Trentino, Il T – 09 maggio 2023

«Più salari e meno precarietà» Sindacati contro il decreto lavoro

Le rivendicazioni sono parte di un decalogo che i sindacati ripetono da tempo. Partono dall’adeguamento strutturale dei sussidi all’inflazione, che pesa sia a livello nazionale che ulteriormente sul territorio provinciale. E arrivano alla richiesta di salari più alti, passando per il raggiungimento di maggiore sicurezza sul lavoro, intesa sia come lotta alla precarietà che come tutela della sicurezza fisica delle persone. Richieste che verranno sottoposte ai piani alti del governo, unendo le voci nell’assemblea unitaria di Cgil, Cisl e Uil del 13 maggio a Milano. All’interno della mobilitazione generale nazionale, che vedrà come ultima tappa Napoli, il 20 maggio, si inserisce l’assemblea unitaria convocata a Trento, domani alle 9 all’Arcivescovile. In cui il gigante nella stanza sarà certamente il bilancio provinciale.
«Senza recupero reale, lavoratori e pensionati si vedono erodere il potere d’acquisto e faticano a barcamenarsi nel quotidiano», spiega Michele Bezzi, segretario generale della Cisl del Trentino. E arrivano a quella che chiamano «lotta di civiltà». «Serve anche una riforma del fisco, che vada a premiare chi contribuisce maggiormente al gettito dello Stato. Ossia i lavoratori dipendenti e pensionati. E combattere l’evasione, visti i 100 miliardi di sommerso esistenti», continua. I sindacati chiedono maggiori investimenti sui luoghi di lavoro, sia per aumentare il personale preposto alle verifiche sulla sicurezza, ma anche per lavorare su formazione e cultura. «Infortuni e morti sul posto di lavoro sono ancora troppi – continua il segretario di Cisl – Chiediamo che i finanziamenti dati alle imprese diventino più selettivi, a partire dal rispetto delle norme e dei contratti collettivi. Dobbiamo riuscire ad uscire dalla logica degli investimenti a pioggia. Andando a premiare le imprese che investono sui propri dipendenti».
Il Decreto lavoro è sotto la lente. Sull’emergenza salariale e il contrasto alla precarietà, dicono Cgil, Cisl e Uil, «le risposte del Governo Meloni sono fittizie e insufficienti». In fatto di riduzione del cuneo fiscale, spiega il segretario generale di Cgil del Trentino Andrea Grosselli, «l’intervento del decreto lavoro è sicuramente importante, ma dobbiamo ricordarci che senza rafforzare la contrattazione collettiva si rischia di far perdere soldi ai lavoratori». Un modo per dire che l’intervento andrebbe finanziato stabilmente, non in deficit e una tantum. «In 10 anni sono stati investiti per tagli al cuneo fiscale 100 miliardi di euro. Mentre i contratti collettivi vengono rinnovati con 8 anni di ritardo senza alcun recupero dell’inflazione pregressa. La prima richiesta va allo stato e alla provincia», aggiunge. Il riferimento è alla sanità pubblica, alla scuola e alla pubblica amministrazione. Se ne parlerà nell’assemblea sul territorio, in cui si toccheranno le corde di questioni locali. I modi e il contenuto delle modifiche al bilancio apportate dalla Giunta non convincono i sindacati, contrari alla decisione di Piazza Dante di tener bloccati nelle casse 3,5 miliardi di euro di liquidità. «Siamo delusi e disillusi. Non sono stati trattati settori e argomenti che si sperava fossero alla base della manovra», conclude Walter Alotti (Uil).

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