L’Adige – Giovedì 16 Gennaio 2025
I sindacati: «Manca manodopera perché i posti offerti sono instabili, poco qualificati e mal remunerati»
Solo il 9,3 per cento delle assunzioni per laureati, un terzo dell’Alto Adige
OCCUPAZIONE
TRENTO – «Questi dati ci confermano quanto emerso dalla ripresa post-Covid, ovvero che è difficile reperire la manodopera, ma anche la domanda di lavoro in Trentino è di bassa qualità». Questa la sostanza dell’analisi dei segretari di Cgil, Cisl e Uil, Andrea Grosselli, Michele Bezzi e Walter Alotti.
Secondo i sindacalisti l’immagine del mondo del lavoro in Trentino «sono le tipologie contrattuali offerte ai potenziali candidati che nell’88,8% dei casi sono precarie, stagionali e a tempo determinato, mentre, d’altra parte, i profili professionali ricercati per il 61% sono in ambiti economici a bassa qualificazione e bassa produttività ossia pubblici esercizi, ristorazione, pulimento, commercio, logistica». Di contro – come riporta l’indagine Excelsior – le imprese cercano laureati solo nel 9,3% dei casi (meno della metà delle occupazioni per chi ha solo la scuola dell’obbligo). Insomma, se manca lavoro non è solo questione di crisi demografica, ma anche di «scarsa attrattività di occupazioni spesso instabili, poco qualificate e a bassa retribuzione».
«Ecco perché – dicono i segretari – è ancora più urgente agire con misure straordinarie per sostenere investimenti innovativi delle imprese e così rafforzare la nascita di posti di lavoro di qualità e spingere la crescita della produttività. Dall’altra parte, però, le imprese devono scommettere con convinzione sulla contrattazione territoriale e aziendale per aumentare salari, stabilità dell’occupazione, meccanismi di partecipazione e welfare, in particolare per giovani e donne. Bisogna ripartire dal documento conclusivo degli Stati generali del lavoro di 3 anni fa e far sì che il patto sui salari ancora in fase di discussione individui misure concrete di sostegno a contrattazione e investimenti».
Scarica il pdf: ADIGE ART occupazione 160125
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