l’Adige, Il T, Corriere del Trentino – Mercoledì 15 Gennaio 2025
Metalmeccanici. «Salari fermi, non si arriva a fine mese»
Siemens, 70 metalmeccanici al presidio. Chiesto un aumento di 280 euro
ECONOMIA
Un aumento di 280 euro sulle retribuzioni per far fronte all’inflazione, orari di lavoro più flessibili e meno precarietà. Sono queste le principali richieste dei lavoratori metalmeccanici trentini, per il rinnovo del contratto nazionale. Dopo le prime 4 ore di sciopero venerdì scorso, circa settanta operai hanno nuovamente incrociato le braccia davanti alla sede di Siemens a Spini di Gardolo.
Le ragioni dello sciopero
A indire la mobilitazione unitaria, le sigle Fiom, Fim Cisl e Uilm, accanto alle Rsu. «Abbiamo indetto questo sciopero per costringere Federmeccanica a sedersi al tavolo con un atteggiamento diverso – spiega il segretario della Uilm Willy Moser – I lavoratori hanno proposto una piattaforma di richieste votata dal 98% dei lavoratori e la risposta è stata non solo quella di una chiusura totale sulle richieste economiche e di riduzione dell’orario di lavoro. Lo sciopero è la prima risposta a questa chiusura».
Con lui Luciano Remorini, della Cisl: «In molte aziende si è toccato il 100% di adesione e dai primi dati sembra saremo su una media dell’80%. Le nostre richieste di 280 euro sono solo parte di quello che abbiamo perso negli anni. Dobbiamo mantenere il potere d’acquisto, se siamo giustamente retribuiti facciamo girare il commercio». Non solo, Michele Guarda, della Fiom Cgil, aggiunge che «Federmeccanica ha presentato una propria contro piattaforma e addirittura sta diffondendo tra i lavoratori notizie non corrette, cercando di delegittimare le rappresentanze sindacali. Noi non ci rassegniamo al declino del nostro paese, dobbiamo spingere le aziende ad incrementare salari e benessere della popolazione».
Il contesto trentino
Più nel dettaglio sul contesto trentino approfondisce ancora Guarda: «In Trentino sono interessati circa 12 mila lavoratori. Chiediamo un incremento della paga contrattuale nell’arco del triennio di 280 euro lordi che sono più dell’inflazione programmata per due ragioni. La prima è che dobbiamo recuperare quanto perso negli ultimi anni e la seconda è che i bilanci delle aziende crescono e dobbiamo fare in modo che una parte della ricchezza vada ai lavoratori».
La situazione di Dana
Un commento poi anche sulla situazione della Dana: «Serve una risposta europea, quello che succede nella Dana si sta verificando in tanti gruppi. È chiaro che per noi rischia di avere un impatto devastante. Dovremo fare di tutto perché questo scenario della delocalizzazione in Messico non avvenga. Noi vogliamo, appena Dana finirà in mano al nuovo proprietario, incontrarlo insieme alle istituzioni provinciali per farci dare garanzie di investimento».
Rsu e lavoratori
Ad intervenire sul tema anche Mauro Lorenzi, delegato sindacale Rsu: «In tutto il resto d’Europa le paghe aumentano, per cui chiediamo prima di tutto l’aumento di 180 euro. Ci sono poi altre problematiche legate ai licenziamenti ma quello che ci interessa principalmente sono i salari che oggi non riescono a coprire l’inflazione. Come Siemens abbiamo una buona contrattazione ma ci sono metalmeccanici che prendono 1400 euro e ci sono aziende che tengono persone anche dieci anni in contratti di somministrazione e staff leasing».
Alla sua voce si aggiungono quelle dei lavoratori. «Io non sono qua da tantissimo, in Siemens si riesce a parlare bene con l’azienda. Facciamo sciopero per la giustizia comune. Con l’inflazione è necessario un adeguamento, con 1500 euro di media non si arriva a fine mese», racconta Patrick. Lo segue un folto gruppetto composto da Valentina, Silvio, Mauro, Massimo e Mattia: «Noi lavoriamo per Alcob, le paghe sono basse, siamo sui 1200 al primo livello. Il nostro è di secondo livello e funziona meglio ma dobbiamo unirci tutti per far sì che di base tutti possano arrivare ad ottenere condizioni migliori».
Con loro Elisa che lavora per il Cup del gruppo Gpi: «Con l’azienda abbiamo buoni rapporti ma siamo qui per il blocco delle trattative sul rinnovo da parte di Federmeccanica. I 280 euro sono necessari per adeguarsi all’inflazione che ci ha mangiato tutto nonostante non abbiamo brutti stipendi». Conclude Marco di Cardioline: «Negli ultimi anni l’inflazione è salita molto di più del recupero del contratto metalmeccanico. Non si può non tener conto del fatto che i nostri stipendi sono fermi e se anche Confindustria del Trentino viene a dire che bisogna aumentare gli stipendi, allora vuol dire che serve aiutare i dipendenti ad avere un po’ di stabilità in più».
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ADIGE ART metalmeccanici 150125
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