Corriere del Trentino, Il T – Sabato 4 Gennaio 2025

Alloggi popolari. Norma populista che non ha aiutato i trentini

 

I sindacati: «I dati non sono cambiati, gli stranieri sono sempre il 9%». Zanella (Pd): «Esempio di razzismo istituzionale»

ALLOGGI POPOLARI

«Lo sapevamo». Si può riassumere in due parole la reazione dei sindacati alla notizia della pronuncia con cui la Consulta ha dichiarato incostituzionale la legge provinciale sugli alloggi popolari, nella parte in cui si richiede il criterio di dieci anni di residenza per accedere alle case a canone sostenibile. «Ancora una volta il Governo della Provincia autonoma di Trento ha violato la Costituzione nonostante già da tempo si conoscessero i diversi precedenti nei quali la Corte Costituzionale aveva già espresso un medesimo giudizio — affermano, in una nota congiunta Andrea Grosselli, segretario provinciale della Cgil, Michele Bezzi, che ricopre lo stesso ruolo nella Cisl e Walter Alotti, a capo della Uil Trentino —. Già è assurdo che l’Autonomia, invece di mettersi al servizio della Costituzione, ne violi il dettato a soli fini demagogici e strumentali. Lo è oggi ancor di più per il fatto che quella norma, così discriminatoria e ingiusta, non ha portato alcun beneficio alle famiglie trentine, perché il problema abitativo non solo non è stato risolto, ma semmai è stato acuito proprio dall’inerzia del Governo Fugatti. È questa la riprova che slogan come “Prima i Trentini” sono solo fumo negli occhi. Tra l’altro — notano sempre le sigle — come riporta puntualmente il bilancio sociale di Itea in questi anni il rapporto tra inquilini con passaporto italiano e quelli di origine straniera non è mai mutato. Nel 2019 i cittadini italiani erano ben il 91% degli inquilini Itea, contro il 7% di inquilini con passaporto di un paese extra Ue. Nel 2023, ultimo dato utile, la proporzione era la stessa: 91% a 7%. Questo perché già al proprio interno la legge provinciale sull’edilizia abitativa pubblica conteneva meccanismi che privilegiano proprio i nuclei familiari che hanno da più tempo investito sul radicamento in Trentino. Cosa siano allora serviti tutti i soldi spesi dalla Provincia per avvocati e appelli di fronte ad una sentenza quasi scontata è difficile comprenderlo. Se lo stesso impegno e lo stesso tempo fossero stati usati per risolvere il problema casa in Trentino, oggi probabilmente avremmo una situazione migliore rispetto a cinque anni fa».

Una legge discriminatoria
Reazioni arrivano anche dalla minoranza: «La crociata ideologica della Giunta Fugatti contro le persone straniere è andata a infrangersi contro una pesantissima pronuncia della Corte Costituzionale — sostiene il consigliere provinciale Paolo Zanella, a nome del gruppo del Partito democratico —. Una pronuncia che inaugura il 2025 rendendo giustizia a tutte le persone straniere e dando ragione a chi, come noi, ha sempre denunciato la discriminazione insita in quella modifica normativa, così come nelle modifiche analoghe alle norme sull’assegno di natalità e sull’assegno unico provinciale. Una pronuncia che però resterà come un’onta indelebile nella storia di questa Provincia: si è sancita una deliberata violazione dell’articolo 3 della nostra Costituzione, il principio di uguaglianza sostanziale a fondamento della vita sociale della nostra Repubblica. Se si considera che la ragione alla base del discrimine per l’accesso alla casa o a altre provvidenze sociali è nei fatti l’essere straniero, con l’utilizzo strumentale di un vincolo temporale di residenza irragionevole, in palese contrasto con il diritto nazionale ed europeo: è razzismo istituzionale».

 

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CORRIERE ART Itea 040125