Il T – Mercoledì 18 Dicembre 2024

La Uil: basta tagli e precariato nella scuola trentina

 

Presidio in piazza Dante che intercetta anche l’assessora Gerosa. Di Fiore: troppi contratti a termine

ISTRUZIONE

Il cuore del problema risiede in una precarietà cronica, che affligge il sistema scolastico trentino e colpisce indistintamente docenti, insegnanti di sostegno e personale Ata. Questo stato di precarietà incide sulla qualità dell’insegnamento. «Basta tagli. In Trentino il 25% dei docenti è precario e la media degli insegnanti che entrano di ruolo è di 45-50 anni. Ricordiamo ai consiglieri provinciali che la scuola non è un costo, ma un investimento». È il messaggio di Pietro Di Fiore, segretario provinciale di Uil Scuola, di fronte a Palazzo della Provincia. Ieri mattina Uil Scuola ha organizzato un presidio in piazza Dante con l’obiettivo di chiedere la stabilizzazione del personale insegnante, l’armonizzazione del contratto dei docenti della formazione professionale con quello dei colleghi della scuola provinciale, contratti dal primo settembre, l’aumento delle risorse per la fruizione del diritto allo studio a favore dei docenti che necessitano dell’abilitazione. Inoltre, maggiori fondi per il Fuis (Fondo unico delle istituzioni scolastiche), una revisione della card formativa. Il sindacato chiede stabilizzazione anche del personale amministrativo, tecnico ed ausiliario.

Investire sull’istruzione
Uil Scuola chiede misure efficaci per il superamento del precariato con procedure riservate rivolte ai docenti di scuola secondaria non abilitati e della scuola primaria, in particolare per lingue e sostegno, anche in assenza del requisito triennale di servizio. Il sistema di reclutamento – comprese le procedure concorsuali – e le politiche di investimento nei riguardi del precariato, attuate finora, sono stati fallimentari. «Lo dicono i numeri – osserva il segretario generale – La politica deve smettere di giocare nel rispetto di chi vive una quotidianità senza certezze per il futuro. Bisogna investire per garantire stabilità al personale e continuità didattica».

Insegnare non attira
La professione insegnante attrae sempre meno. «Io sono insegnante, figlio di insegnanti – commenta Di Fiore – È triste ammetterlo, ma sempre meno giovani sono attratti dal mestiere, non c’è stabilità». Il segretario generale di Uil Scuola rimette al centro anche il tema dell’autonomia del sistema scolastico e attacca la vicepresidente della Provincia, Francesca Gerosa, sul mancato coinvolgimento degli insegnanti nel tratteggiare le linee guida per il benessere a scuola nell’era digitale: «Le scuole devono esercitare autonomia didattica e funzionale. Dovrebbe confrontarsi con il personale scolastico competente».

 

Scarica il pdf: IL T ART scuola 181224