Il T – 23 giugno 2023

Il Trentino cresce del 4,1% Tirano mattone e turismo. Ispat: l’inflazione erode i risparmi. I sindacati: sostegno ai redditi

Nel 2022 il prodotto interno lordo trentino si attesta sui 23,5 miliardi di euro a valori correnti, compresa cioè l’inflazione, e a 21,4 miliardi a valori costanti. Ed è questa la cifra che conta: in termini reali il Pil della provincia è cresciuto del 4,1%, dimezzato rispetto al 2021, che però era l’anno del recupero dopo la caduta 2020 provocata dalla pandemia, ma ai valori massimi degli ultimi decenni, come già rilevato dalla Banca d’Italia (Il T del 14 giugno). Il risultato, spiega l’Ispat che ieri ha reso nota la stima anticipata del Pil, è stato ottenuto nonostante un contesto macroeconomico non favorevole, soprattutto per gli anomali livelli di inflazione. Come a livello nazionale, dice l’Istituto provinciale di statistica, anche l’economia trentina nel corso del 2022 è stata sostenuta in larga misura dai consumi delle famiglie, +5,5%, e dagli investimenti, +7,8%. La vivacità dei consumi delle famiglie è stata favorita dal risparmio accumulato durante la pandemia: il tasso di risparmio è andato infatti via via affievolendosi e la crescita tendenziale dei depositi delle famiglie è tornata alle consuete intensità. Tuttavia, tra i consumi sono quelli dei non residenti, cioè dei turisti, a registrare una crescita record del 28,4%. Il dato è confermato dalla ripresa dei flussi turistici, con un +49,9% degli arrivi e un +48,7% delle presenze. I consumi delle famiglie trentine, invece, aumentano solo dell’1,3% al netto dell’inflazione.
Molto positivo l’apporto degli investimenti che crescono in modo generalizzato ma spiccano per intensità nel settore delle costruzioni dove il numero delle ore lavorate cresce quasi del 9% rispetto ai già elevati livelli registrati nel corso del 2021. Il settore è stato trainato soprattutto dal superbonus 110% e in generale dai bonus edilizi.
«Il vento è tornato a soffiare nelle vele dell’economia trentina» commentano i segretari provinciali di Cgil, Cisl e Uil Andrea Grosselli, Michele Bezzi e Walter Alotti. «In questo quadro economico positivo non ci sono più alibi per non sostenere adeguatamente i redditi delle lavoratrici e dei lavoratori. Con l’aumento del Pil, è cresciuto anche il gettito nelle casse di Piazza Dante. Queste risorse devono essere finalizzate a sostenere famiglie investimenti produttivi, cioè moltiplicatori di ricchezza» sostengono i sindacati con riferimento in particolare alla prossima manovra di assestamento del bilancio provinciale. E sollecitano un ruolo attivo della giunta Fugatti anche sul fronte dei rinnovi contrattuali, «perché è ora che l’aumento della redditività si traduca anche in un aumento reale di retribuzioni sia nel pubblico sia nel privato per ridare potete d’acquisto alle famiglie».

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