederati chiedono a Cassa Centrale Banca di anticipare gli ammortizzatori sociali «per limitare situazioni di difficoltà di carattere finanziario per le lavoratrici ed i lavoratori coinvolti e le loro famiglie, derivate dalla possibile mancata anticipazione da parte del datore di lavoro dei trattamenti di integrazione salariali dovuti in attesa del pagamento diretto da parte dell’Inps», scrivono i segretari di Cgil, Cisl e Uil Andrea Grosselli, Michele Bezzi e Walter Alotti al presidente del gruppo bancario Giorgio Fracalossi. La richiesta poggia le proprie basi su una convenzione sottoscritta a fine marzo a Roma tra Abi e le parti sociali, che prevede l’anticipo dell’assegno a condizioni di massimo favore sulla base di una analoga intesa dell’aprile 2009. I sindacati ritengono l’intervento di Cassa centrale Banca «sia per certi versi indispensabile affinché le lavoratrici e ai lavoratori in Trentino possano concretamente accedere ai benefici della convenzione» e sottolineano a questo proposito l’aspetto di profondo radicamento nelle realtà sociali ed economiche locali che l’istituto ha per propria tradizione. Che il problema posto dai sindacati sia impellente lo dimostra il fresco precedente del gruppo Gpi , che ha deciso di non anticipare l’integrazione salariale per i suoi oltre 3 mila dipendenti «messi in cassa integrazione con riduzioni d’orario dal 20 al 50%, e scaricare sui propri lavoratori il peso dei ritardi e delle difficoltà dell’Inps» evidenziano i segretari generali di Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs, che però mostrano a esempio anche alcune aziende in Trentino e nel resto d’Italia che invece nel ricorrere alla cassa integrazione si sono resi disponibili ad anticipare la quota. La differenza, sottolineano i sindacati, «è tra chi invoca la responsabilità sociale a parole o dalle pagine dei giornali e chi invece si comporta in modo responsabile nei confronti di dipendenti e comunità». Tra le realtà trentine che hanno anticipato la cassa ci sono tra le altre Risto 3, Pulinet, la Vales e la coop Le Coste, coop Aurora e Ascoop che pur costrette a mettere in cassa migliaia di addetti della ristorazione o delle pulizie sono rimasti a fianco dei loro dipendenti. «A questi -proseguono i sindacalisti Bassetti, Avanzo e Largher -si aggiungono altri grandi gruppi nazionali con migliaia di dipendenti come Dussman, Cirfood, Markas, Rekeep – ma anche piccole realtà che non hanno la strutturazione e solidità patrimoniale di Gpi e che pure non si sono tirate indietro». I sindacati non nascondono la preoccupazione per le parole di Fausto Manzana, anche per il suo ruolo alla guida degli industriali trentini: «Affermare che Gpi non intende fare nessun passo indietro, che nei fatti non si fida dell’Inps e che il quadro normativo non dà certezze non fa altro che alimentare i timori in un momento in cui tutti siamo chiamati ad fare la nostra parte, senza tirarci indietro. Non può funzionare il si salvi chi può» concludono i sindacati.

 

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