Trentino – 24 febbraio 2023

Prezzi alle stelle, i sindacati: rinnovo dei contratti subito

TRENTO. I sindacati Cgil, Cisl e Uil chiedono con forza il rinnovo dei contratti e l’adeguamento delle buste paga al carovita. «Con un’inflazione ancora a due cifre lavoratori e pensionati sono in difficoltà» hanno dichiarato. Non si ferma la corsa dell’inflazione in Trentino anche se la crescita dei prezzi rallenta. A gennaio l’indice dei prezzi rilevato dall’Istat ha fatto segnare un incremento del 10% rispetto allo stesso mese dell’anno precedente. A dicembre l’inflazione in provincia aveva superato il 12%. Un rallentamento che non rassicura però i sindacati. «Ad oggi non c’è nessun calo dei prezzi al consumo – fanno notare i segretari provinciali di Cgil Cisl Uil, Andrea Grosselli, Michele Bezzi e Walter Alotti -. Una situazione di aumenti che ormai dura da un anno e che sta sfiancando le famiglie e i pensionati».
A trainare gli incrementi sono le spese legate ad abitazione, acqua, combustibili ed elettricità. Lavoratori e pensionati, infatti, non hanno visto nessun effetto sulle bollette del calo dei prezzi energetici. Devono fare i conti, invece, con pensioni e stipendi che non riescono a stare dietro al costo della vita. «L’unica via d’uscita si chiama contrattazione», insistono i sindacalisti che rivendicano i recenti rinnovi a livello locale. «In queste settimane si sono segnati passi avanti con il rinnovo del contratto integrativo provinciale dell’edilizia e dell’artigianato metalmeccanico. Siamo giunti anche alla storica firma di un contratto integrativo per il turismo. È questa la strada da percorrere, ma nei datori di lavoro ci sono troppe resistenze».
Per Cgil Cisl Uil, invece, i contratti vanno rinnovati nei tempi giusti. Una sollecitazione che le tre sigle mettono anche sul tavolo della Giunta provinciale. «Non si è ancora aperto il tavolo di confronto per il rinnovo ‘22-’24 del comparto autonomie locali, mentre gli aumenti della precedente tornata contrattuale stanno cominciando ad arrivare solo adesso».
In Trentino sono circa 120mila i dipendenti con le retribuzioni bloccate. «La Provincia in quanto datore di lavoro dovrebbe dare il buon esempio sollecitando anche le aziende private. Assistiamo invece ad un immobilismo che porta aziende e Giunta a prendere atto sulla stampa del problema salariale e a non fare nulla per sbloccare la situazione. Il tutto mentre i lavoratori si impoveriscono sempre di più». In media, infatti, un lavoro dipendente ha visto svanire due mensilità erose a causa dell’inflazione. «Servono misure che spingano le aziende ad accrescere la produttività e ad aumentare i salari in modo strutturale. In questo senso la riforma della legge provinciale per gli incentivi alle imprese rischia di essere un’occasione persa», concludono Grosselli, Bezzi e Alotti.

 

Scarica il pdf: TRENTINO carovita ART 240223