Corriere del Trentino – Giovedì 27 Marzo 2025
La rabbia dei metalmeccanici «Nessun aumento di stipendio»
Protesta per il rinnovo del contratto anche in regione: domani sciopero di otto ore
TRENTO
Le tute blu incrociano le braccia. Domani, per la terza volta in un anno, i metalmeccanici di tutta Italia si fermeranno per uno sciopero di otto ore proclamato da Fiom, Fim e Uilm per protestare contro la proposta di rinnovo del contratto nazionale avanzata dalle organizzazioni datoriali.
Il contratto è scaduto a fine 2024 e i sindacati chiedono un aumento salariale per fare fronte alla perdita di potere d’acquisto dovuta all’inflazione. Federmeccanica, Assistal e Unionmeccanica (interlocutore per il contratto della Piccola industria) hanno però proposto un adeguamento che non piace. La bozza, infatti, prevede un recupero parziale a posteriori, della perdita del potere d’acquisto dei salari registrata nell’anno precedente, per effetto dell’aumento dei prezzi al consumo. «In soldoni, nessun aumento vero, anzi, un arretramento», si legge in una nota della Cgil.
«Federmeccanica, Assistal e Unionmeccanica ne fanno una questione di principio. Ma il principio per cui il contratto nazionale debba programmare l’impoverimento dei lavoratori non solo è insensato e ovviamente inaccettabile, ma sarebbe persino un ritorno al passato, considerato che il contratto appena scaduto, sia quello Industria, sia quello Piccola industria, aveva per l’appunto previsto aumenti superiori all’inflazione», è la posizione delle tre sigle che hanno promosso lo sciopero.
La richiesta di Fiom, Fim e Uilm è un aumento in busta paga di 280 euro che «non solo è pienamente sostenibile dalle imprese — che hanno registrato importanti margini proprio negli anni nei quali i lavoratori hanno dovuto far fronte all’incremento del costo della vita — ma è anche necessario per rilanciare i consumi interni e stimolare gli investimenti». Tra le altre richieste dei sindacati, anche la riduzione dell’orario di lavoro e il contrasto della precarietà. A Trento, allo sciopero sarà abbinato un corteo che partirà e si concluderà, simbolicamente, proprio sotto Palazzo Stella, la sede di Confindustria Trentino in via Degasperi. Parteciperanno anche le tute blu altoatesine. «Non faremo un presidio a Bolzano perché è vero che l’obiettivo dello sciopero è svuotare le fabbriche e farci sentire dalle aziende, però vogliamo anche il massimo della visibilità», spiega Giuseppe Pelella, segretario generale regionale di Uil Alto Adige. «Abbiamo già organizzato un pullman da 50 persone e poi ci sono quelli che verranno con il proprio mezzo. Saremo circa una settantina a Trento, devo dire che sono sorpreso, c’è stata un’ottima adesione».
L’occasione, del resto, è importante. «È dal 1999 che non faceva uno sciopero cumulativo di 24 ore», spiega Pelella. «Nel 2012 il rinnovo del contratto era arrivato senza scioperi, mentre sia nel 2016 che nel 2012 lo sciopero era stato di quattro ore».
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