22 dicembre 2021 – l’Adige

Nuove aree deposito a sud. Trattative in corso. Un osservatorio per i cantieri sicuri

Sarà istituito, dal Comune e da Rfi, un osservatorio per monitorare la gestione dei cantieri e garantire la sicurezza delle migliaia di lavoratori coinvolti nella realizzazione delle circonvallazione ferroviaria. E nell’osservatorio saranno parte attiva anche le organizzazioni sindacali. Quello della sicurezza nei cantieri è un tema che Cgil, Cisl e Uil del Trentino avevano posto, mettendo per iscritto, in previsione dell’incontro tecnico con le categorie economiche e sociali nell’ambito del dibattito pubblico coordinato da Andrea Pillon. L’indicazione che sarà istituito tale osservatorio, con funzione di prevenzione, è arrivata ieri mattina durante l’incontro tecnico a Palazzo Geremia, presenti i rappresentanti del sindacato, delle associazioni ambientaliste e di alcune categorie, come Confesercenti e Assoartigiani. Non è l’unica novità. In previsione c’è pure la definizione, presso il Commissariato del governo, di un protocollo d’intesa in materia di legalità. L’esperienza, ahimè, insegna: le grandi opere e i volumi di risorse in gioco (961 milioni di euro nel Pnrr per il bypass di Trento) sono una ghiotta occasione per la infiltrazioni della criminalità organizzata. Del resto, in Trentino, per il movimento terra, i tentativi ci sono già stati. Nel protocollo, saranno coinvolte le stesse organizzazioni sindacali. Il giorno prima, un analogo incontro tecnico a Palazzo Geremia, aveva visto partecipi le organizzazione di rappresentanza del mondo agricolo, Coldiretti, Cia e Confagricoltura. Le preoccupazioni sono molte. In generale, c’è un approccio condiviso, che va oltre il bypass, e che interpella da subito Rfi e la Provincia: riguarda l’impatto delle quadruplicamento della ferrovia del Brennero a nord, verso Bolzano, e a sud, verso Verona. È il timore che la grande opera si mangi molto più terreno agricolo del bypass oggi oggetto di dibattito pubblico. «Chiediamo di avere una visione d’insieme del progetto e di conoscere come verranno realizzati i collegamenti con i territori confinanti a nord e a sud» dice Gianluca Barbacovi, presidente di Coldiretti. Poi, c’è il tema concretissimo e urgente dei danni subiti dagli agricoltori. «Noi diciamo sì al progetto» spiega Paolo Calovi, presidente di Cia «nell’ottica della sostenibilità ambientale e del trasferimento delle merci da gomma a rotaia. A patto, però, che gli agricoltori vengano rispettati, e con gli espropri sia dato il giusto valore ai territori agricoli». La preoccupazione, forte, riguarda anche i terreni sacrificati ad uso temporaneo come aree deposito e cantiere. La previsione, a sud, è di circa 5 ettari da espropriare e di una ventina per collocare il materiale di risulta della galleria. Qui c’è una novità, anticipata dall’assessore comunale alla transizione ecologica, Ezio Facchin. È la possibilità, allo sbocco sud di Mattarello, di spostare l’area cantiere prevista in destra ferrovia sul lato opposto. C’è una disponibilità dell’azienda agricola Acquaviva srl che ha in proprietà una trentina di ettari a vigneto e 80 a bosco. «C’è un dialogo aperto, di più non posso dire» spiega Pierandré Marsilli, l’amministratore delegato. C’è anche la possibilità di utilizzare la parte nord della cava nei pressi del nuovo depuratore. La vicesindaca di Besenello, Roberta Rosi, ha suggerito prudenza nell’apprestamento e gestione del cantiere base di oltre 14 mila m! all’ingresso nord del paese, per le inferferenze con la statale e via della Posta Vecchia. C’è inoltre il tema dei “relitti”, cioè delle aree di risulta accanto a quelle espropriate, che non hanno più valore agricolo. Moccagatta, che segue la parte espropri, ha assicurato che, di fronte ad una futura, formale richiesta dei proprietari, Rfi si renderà disponibile ad acquistarle.
Nella mattinata di ieri, nella sala della Regione, i rappresentanti della Rete dei cittadini hanno presentato ai capigruppo del consiglio provinciale il progetto alternativo di bypass ferroviario in Destra Adige. Sono intervenuti gli ingegneri Mario Perghem Gelmi e Paolo Zadra, Emiliano Voltolini e Martina Margoni. L’invito è quello di considerare un pausa di riflessione per valutare la soluzione alternativa al progetto in Sinistra Adige che «potrebbe danneggiare irreparabilmente il territorio della valle dell’Adige». No, è stato detto, al ricatto del Pnrr: la minaccia di perdere il finanziamento se l’opera non sarà realizzata entro il 2026. I capigruppo Paolo Zanella (Futura) e Sara Ferrari (Pd) hanno auspicato la organizzazione, dopo l’Epifania, della conferenza di informazione, con R?, sul grande progetto.

 

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