20 giugno 2019 – Corriere del Trentino

 L’Alto Adige cresce, con meno spinta. I sindacati propongono un patto «per sostenere salari e welfare»

Rafforzare la contrattazione territoriale per sostenere il potere d’acquisto dei salari e il welfare locale, con una prospettiva di lungo periodo. Una sfida che i sindacati Agb Cgil, Sgb Cisl, Uil Sgk lanciano con il «Patto per l’Alto Adige», prima ancora che alle organizzazioni d’impresa, al presidente Arno Kompatscher, perché la Provincia adotti provvedimenti per rafforzare di qualità e stabilità del lavoro.
Il punto di partenza è già avanzato, come testimonia l’indagine dell’Osservatorio statistico dei consulenti del lavoro (pubblicata sul Corriere della Sera di ieri) che pone Bolzano in cima alla classifica di soddisfazione dei lavoratori per il proprio impiego. Nella classifica la media italiana di soddisfazione sul lavoro è del 55,3%, mentre a Bolzano arriva al 74,8%, vale a dire che quasi i tre quarti dei lavoratori si dichiarano soddisfatti. Al secondo e terzo posto ci sono due province piemontesi, Verbano-Cusio-Ossola e Asti.
«Da noi la disoccupazione è a livelli fisiologici — osserva Alfred Ebner, segretario confederale Agb Cgil — si deve, dunque, investire per superare le disparità, per esempio, di genere con le donne che, a pari inquadramento, scontano spesso minori retribuzioni. O il contrasto della precarietà, comunque in crescita». Problemi da contrastare con sgravi fiscali (su Irap in primis) e decontribuzioni. «Vogliamo definire con chiarezza le regole della rappresentanza — spiega Toni Serafini, segretario generale Uil Sgk — con un modello che sappia aderire con flessibilità alle esigenze dei diversi settori produttivi». Il tema, infatti, è la riduzione delle diseguaglianze. «Vanno sostenute le retribuzioni anche tra i lavoratori con minori professionalità — rilancia Michele Buonerba, segretario generale Sgb Cisl — se le retribuzioni non salgono, non sale il gettito fiscale, con un danno per la collettività. Dal Patto vorremmo maturassero le condizioni per adeguare i salari al costo della vita dell’Alto Adige. A Bolzano, per esempio, un appartamento in periferia ha quotazioni sui 3.000 euro a metro quadro, cifra con cui a Milano si compra casa in zona semicentrale». L’appello, dunque, è a Kompatscher perché riunisca quanto prima un tavolo tra le parti sociali. «Nell’ultima campagna elettorale per le provinciali — continua Buonerba — tutte le forze politiche si erano dette entusiaste di questa impostazione. Ci era stato assicurato un incontro dalla giunta dopo il voto europeo, ma è passato quasi un mese». Il governatore risponde annunciando un giro di consultazioni per discutere le scelte strategiche dei prossimi anni: «L’intenzione è quella di incontrare le organizzazioni sindacali e le associazioni datoriali entro l’estate. Non per proporre loro un pacchetto già deciso ma per illustrare le mie idee e ascoltare le loro proposte. Insieme discuteremo di come concretizzarle».

Scarica il pdf: Alto Adige ART 200619