Corriere del Trentino – 31 agosto 2023

Materne, mancano 150 insegnanti

 

Lunedì suonerà la campanella per 12.479 bimbi della scuola dell’infanzia, ma all’appello mancano 150 insegnanti. «Il numero potrebbe aumentare per le rinunce, sono già otto alle equiparate. Si rischia di avere personale non formato», avverte Tabarelli (Uil). Ed è scontro sull’apertura a luglio. Onda attacca FdI: «L’aveva votato».

TRENTO Mancano poche ore. Domani le insegnanti della scuola dell’infanzia saranno al lavoro per preparare le aule e lunedì suonerà la campanella per 12.479 bimbi iscritti alle materne. Ma anche quest’anno si comincia con la spada di Damocle delle cattedre scoperte. All’appello mancano ancora 150 insegnanti (148, per l’esattezza, è il dato aggiornato a lunedì relativo ai contratti non assegnati con la chiamata unica). E le prospettive non sono confortanti. «Il numero potrebbe aumentare per effetto di possibili defezioni dovute a insegnanti in maternità o che decidono di passare alla scuola primaria e rinunciano all’incarico», spiega Daniela Tabarelli della Uil Scuola.
Un timore che in alcuni istituti si sarebbe già concretizzato: nelle scuole equiparate ci sono state già otto rinunce. «C’è un ente — osserva la responsabile delle scuole dell’infanzia della Uil — che sta già assumendo personale fuori graduatoria con titolo, ma se non si riuscirà a coprire gli organici si dovrà ricorrere a personale senza titolo, giovani non formati, sicuramente volenterosi, ma i bambini della scuola dell’infanzia sono in un’età delicatissima e la formazione è fondamentale». Le insegnanti di ruolo sono perfettamente consapevoli del fatto che dovranno sopperire alle ore scoperte. «I bimbi hanno bisogno dell’adulto, non possono essere lasciati soli — rimarca Tabarelli — in un primo momento si dovranno creare gruppi più grandi per affrontare le carenze di colleghi». Ma in questo quadro, segnato da grande incertezza, si inserisce un altro problema che potrebbe spingere molti insegnanti a cercare un altro tipo di lavoro o a passare alla scuola primaria. «La disponibilità di cattedre a tempo pieno, ossia con 25 ore frontali, sono poche e i contratti assegnati per i Bes (bisogni educativi speciali) sono solo a 15 ore. L’idea è aumentare il monte ore a seconda della frequenza — chiarisce — ma non è la strada corretta, inoltre hanno incrementato i contratti a orario ridotto (a dieci o addirittura sette ore) e questo fa scappare gli insegnanti».
Dopo il 10 settembre con le convocazioni della scuola primaria la situazione potrebbe aggravarsi ulteriormente. «Con molta probabilità si dovrà attingere a insegnanti fuori graduatoria senza titoli, laureande e non solo. Sembra che in Trentino insegnare nella scuola dell’infanzia non sia così appetibile — rileva con amarezza Michela Lupi, insegnante e candidata di Onda — . Certamente il calendario scolastico, a confronto con quello della vicina provincia di Bolzano, penalizza non poco gli insegnanti, ma non credo sia solo questa la causa della perdita di attrazione». Lupi, che è anche l’organizzatrice del digiuno a staffetta contro il prolungamento del calendario scolastico, pensa al «mancato riconoscimento (non solo economico), allo svilimento della figura del docente e alla burocrazia che impegna più del dovuto». Poi guarda all’esempio dell’Alto Adige per «gli importanti interventi di politiche sociali e familiari». «I genitori — spiega — vengono aiutati, perché una famiglia cresce insieme e la scuola fa da cornice, come deve essere, educa e istruisce senza sostituire o supplire al compito genitoriale». Un concetto che i docenti hanno ribadito più volte riflettendo sull’idea dell’apertura a luglio dell’assessore Mirko Bisesti, che oggi, alla luce del programma presentato da FdI (Corriere del Trentino di mercoledì), sembra dividere la stessa coalizione di centrodestra. Lupi ricorda che «Fratelli d’Italia aveva votato a favore dell’apertura per tre volte, adesso a ridosso delle votazioni sostiene di essere contrario..». Rincara la dose il candidato presidente di Onda Filippo Degasperi: «Dopo tre anni trascorsi a contrastare la deriva della scuola imposta dal centrodestra scopriamo che avevamo ragione noi. Scopriamo che FdI che si muove come una falange macedone in consiglio, sostenendo graniticamente tutte le proposte del presidente Fugatti e dell’assessore Bisesti, ma che smentisce prima di tutto se stesso sui giornali. FdI per ben tre volte (ovvero sempre) ha votato a favore della scuola aperta a luglio, senza nemmeno un’increspatura».
Intanto prosegue il digiuno a staffetta e nella settimana dal 4 settembre, scende in campo anche Lucia Maestri (Pd).

Scarica il pdf: CORRIERE materne ART 310823