16 settembre 2020 – Trentino

L’allarme: «Mancano centinaia di insegnanti nelle scuole»

Il problema. Sindacati preoccupati: «Molte cattedre sono ancora vuote, alle elementari e alle medie, in parte anche alle superiori». Assenze da colmare tra gli insegnanti di sostegno

TRENTO. «Siamo alle solite. Anzi, forse peggio, visto che c’è bisogno di un organico maggiore a causa del Covid». I sindacato ormai sono sconsolati: come ogni anno, nonostante lo sforzo eccezionale della Provincia per reperire più docenti, mancano gli insegnanti. E dire che quest’anno la Provincia aveva stanziato 45 milioni in più per la scuola e gran parte di questi soldi servono proprio per pagare circa 500 tra professori, maestri e insegnanti della scuola per l’infanzia. Quest’anno, poi, i singoli istituti hanno potuto iniziare a cercare i supplenti per le cattedre intere già a inizio settembre, mentre per i cosiddetti spezzoni si è partiti solo lunedì scorso. Ma ancora gli uffici delle scuole sono tutti alla ricerca. Mancano centinaia di supplenti. Solo elle elementari secondo i dati distribuiti dal Dipartimento Istruzione ancora 70 cattedre sono scoperte, del resto le graduatorie sono esaurite. Alle medie e alle superiori, poi, mancano centinaia di docenti, tra cattedre intere, che comunque sono state riempite in buona parte, e spezzoni. Pietro Di Fiore della Uil Scuola spiega che il calcolo è semplice: «Sono stati fatti circa 1600 contratti a termine. Considerando che l’anno scorso erano stati circa 1500 e che quest’anno c’erano 500 posti in più per il Covid, si vede che mancano molti docenti. E poi bisogna affrontare il nodo dei lavoratori fragili. Ce ne sono molti e già si sono sentiti dire dai dirigenti: “Vada in malattia e poi si vedrà”. E no. I dirigenti devono trovare un nuovo ruolo a questi docenti». Cinzia Mazzacca della Cgil Scuola aggiunge che molti vuoti sono proprio lì dove c’è più bisogno: «Un grosso problema è quello del sostegno. Come ogni anno mancano molti docenti, a decine. Ma questo accadrà sempre fino a che non si toglierà il numero chiuso al corso di specializzazione per il sostegno che, tra le altre cose, costa 3 mila euro ed è destinato solo a 40 persone. Il nostro fabbisogno è almeno del triplo. E si dovrebbe togliere il numero chiuso anche a Scienze della Formazione di Bressanone. Anzi, dico di più. L’Università di Trento dovrebbe pensare di portare una facoltà di Scienze dell’Informazione anche qui. Finché non si farà mancheranno sempre docenti di sostegno, ma poi mancano anche insegnanti Clil e docenti delle materie tecniche. Molti docenti poi sono assorbiti dai compiti di sorveglianza e vigilanza e le cose peggioreranno la settimana prossima, a orario pieno. E l’altro grosso problema è quello dei lavoratori fragili. Saranno molti gli ultracinquantenni con patologie per i quali si deve trovare un soluzione». Stefania Galli della Cisl Scuola sottolinea il fatto che la mancanza di docenti è ormai cronica: «Da anni mancano docenti e non è stata trovata una soluzione stabile». L’assessore all’Istruzione Mirko Bisesti sul sostegno spiega: «Noi abbiamo dato le risorse necessarie per assumere molti più docenti degli anni scorsi. Il problema del sostegno c’è anche perché molti insegnanti di ruolo hanno cambiato incarico. Però abbiamo dimostrato che la scuola è ripartita molto bene e con una grande organizzazione». Anche grazie ai termoscanner che sono stati donati dalla Cooperazione.

 

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