23 febbraio 2022 – Corriere del Trentino

Inflazione, prezzi record a BolzanoTrento si piazza al secondo posto

TRENTO Inflazione mai così alta dal 1996. In Italia, nel mese di gennaio, rispetto allo stesso periodo del 2021, il livello medio dei prezzi di beni e servizi di consumo è aumentato del 4,8% (contro il +3,9% del mese precedente, sempre su base annua). A certificarlo è l’Istituto nazionale di statistica (Istat). Come sempre la città di Bolzano guida la classifica dei capoluoghi di regione/province autonome e dei comuni con più di 150.000 abitanti, ma con un tasso di crescita «storico» del 6,2%. «Urgono interventi, laddove possibile, anche da parte della mano pubblica», afferma l’assessore comunale di Bolzano Angelo Gennaccaro. Trento, invece, si piazza al secondo posto con un +5,9%. «La Provincia deve passare all’azione — incalzano i segretari generali dei tre sindacati confederali Cgil, Cisl e Uil — Servono almeno 30 milioni di euro per dare risposte alle famiglie».
Non sorprende vedere in testa alla classifica la città di Bolzano, capoluogo di una provincia che si trova sul podio anche per gli stipendi più alti. Ma è lo stesso ufficio statistica del Comune a definire «storico» il valore comunicato ieri: a gennaio l’inflazione è volata al +6,2% rispetto allo stesso mese del 2021 (a dicembre si attestava a +4% su base annua) e al +2,8% rispetto a dicembre 2021.
A trainare la crescita dei prezzi, com’è noto, sono i rincari dell’energia elettrica e del gas. Ma prima di snocciolare i dati inerenti Bolzano, va precisato che questi si riferiscono all’indice nazionale di prezzi al consumo per l’intera collettività (a prescindere quindi dal focus sui prezzi per famiglie di operai ed impiegati).
Scendiamo ora nel dettaglio. Il maggiore incremento si registra sotto la voce spesa per «abitazione, acqua, elettricità e combustibili» con un’impennata dei prezzi del 35,0% rispetto a gennaio 2021 (contro la media nazionale del 22,7%) e del 17,9% rispetto a dicembre 2021 (contro la media nazionale del 9%). A seguire il capitolo spesa «servizi ricettivi e di ristorazione» con un aumento dei prezzi del 4,5% su gennaio 2021 (contro la media nazionale del 4,3%) e del 2,9% su dicembre 2021 (contro la media nazionale dell’1,5%). Schizza infine la spesa per «prodotti alimentari e bevande analcoliche»: +4,1% rispetto a gennaio 2021 (media nazionale del 3,2%) e +1,2% su dicembre 2020 (media nazionale dell’1%).
«A fronte di tale situazione, con un andamento dei prezzi decisamente al rialzo se riferito al nostro capoluogo — ha dichiarato l’assessore Gennaccaro — urgono interventi, laddove possibile, anche da parte della mano pubblica. Auspico perciò l’attivazione, di concerto con l’assessora alle attività economiche Ramoser, di un tavolo di confronto e di lavoro che possa occuparsi del tema per elaborare e proporre misure ed interventi concreti che possano contenere se non addirittura rallentare, l’aumento dei prezzi. Tavolo al quale possano partecipare attivamente
rappresentanti del mondo del lavoro, di quello economico, industriale, commerciale, artigianale e sociale».
Un discorso simile viene fatto anche dai sindacati per Trento, che è al secondo posto insieme a Trieste fra i capoluoghi di regione e grandi comuni con il più alto tasso di inflazione per l’intera collettività: +5,9%. Ma prima di specificare i capitoli di spesa del capoluogo trentino va precisato, in questo caso, che i dati forniti dall’Istituto provinciale di statistica (Ispat) riguardano l’indice dei prezzi al consumo per le famiglie di operai ed impiegati (e non quindi per l’intera collettività, al contrario di quanto fatto in Alto Adige).
Passiamo ora ai dati. Il rincaro delle spese per «abitazione, acqua, elettricità e combustibili» è inferiore rispetto a quello di Bolzano, ma si tratta comunque di una variazione rilevante: +26,8% rispetto a gennaio 2021 e +14,2% rispetto a dicembre 2021. Segue il capitolo «trasporti», che vede un aumento dei prezzi su gennaio 2021 con un +7,9% ed una leggera flessione su dicembre 2021 con un -0,3%. Cresce ancora, invece, la spesa per «prodotti alimentari e bevande analcoliche»: +3,8% rispetto a gennaio 2021 e +2,5% rispetto a dicembre 2021.
Dati che agitano Cgil, Cisl e Uil. «È trascorso quasi un mese dall’incontro con il vicepresidente Tonina e ancora non è dato sapere se e quali interventi la giunta Fugatti intenda mettere in campo — scrivono congiuntamente sottolineano i tre segretari generali Andrea Grosselli, Michele Bezzi e Walter Alotti — La Provincia deve passare all’azione. Servono almeno 30 milioni di euro per dare risposte alle famiglie. E le risorse si possono reperire tra quelle stanziate e non utilizzate nel 2020 e 2021 per i lavoratori nell’ambito dell’emergenza Covid».
La situazione è comunque critica sull’intero territorio nazionale, dove non si registrava una fiammata dell’inflazione così alta dal lontano aprile 1996. Il rialzo dei prezzi dei beni energetici è passato dal +29,1% di dicembre 2021 al +38,6% di gennaio 2022 (rispetto agli stessi mesi dell’anno precedente), con punte del +94,6% per l’energia non regolamentata. Rialzo accompagnato dai rincari per i prodotti alimentari freschi come frutta, verdura, carne e pesce, in aumento del 5,3% rispetto ad un anno fa. Insomma, fra bollette e carrello della spesa, per le famiglie è stata (e sarà) una batosta .

 

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