18 marzo 2020 – Corriere del Trentino

Il turismo ora trema: futuro incerto

Largher (Uil): «Garda, 4.000 stagionali sospesi. Più Naspi»

TRENTO È un settore in ginocchio quello del turismo: l’emergenza Covid-19 ha fatto schizzare le disdette quasi al 100 per cento, dicono all’unisono Gianni Battaiola e Manfred Pinzger, presidenti degli albergatori trentini e altoatesini. «Prevediamo un calo del 50% per il 2020» afferma il presidente dell’Hgv, mentre in Trentino si teme per il Garda: «Sono 3.000-4.000 i lavoratori stagionali che, se la stagione non parte, rischiano di non avere la disoccupazione» afferma Walter Largher della Uiltucs.
«La stagione invernale fino a quattordici giorni fa era andata molto bene ma ovviamente la stagione primaverile è a rischio, così come anche la Pasqua: le disdette fioccano e le prenotazioni sono ferme, credo sarà molto difficile — dice Pinzger — aprire, e anche quella estiva partirà lentamente. Anche perché la Germania, che per noi è un bacino turistico importante, si sta muovendo molto male. A fine mese incontreremo gli esperti del comparto sanitario e vedremo cosa fare: per il 2020 prevediamo un calo più del 50% e attualmente abbiamo 9.000 dipendenti che hanno perso il posto di lavoro, a cui si deve aggiungere il fatto che senza risorse alberghi e ristoranti non possono assumere per le prossime stagioni, per questo chiediamo aiuti».
E nel« Cura Italia» non c’è molto: «No, per noi il turismo è un settore trainante, a Monaco è stato stanziato un pacchetto di 8 miliardi e 400 milioni li ha stanziati il Land tirolo: puntiamo sui politici della regione, ci serve liquidità e moratoria dei mutui».
Anche a Trento è tutto fermo: «La situazione è surreale — ragiona Battaiola — Sono aperti solo quei servizi necessari ai lavoratori. Le prenotazioni sono cancellate anche per l’estate, quasi del tutto, e nessuno le fa. La nostra grande preoccupazione è quella legata all’apertura del lago e dei laghi che si vedono costretti a rimandare non si sa di quanto». Giugno? «Non sono un virologo, vediamo. Poi bisogna vedere quanto tempo necessitano i Paesi da cui provengono i turisti per raggiungere il picco. Molti stanno anticipando le ferie e chissà quanto rimarrà per fare le ferie in estate: sembra paradossale ma l’emergenza economica di adesso è meno preoccupante di quella che potrebbe essere fra qualche mese. I lavoratori sono a casa, e un migliaio però sono negli hotel perché per la chiusura delle frontiere non possono tornare in patria». E guardare all’estate presenta altri problemi: «Le strutture non riescono a ripartire se non vengono aiutate, se non hanno aiuti per riassumere».
Un fronte di cui si stanno occupando anche i sindacati: «Ciò che più preoccupa è il Garda — spiega Largher — Gli stagionali che hanno finito in ottobre ricevono la Naspi (sussidio di disoccupazione) che però a marzo circa termina, quindi se non si riapre si trovano a piedi: pensiamo di chiedere una proroga della Naspi di un paio di due mesi alla Provincia».
E sui lavoratori stagionali stranieri privati del lavoro interviene anche Vincenzo Passerini, ex presidente di Cnca: «Dan Ion, presidente dell’associazione italo romena ha detto che circa 300 persone sono rimaste senza lavoro per la chiusura anticipata degli alberghi e sono stati allontanati dalle strutture dove lavoravano. Per il Trentino la maggior parte di loro si trova in Val di Fassa e Van di Fiemme. Non possono tornare in patria perché tutte le frontiere sono chiuse. L’ambasciata romena, ha detto Ion, è in contatto con la Provincia perché si possa trovare una struttura anche provvisoria di accoglienza».

 

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