l’Adige – 10 ottobre 2022

Infortuni sul lavoro, una strage continua

Il fatto che in Trentino vada meglio che altrove non significa che vada bene: 12 morti in 9 mesi sono una via crucis inaccettabile. I 6 invalidi gravi, di cui 4 mutilati, significano esistenze diventate all’improvviso in salita, per le vittime e per le loro famiglie. Gli infortuni sul lavoro restano un dramma in costante e rovinosa crescita: dai 4.763 dei primi 8 mesi del 2021, ai 5.496 del medesimo periodo del 2022. Solo che per invertire una tendenza tragica – «una strage continua che si consuma sotto i nostri occhi» ha chiarito il vicepresidente nazionale Anmil Fortunato Cassini – serve decisamente più impegno da parte di tutti. A partire dalla politica, che ha fatto una campagna elettorale dedicando al tema sicurezza poche o nessuna parola. Gli infortuni sul lavoro rimangono un problema che pare peggiorare, anziché migliorare, di anno in anno. Ma la giornata nazionale per le vittime degli incidenti sul lavoro, ieri mattina, ha permesso di fare il punto sul tema. E di evidenziare le direttrici di un lavoro che deve partire dalla scuola. Perché – e su questo sono d’accordo tutti i soggetti intervenuti – la sicurezza inizia con condizioni di lavoro corrette, passa dalla consapevolezza dei singoli lavoratori e matura in un luogo di lavoro adeguato. Se manca uno di questi tre anelli, la catena non si chiude. I numeri. Quelli, se qualcuno li vuole davvero conoscere, sono disponibili a tutti. Inail li aggiorna mensilmente. Ma si tratta di dati che non registrano miglioramenti, se non in agricoltura, unico settore a far segnare un segno meno. Ma nel dettaglio, come detto sono 5.496 gli infortuni dei primi 8 mesi del 2022, di cui 12 mortali (10 definiti, due in via di istruttoria), e 6 gravi: il 15,3% in più sullo stesso periodo del 2021. Il resto d’Italia va peggio – 564 mila denunce, 1.361 morti per un aumento del 39%, come ha ricordato il vicepresidente nazionale di Anmil Fortunato Cassini. I settori più colpiti da noi sono sempre quelli: edilizia (490 tra industria e artigianato, + 23%), l’industria e i servizi (3.978), agricoltura (362 denunce, -12,7%). Su tutti poi, resta ampia la forbice di chi si fa male in incidenti stradali, sia in itinere, sia durante il turno di lavoro. Dal punto di vista dei generi, gli uomini restano i più esposti: 3.598 incidenti a loro, contro i 1.898 accaduti a donne.
Malattie professionali un allarme. Il tema malattie professionali è complicato. Ma mentre sembrano arrivare buone notizie dal fronte asbesto, con una quasi scomparsa di mesotelioma pleurico, che potrebbe indicare che abbiamo chiuso con il problema dell’amianto, nuovi allarmi si profilano all’orizzonte: nel 2022 sono comparsi 6 casi di malattie gravi della pelle, lavoro correlate. Un problema legato ai lavori all’aperto che rischia di esplodere nei prossimi anni.
Gli impegni. Dal vicepresidente Anmil è arrivata soprattutto una denuncia: «In questa campagna elettorale il tema non è stata priorità per nessuna forza politica. Eppure gli infortuni costano al sistema Italia 30 miliardi l’anno, tra spese sanitarie e legali. Speriamo che il Governo nuovo metta il tema tra le sue priorità».
Lo stesso augurio che si è fatto l’ex senatore Franco Panizza, lì anche per testimoniare «l’impegno di Anmil nello stare vicino a chi è colpito da incidenti», mentre il vicesindaco Roberto Stanchina ha chiamato tutti ad una presa di responsabilità: »Dal governo centrale agli enti locali è indispensabile un’azione perché cresca la consapevolezza di cosa significhi sicurezza e cosa significa dignità sul lavoro». Mentre è stato il segretario della Uil Walter Alotti a pungere di più: «Il fatto che qui oggi manchi la Provincia non mi sorprende, da tempo chiediamo più ispettori, ma ci continuano a dire che il concorso è in corso, solo che da lì non escono mai nuovi ispettori». A stretto giro arriva la replica dell’assessore Achille Spinelli: «Purtroppo non ho preso parte alla celebrazione perché la mia struttura non ha ricevuto l’invito da parte di Anmil».

 

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