Corriere del Trentino, Il T – 21 settembre 2023

«Piattaforma unitaria per dare risposte a lavoratori e famiglie»

«Una piattaforma unitaria per dare risposte su potere d’acquisto, precarietà nel mondo del lavoro, sostegni alle famiglie e produttività delle imprese». Questa la proposta lanciata dalle tre sigle sindacali e motivata in un tour di sette assemblee pubbliche svoltesi negli ultimi dieci giorni in altrettanti comuni del Trentino. Ieri a Trento l’ultimo appuntamento. In piazza Cesare Battisti, tra cartelli che invocavano «fatti e non promesse elettorali» e bandiere portate a spalla dal centinaio di presenti, i segretari di Cgil, Cisl e Uil hanno ribadito congiuntamente la loro agenda delle priorità del Trentino: retribuzioni, occupazione giovanile, famiglie, imprese e sistema di welfare.
«Con un’inflazione a doppia cifra in questi due anni i lavoratori hanno sostanzialmente perso due mensilità — fa il punto Andrea Grosselli, segretario Cgil del Trentino — Bisogna avere il supporto di una vera politica dei redditi, che rinnovi i contratti collettivi scaduti. Ci sono categorie nel settore alberghiero che non hanno aumenti da addirittura cinque anni». Facendo le somme, per il segretario il Trentino conterebbe 120.000 lavoratori dipendenti che non hanno beneficiato di alcun rinnovo contrattuale. «Non è accettabile, proponiamo che a questi lavoratori venga fatto un contratto territoriale con un conguaglio di 150 euro lordi al mese per recuperare il potere d’acquisto». Considerato il periodo, con le elezioni alle porte, i sindacati si portano avanti con i lavori e chiedono alla giunta che verrà interventi urgenti sul reddito: «Chiederemo di costruire un sistema territoriale che tuteli chi non ha contratti nazionali rinnovati e chi è privo di contratti integrativi di secondo livello». Incidentalmente, Grosselli avverte che sarà decisiva anche l’inclusione sociale, «a partire dai migranti di cui avremo un grande bisogno nei prossimi anni, fino agli anziani, che sono sempre di più e con maggiori bisogni». L’invecchiamento della popolazione è «sì una conquista per la società, ma attualmente troppo spesso grava sulle famiglie».
Così le questioni sul welfare si trovano a coincidere con quelle sulla sanità. «Rimettiamo al centro la sanità — invita il segretario provinciale Cisl, Michele Bezzi — Con la carenza di personale e i servizi che iniziano a calare ci si sta spostando verso il privato. Siamo consci che la sanità non richiederà interventi facili e immediati perché ha dei costi, ma per questo il miglioramento del welfare può essere dirimente». Trascinando il ragionamento sul piano concreto, ciò significherebbe «per esempio aiutare il lavoratore a offrire assistenza ai familiari, alleggerendo l’impatto sulla sanità e sui servizi pubblici». Sul fronte delle imprese, la proposta dei sindacati è di eliminare gli sgravi Irap a pioggia, entrando invece nella logica dei «contributi mirati per chi investe sui lavoratori e sulla qualità dell’ambiente lavorativo». Walter Alotti, segretario Uil, ha analizzato la situazione delle famiglie trentine: «Le famiglie non sono state le prime destinatarie degli aiuti provinciali di cui avrebbero avuto bisogno dopo il Covid ma soprattutto dell’emergenza costi che ha investito l’energia e il carovita». A ciò si aggiungerebbero le complessità legate alla casa: «Sono aumentati i costi degli affitti e non sono state date risposte convincenti sui mutui per le prime case. Inoltre non sono stati assegnati gli alloggi pubblici a chi era in graduatoria per ottenerli». E il riferimento cade sui «mille alloggi di Itea rimasti sfitti».

 

 

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