Il T – 07 giugno 2023

Nella riforma mancano selettività e diritti

di Andrea Grosselli *, Michele Bezzi **
e Walter Alotti ***

A poco più di un anno dalla definizione della riforma della legge 6/99 il testo arriva all’esame del Consiglio provinciale. L’Aula discuterà di un testo unificato, sicuramente migliorato rispetto alla versione iniziale definita dalla Giunta provinciale, ma ancora segnato da significativi limiti. Almeno dal nostro punto di vista.
Il percorso fino a qui non è stato lineare e molte sono le critiche che anche come organizzazioni sindacali abbiamo sollevato verso questa riforma. E ciò non perché volessimo che tutto restasse uguale. Siamo convinti della necessità di aggiornare il più importante strumento che regola le politiche industriali nella nostra provincia. Una partita strategica, forse tra le più importanti di questa legislatura. Per questa ragione avremmo voluto che si arrivasse ad una Riforma con la “R” maiuscola, con un portato innovativo nella sostanza. Al contrario si è voluto, almeno nell’ottica dell’Esecutivo, dare più importanza alla forma, puntando sulla semplificazione del quadro normativo e degli adempimenti, invece che incidere sui contenuti per aggiornare uno dei tasselli più importanti delle politiche di sviluppo trentine.
Come abbiamo avuto modo di ribadire in molteplici occasioni sono due i punti che a nostro avviso compromettono la buona riuscita della riforma, selettività degli sgravi Irap e vincolo dell’applicazione dei contratti sottoscritti dalle organizzazioni datoriali e sindacali maggiormente rappresentative. O per mancanza di coraggio o per calcolo politico su queste questioni si è scelto di non perseguire nessun reale e concreto avanzamento.
Non possiamo che ribadire, dunque, la nostra netta contrarietà al meccanismo degli sgravi Irap che continua a riconoscere in modo indifferenziato soldi pubblici a tutte le imprese senza alcuna selettività a favore di aziende che investono realmente in innovazione di prodotto e di processo, quindi senza assicurarsi che i contributi pagati con le tasse delle lavoratrici e dei lavoratori trentini comportino un reale aumento degli investimenti privati a beneficio della competitività di tutto il sistema economico locale.
Al contrario si è sottratto gettito alle casse provinciali e quindi indirettamente al welfare, alla sanità, all’istruzione e alla ricerca pubblica. Altro nodo critico, per noi inaccettabile, è la mancata previsione di un meccanismo che vincoli i contributi pubblici al rispetto dei contratti firmati dalle organizzazioni datoriali e sindacali maggiormente rappresentative, dunque che non diventi un modo per finanziare anche chi applica contratti pirata e fa dumping sulle aziende sane, tagliando diritti e salario, o non investendo risorse nella tutela della salute e sicurezza sul luogo di lavoro. La Giunta provinciale su questo punto ha fatto un passo avanti troppo timido, recependo solo in parte le richieste contenute su un accordo imprese-sindacati. Di fatto il vincolo contrattuale viene applicato solo alle richieste di contributo con procedura valutativa, vale a dire solo una piccolissima minoranza di tutte le domande.
Ultima questione che ci lascia perplessi è il fatto che la riforma non sia nata sulla base di una seria valutazione degli impatti delle politiche industriali condotte in
questi vent’anni. È grave che né la Giunta né il Consiglio abbiano ritenuto fare un serio approfondimento sugli impatti. Avrebbe avuto senso, infatti, analizzare limiti e punti di forza della vecchia legge 6 e partire da questi per ridisegnare le politiche industriali provinciali. Una scelta che avrebbe potuto trovare il competente supporto anche della comunità scientifica. Limite che andrebbe colmato con l’avvio di un processo di analisi che veda anche il coinvolgimento dell’Università di Trento.
Restiamo comunque convinti che vista l’importanza strategica di questa legge per lo sviluppo della nostra terra, che ci siano ancora spazi per migliorare il testo in un franco confronto tra maggioranza e opposizione. Questo perché la riforma degli incentivi alle imprese non si riveli un’occasione mancata, ma una buona pagina di questa legislatura a poche settimane dal voto per il rinnovo del consiglio provinciale.
* Segretario generale Cgil del Trentino ** Segretario generale Cisl del Trentino *** Segretario generale Uil del Trentino

 

Scarica il pdf: IL T riforma ART 070623