20 giugno 2019 – Trentino, Corriere del Trentino

 I sindacati: «Il bonus bebè sostenga il ceto medio»

All’ora di pranzo, nella pausa del consiglio provinciale, il presidente della giunta provinciale Maurizio Fugatti insieme agli assessori Achille Spinelli e Stefania Segnana, ha illustrato i contenuti della manovra estiva, l’assestamento di bilancio, ai sindacati. I segretari di Cgil, Cisl e Uil, Franco Ianeselli, Lorenzo Pomini e Walter Alotti in una nota congiunta chiedono alcuni miglioramenti, ma mostrano, tutto sommato, un apprezzamento: «Il bonus bebè va esteso a tutte le famiglie e deve sostenere il ceto medio. Preoccupa, invece, l’assenza di stanziamenti per i contratti pubblici e il comparto sociale. Siamo ovviamente favorevoli agli interventi che puntano a sostenere le famiglie hanno detto i tre segretari Ci sono, però, diversi aspetti che ci lasciano più che perplessi. La giunta immagina il contributo per incrementare le nascite, in realtà le scelte di vita delle famiglie saranno toccate da questo contributo solo marginalmente. Il punto per noi, dunque, è prevedere il sostegno per tutti i nuclei con figli piccoli, aiutando anche chi ha scelto di avere un figlio prima di questa legislatura. Se cosi non sarà, diventerà un premio solo per quante partoriscono dopo I’entrata in vigore del provvedimento. Non ha senso che I’aver partorito un minuto prima o dopo produca una tale differenza in termini di contributo, cioè almeno 3.600 euro in tre anni o in alcuni casi limite anche più di 10mila euro».
In discussione anche la proposta di fissare la soglia massima lcef per ottenere il bonus a 0,40. «È giusto prevedere per ragioni di equità un ragionamento sui redditi delle famiglie, ma ha più senso ragionare sulla formula di calcolo dell’indicatore togliendo dal computo una buona parte dei redditi da lavoro femminile. Solo in questo modo si sostengono le famiglie in cui sono occupati entrambi i genitori, cioè quel ceto medio che comunque ha bisogno di questi interventi. E così si contribuirebbe davvero alla conciliazione famiglia-lavoro». Allo stesso modo il bonus in quota fissa farebbe sì che le famiglie che anche per un euro di reddito superano la soglia dello 0,40 perderebbero un bonus di almeno 1.200 euro l’anno».
Discussione aperta anche sulla proposta di ridurre le rette degli asili nido. «È apprezzabile la scelta di puntare anche sui servizi, come i nidi. Oggi, però, il governo nazionale ha già previsto un bonus Inps che riduce la retta. L’intervento della Provincia, abbassando le rette, rischia in molti casi di non incidere in modo significativo sulle famiglie che hanno già ottenuto un abbattimento della tariffa, ma avrebbe solo un effetto sostituzione: invece di pagare I’Inps, paga la Provincia. Si può pensare, invece, di usare le risorse provinciali per erogare buoni di conciliazione aggiuntivi in modo da produrre ulteriore vantaggio per le famiglie senza il venire meno del contributo statale». Doccia fredda, infine, sul fronte dei rinnovi contrattuali per il comparto degli enti locali e per l’adeguamento del finanziamento nel settore del sociale. Nell’assestamento non sono previste risorse. «Siamo consapevoli che si tratta di un assestamento e non di un vero e proprio bilancio, ma non è un segnale incoraggiante». Preoccupazione resta anche per il quadro di incertezza generale in cui si colloca la manovra, sia per la stagnazione dell’economia sia per gli effetti che potrà avere sulle finanze locali I’introduzione della flat tax. Nei prossimi anni, inoltre, si esaurirà la restituzione del gettito arretrato con un ulteriore riduzione delle risorse disponibili nelle casse di Piazza Dante. «Quello di oggi (ieri ndr) è stato un primo confronto. Per quanto ci riguarda siamo pronti a dare il nostro contributo responsabile opponendoci alle misure che non ci convincono, ma dando sempre il nostro contributo responsabile per migliorarle. E’ certo che al di là degli slogan i provvedimenti vanno costruiti con attenzione per evitare spiacevoli sorprese», hanno concluso i segretari.

Scarica il pdf: bonus ART 200619