02 settembre 2020 – Trentino, Corriere del Trentino

Nidi e materne, domani il via. 13.723 iscritti, 67 classi in più. Mancano le aree per il sonno. Si riparte senza mascherina. Rella:«Collaborazione scuola-famiglia».

 

TRENTO La data di apertura dei cancelli di nidi e materne si avvicina. Domani, per 13.723 bambini da 0 a 6 anni in Trentino inizia un nuovo anno scolastico. 266 istituti al via (di cui 112 provinciali e 154 equiparati) con regole decisamente atipiche rispetto agli scorsi anni. Si cerca la normalità in una situazione che mai nessuno ha vissuto prima, e che proprio per questo porta con sé incognite che continuano ad addensarsi a poche ore dall’inizio della didattica. Saranno 731, 67 in più dello scorso anno scolastico, i gruppi sezione individuati da nidi e materne. Cresce di 438 unità anche il personale insegnante. Due adattamenti richiesti dall’obbligo di costituire gruppi sezione con non più di 22 bambini. Per evitare l’affollamento degli spazi, si è calcolato per ogni bambino un’area di movimento di 2,4 metri quadri. Ma la novità più grande è che i gruppi classi saranno fissi e si eviteranno i contatti tra sezioni diverse. Una formula che limita le occasioni di incontro e di scambio, ma assicura una gestione più facile sotto il profilo sanitario.

Tuttavia, questa novità ha imposto una riorganizzazione della composizione delle stesse. «Abbiamo formato sezioni sulla base degli orari scelti dalle famiglie – spiega Ginevra Rella, coordinatrice pedagogica di 8 scuole materne provinciali in zona Trento-Valle dei laghi — Ci saranno perciò classi per alunni che hanno scelto l’orario ridotto (7 ore), ed altre per chi ha optato per l’orario prolungato (a livello provinciale richiesto dal 61% delle famiglie, ndr )». Si perde così, in alcuni casi, la continuità di legami. Il riordino porterà tanti bambini a trovarsi con compagni di classe e insegnanti diversi rispetto allo scorso anno. Nessuno però resta fuori. Così come per i nidi, che in città hanno raggiunto una copertura del 90% delle richieste, anche le materne si sono mostrate resilienti al cambio di marcia richiesto dal Covid-19. La coorte di bambini iscritti, però, diminuisce del – 2,1%.
Più sezioni da meno alunni, azzeramento del contatto tra classi diverse, ventilazione delle aule ogni ora, implementazione delle misure di sanificazione degli spazi. «Chiederemo poi ai genitori di firmare un patto di corresponsabilità tra famiglie e personale», l’appello di Rella. La collaborazione sarà richiesta a partire dalle prime ore della mattina, tra le pareti di casa, quando i genitori dovranno verificare che la temperatura del bambino sia inferiore ai 37,5 gradi. Le scuole misureranno quella del personale.
Si passa poi all’ingresso. Scaglionato, questo è certo. Così come l’uscita. Ma ancora non sono chiari i tempi in cui si smaltiranno tutte le classi. «Le linee guida sono standard, ma dovranno essere declinate sulla base delle peculiarità di ciascun istituto. Nel ventaglio di scuole che coordino ce ne sono alcune monoclasse ed altre con 120 bambini. Naturalmente la gestione sarà differente», continua Rella. Rimangono certe la sanificazione frequente degli ambienti di ingresso e uscita. I bambini, poi, dovranno lavarsi le mani ripetute volte. Ma i comportamenti da tenere durante lo svolgimento dell’attività didattica si rilassano. Viene abolito l’obbligo di distanziamento tra bambini della stessa classe e con l’insegnante. Inoltre, niente mascherine per i bambini (dovranno indossarle solo sui trasporti pubblici fin dai 3 anni). Ma per i 2.344 docenti, di cui 655 a orario ridotto, continuerà a vigere l’obbligo di mascherina. Lo stesso per il resto del personale in servizio (1.000 addetti).

Rimangono diversi nodi da chiarire sulla gestione degli spazi comuni e sulla gestione dei giochi. La novità è che ogni gruppo classe avrà i propri. Meno scambi, quindi. C’è poi l’incognita legata all’area sonno delle strutture. La provincia è stata chiara nell’indicare il lavaggio giornaliero della biancheria dei letti e sulla necessità di evitare l’uso promiscuo dei lettini. Ma «certe strutture, soprattutto le più grandi, come quella di Mattarello, non hanno i posti fisici per garantire un letto a tutti i bambini nel rispetto delle distanze di sicurezza. Dovranno scegliere: o garantire il sonno ai bambini più piccoli, o prevederlo solo per le sezioni che fanno orario prolungato», spiega la sindacalista Marcella Tomasi (Uil). C’è poi il problema degli incarichi disponibili: sono 120 i contratti a termine per insegnanti che la federazione scuole materne non ha ancora assegnato e che rimangono scoperti.

Intanto, la Provincia fa sapere che il 5 settembre è prevista la consegna di 1.500 termoscanner. Verranno posti all’ingresso delle scuole per verificare le temperature di docenti e personale.

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