Il T – 23 giugno 2023

Tagli ai migranti, c’è chi dice no. I sindacati: «La giunta rinuncia all’autonomia».

Una politica sui migranti miope che crea problemi invece che risolverli e una proposta sui lavoratori che sembra una provocazione. La ricetta della giunta provinciale, fatta di tagli all’accoglienza e di aumenti, già da tempo dovuti, al personale garantiti con quelle risorse, giustificata nell’edizione di ieri del «T» dal dirigente provinciale Giancarlo Ruscitti, viene sonoramente bocciata dal consigliere provinciale di Futura Paolo Zanella e dai sindacati, Cgil, Cisl e Uil in una nota congiunta. Politica e mondo sindacale criticano innanzitutto una gestione delle migrazioni al ribasso che non fa né il bene di queste persone né quello del trentino
«L’integrazione è un investimento»
Il primo punto della critica è quella che i sindacati definiscono «la foglia di fico del decreto Cutro». Troppo facile, secondo loro, giustificare i tagli con la legge nazionale. « Quei tagli possono essere evitati se la Provincia investe nelle politiche di integrazione, sfruttando la propria Autonomia invece di appiattirsi sulle decisioni nazionali». L’autonomia, quindi, permette spazio di manovra e se non lo si fa è per una scelta politica, che secondo i sindacati e Zanella manca di lungimiranza. «Io sono convinto che bisogna accogliere perché è giusto farlo – dice Paolo Zanella – Ma anche se uno non ci crede è evidente che in questo momento integrare sia la scelta migliore». L’evidenza arriva dai dati demografici dell’Italia in generale e del Trentino in particolare. Invecchiamento della popolazione e calo delle nascite costituiscono un mix esplosivo che rischia di portare i settori economici nel prossimo futuro a perdere circa il 20/25% della propria forza lavoro. «Una buona gestione dei flussi migratori sul territorio è fondamentale per costruire risposte efficaci sul piano economico per il fabbisogno di lavoratori» scrivono i sindacati. La domanda posta all’esecutivo e a cui si chiede risposta, quindi, è: se non si punta sull’integrazione come si pensa di far fronte alla scure del calo demografico che pende anche sul Trentino? In attesa di delucidazioni poi si fa presente anche il tema della coesione sociale e della sicurezza. «Sono queste politiche a creare insicurezza – dice Zanella – Le persone per strada a Trento sono figlie della decisione della Provincia di mettere un tetto all’accoglienza ad un numero insufficiente lasciando fuori chi risulta in esubero». «Investire sull’integrazione significa rafforzare la coesione delle comunità sul piano sociale – aggiungono i sindacati – La riduzione di politiche di integrazione non ferma gli arrivi, semplicemente non li gestisce e questo imporrà un prezzo anche in termini di sicurezza».
Una boutade?
Un altro passaggio dell’intervento di Ruscitti ha fatto sollevare più di un sopracciglio. Quello in cui il dirigente generale del Dipartimento Salute e Politiche sociali suggeriva alle cooperative di aumentare gli stipendi ai dipendenti con le risorse risparmiate dal taglio sui servizi. Una boutade? Di sicuro tecnicamente non sembra possibile. «A parte che quando scadono gli attuali contratti di servizio quelli successivi saranno ridiscussi al ribasso e quindi quelle risorse scompaiono – dice Zanella – Ma poi veramente si suggerisce di fare così gli aumenti? Si mette chi non ha nulla, i migranti, contro chi ha poco, i lavoratori delle cooperative. Senza contare che il taglio dei servizi significa comunque la perdita del posto di lavoro per chi si occupava nello specifico di quegli ambiti come il supporto legale, i corsi di italiano oppure il supporto psicologico». A mettere gli uni contro gli altri quindi Zanella non ci sta e se si vuole riconoscere ai lavoratori condizioni migliori ci sono altre strade. «Il contratto collettivo nazionale è fermo da anni e l’integrativo provinciale pure – conclude Zanella – Sono 3 anni che ad ogni assestamento e in manovra di bilancio presento un emendamento per adeguarlo e viene puntualmente bocciato». Della questione i sindacati preferiscono non parlare, il termine che circola a mezza voce è «boutade» per le parole del dirigente, di sicuro per loro i tavoli su cui discutere delle condizioni dei lavoratori sono altri. Sulla questione più ampia del settore però questa corsa al ribasso preoccupa il segretario della Uil del Trentino Walter Alotti. «Storicamente i servizi sociali in Trentino si sono distinti per progettazione e attuazione all’avanguardia – dice Alotti – Questa posizione al ribasso del dirigente preoccupa e rischia di scoprire il fianco del Trentino all’arrivo di cooperative pirata che si prendono i servizi ma li gestiscono con metodi deficitari come si è visto in altre regioni».

 

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