5 maggio 2017 – Trentino

PIÙ RISORSE ALLA SCUOLA STATALE

Si è già scritto sull’allarmante clima, per la Scuola Statale (in Trentino la Scuola provinciale “a carattere statale”), determinato da alcune modifiche normative introdotte dalla cosiddetta Buona Scuola, sia a livello nazionale sia, soprattutto, nella piccola e politicamente autonoma provincia di Trento. Più volte abbiamo scritto di una vera e propria mutazione genetica: da Scuola pubblica a Scuola privata, di parte e/o di partito. Un percorso che è iniziato proprio in Trentino nel lontano 2006.

Quando l’autonomia scolastica, introdotta al fine di potenziare le libere scelte formative di ogni singola Istituzione Scolastica (vera e propria collettività educante), venne di fatto trasformata in strumento per la gestione politico amministrativo della Scuola. Siamo sicuri che una scuola di tal fatta, una vera e propria scuola privata sia essa di proprietà di una maggioranza politica, sia di una confessione religiosa, possa essere scuola di qualità? È grazie allo Stato che l’istruzione di intere generazioni di ragazze e ragazzi è stata tolta agli istituti religiosi per consegnarla a una vera e propria Funzione, svolta da personale altamente preparato, con il grande compito della formazione dei cittadini, della costituzione della futura classe dirigente del Paese. I Padri Costituenti, con grande sforzo ideale e culturale, sono riusciti a disegnare la Scuola di tutti e per tutti, e lo Stato se ne carica l’onere; di qualità, e lo Stato tutela la libertà di insegnamento; garantendo a tutti i ragazzi capaci e meritevoli di raggiungere i più alti gradi dell’istruzione. Ai privati il diritto di costruirsi proprie scuole, indirizzate e finalizzate ad attività di natura politica / culturale / religiosa, senza oneri dello Stato. E questa scelta, quella di puntare su una scuola che formi cittadini e costruisca collettività, ha dato i suoi frutti: sono sotto gli occhi di tutti. C’è a questo punto da chiedersi: a una Funzione primaria dello Stato possiamo applicare logiche mercatiste intitolate ai costi standard di sostenibilità, così come ciclicamente riproposte da Istituti religiosi con l’unico obiettivo di stornare risorse pubbliche a fini privati? Si lesinano risorse alla scuola di tutti e per tutti e si elargiscono prebende alle istituzioni private, costruendo tra l’altro il falso mito della scuola religiosa privata rigorosa, selettiva e di qualità. Recenti ricerche pedagogiche internazionali, tra queste una ultima pubblicata sul sito dell’Ocse, testimoniano come una scuola privata fortemente selettiva e rigida produca un aumento della stratificazione e della segregazione sociale. Senza peraltro che minimamente migliorino le performances degli studenti iscritti a queste scuole.

E nella felice isola trentina? Nulla di nuovo sotto il sole e nulla di diverso dalle nuove tendenze nazionali, anzi. Le Giunte Provinciali in Trentino, a prescindere dalla declinazione del colore politico, da anni contribuiscono alle fortune della scuola privata. La provincia di Trento non si sottrae affatto a logiche intitolate alla questua, ponendo in subordine i “diritti politici” di tutti gli alunni. Continui sono gli interventi, gli atti provinciali che permettono di risparmiare alcune decine di migliaia di euro sulla scuola pubblica e al contempo regalano milioni di euro alle scuole private. Se con una mano si toglie, con l’altra si regala: più di 11 milioni di euro elargiti alle scuole private (oltre un sostanzioso contributo per ogni alunno iscritto). La delibera 452 del 24 marzo 2017, avente oggetto la “Ripartizione delle risorse finanziarie a favore dell’istruzione scolastica paritaria per l’esercizio finanziario 2017”, offre alle scuole private questa autentica manna. E da piazza Dante, mica dal cielo.

Consoliamoci con la rilettura di alcuni articoli della Costituzione Italiana: tra questi il 33 e il 34. Nella Scuola pubblica: non si fanno differenze di razza o di religione; il colore della pelle non è più importante di quello degli occhi; si formano i ragazzi attraverso la negoziazione, la soluzione di conflitti e tensioni; insieme si costruisce conoscenza. Nella scuola pubblica non si carezzano né si allevano appartenenze religiose e/o elitarie. Difendiamo la Scuola effettivamente Pubblica. E il suo diritto a ricevere le necessarie dovute risorse. Finanziare la Scuola Statale non è un costo, tantomeno è un parametro standard: è investire nel futuro del Paese, nel futuro di tutti noi.

Scarica il pdf: scuola ART 050517