Incentivi alle imprese. Nessun confronto con il Consiglio sulle proposte dei lavoratori. Mercoledì scorso il presidio di Cgil Cisl Uil: no a contributi a pioggia e ai contratti pirata nelle imprese che ricevono soldi pubblici

Consiglio sospeso per la protesta delle lavoratrici e dei lavoratori e nemmeno un minuto del tempo dei consiglieri provinciali per ascoltare le loro ragioni. Si è concluso così il presidio di Cgil Cisl Uil del Trentino per migliorare la riforma della legge sugli incentivi alle imprese. Le tre sigle sindacali avevano chiesto di essere ricevuti dalla commissione dei capigruppo, per pochi minuti. Solo il tempo necessario a spiegare perché questa legge non piace al mondo del lavoro e come potrebbe essere cambiata. Richiesta caduta nel vuoto: il presidente del Consiglio ha dato disponibilità a ricevere una delegazione sindacale con i capigruppo solo durante la pausa pranzo. Sindacati e lavoratori, dunque, sono entrati in Aula, sistemandosi in piedi e seduti nella parte dedicata al pubblico ed esponendo alcuni cartelli. Scelta quest’ultima che ha portato il presidente Kaswalder a minacciare una denuncia.

In ogni caso la mobilitazione di Cgil Cisl Uil per migliorare la legge non si ferma qui. Sindacati e lavoratori, pur riconoscendo i passi avanti fatti sui contenuti, ritengono ancora insufficiente il testo normativo che definisce i criteri in base ai quali le aziende trentine ricevono contributi. Due i punti rimasti ancora lontani dalle richieste sindacali: la selettività degli sgravi Irap e il vincolo dell’applicazione dei contratti sottoscritti dalle organizzazioni datoriali e sindacali maggiormente rappresentative per tutte le aziende che ricevono finanziamenti provinciali. “La norma così come è prevista oggi riforma gli incentivi alle aziende, cioè i contributi alimentati dalle tasse pagate anche dai lavoratori e dai pensionati non va bene perché permette che i soldi pubblici possano arrivare anche a chi non rispetta i diritti dei propri dipendenti, applicando contratti pirata. Questo per noi è inaccettabile”, hanno spiegato i segretari provinciali Andrea Grosselli, Michele Bezzi e Walter Alotti.
Di fatto i contratti sottoscritti dalle organizzazioni sindacali e datoriali maggiormente rappresentative vincoleranno solo gli incentivi concessi con la procedura valutativa, lasciando fuori tutte le domande automatiche che rappresentano la stragrande maggioranza delle richieste finanziate. Il punto non sarebbe tanto il merito, dunque, quanto un presunto appesantimento burocratico di cui dovrebbe farsi carico la struttura provinciale. “Anche per questa ragione per noi resta inaccettabile. Per di più su questo tema imprese e sindacati sono sulla stessa linea visto che hanno condiviso un protocollo comune”.
Allo stesso modo è per il sindacato confederale sbagliato non intervenire sugli incentivi Irap a pioggia che in questi anni non hanno prodotto un aumento degli investimenti privati, ma hanno sottratto una quota significativa di gettito alle casse provinciali. Sono risorse che di fatto vengono a mancare al welfare, alla sanità, ma anche a migliori e più efficaci politiche industriali, orientate all’innovazione e alla transizione ecologica. “La scelta di mantenere contributi a pioggia non solo non rende il nostro sistema produttivo più efficiente, produttivo e competitivo, ma sottrarre risorse importanti a quelle aziende che realmente vogliono innovare. La Provincia di Bolzano coraggiosamente ha tagliato sugli sgravi Irap. A Trento il tema è un totem intoccabile”, concludono i tre segretari provinciali.