07 dicembre 2020 – Trentino

Lo sciopero. I sindacati: «I pubblici non sono privilegiati»

TRENTO. «C’è qualcuno che soffia sul fuoco della contrapposizione nel mondo del lavoro in vista dello sciopero nazionale di mercoledì». La lettera aperta è firmata dai segretari di Fp Cgil Luigi Diaspro, di Cisl Fp Giuseppe Pallanch e di Uil Fpl Marcella Tomasi: «Un minuto dopo aver definito eroi sanitari e operatori in prima linea contro l’epidemia, è ripartita la berlina, dalla condanna senza appello ai fannulloni in smart working allo stigma per super privilegiati che nulla hanno pagato in questa crisi. Privilegiati che guadagnano in media 1300 euro al mese, che hanno subito un blocco contrattuale e di assunzioni lungo dieci anni che ha ridotto retribuzioni ma soprattutto organici, in sanità come nelle amministrazioni locali e centrali, con un balzo dell’età media – 53 anni -tra le più alte d’Europa. L’evidenza dell’inadeguatezza degli organici è sotto gli occhi di tutti, mancano medici, infermieri, Oss, Operatori tecnici e amministrativi, uffici giudiziari allo stremo, solo da poco sono ripresi i concorsi in Inps, l’istituto su cui gravano competenze fondamentali in materia di previdenza e assistenza per assicurare le misure che, specie in pandemia, sono vitali per pensionati, disoccupati, lavoratori e famiglie. Grave la questione della sicurezza nei luoghi di lavoro. I servizi pubblici essenziali vanno sempre e comunque assicurati, con l’obbligo della prestazione lavorativa a prescindere, anche laddove – com’è successo nella prima ma anche nella seconda ondata – i Dpi mancano o sono inadeguati, lo screening è carente, gli operatori si ammalano, muoiono, contagiano i propri cari».
Chi sciopererà, concludono i sindacati, «lo farà anche e soprattutto per quelli che non lo potranno fare perché precettati e perché impegnati in prima linea contro un’epidemia che non mostra segni di arresto». Fermo restando che il sindacato è impegnato come sempre a garantire i servizi essenziali.

Scarica il pdf: pubblici ART 071220 (1)