18 agosto 2019 – Trentino, Corriere del Trentino

«Il problema non sono gli stranieri. Itea, la Provincia costruisca più case»

«Il problema non sono le case Itea che vengono assegnate agli stranieri, che tra l’altro sono una netta minoranza, il problema sono le case che mancano. Itea investa, costruisca nuove case o ne ristrutturi immobili che già ci sono. Il bisogno di case cresce e gli alloggi non ci sono». Il segretario della Uil del Trentino Walter Alotti, dopo le accuse di razzismo del segretario della Cgil Franco Ianeselli alla giunta provinciale, mette il dito nella piaga: mettere il requisito dei 10 anni residenza per ottenere la casa Itea non serve. «Non serve no. E questo perché le case non ci sono, né per gli stranieri e neanche per i trentini. Invece di fare misure demagogiche che verranno cancellate dalla Corte Costituzionale, così come è accaduto finora in tutte le regioni in cui ci hanno provato, investano». Secondo Alotti, parlare degli assegnatari stranieri vuol dire solo spostare l’attenzione dal vero problema: «Il problema non sono gli stranieri. Lo dimostrano i dati e lo stesso bilancio sociale dell’Itea. Gli assegnatari extracomunitari sono poco più del 5%. Se si va a guardare la lista degli assegnatari si vedono molti cognomi stranieri, ma sono tutte famiglie presenti qui in Trentino da tanti anni. Moltissimi hanno la cittadinanza. E chi non la ha è comunque residente in Trentino da più di dieci anni. Per questo mettendo il requisito della residenza da più di 10 anni non si risolve proprio nulla. L’Iteahapocopiùdi10milae600alloggi che non bastano per rispondere ai bisogni della popolazione trentina. La politica si deve porre il problema seriamente e spendere in questo settore».
Il piano mancato
Il segretario della Uil ricorda che ben 12 anni fa era stato lanciato il piano di housing sociale della Provincia che, però, si è arenato miseramente nemmeno a metà del guado: «Nel 2007 era stato lanciato il piano che prevedeva la realizzazione in dieci anni di ben 9 mila alloggi. Tremila dovevano essere costruiti ex novo, tremila dovevano essere recuperati dagli alloggi dismessi e poi riattati e tremila dovevano essere gli alloggi a canone moderato, per andare incontro alle esigenze di quella fasci di popolazione che non ha i requisiti per ottenere l’assegnazione dell’alloggio sociale e non può permettersi i canoni di mercato. In tutti questi anni, però, dei novemila alloggi previsti ne saranno stati realizzati meno della metà. L’unica cosa che funziona sono gli alloggi di risulta che l’Itea negli ultimi anni è riuscita a riattare e a rimettere in circolo molto più velocemente di prima. I nuovi alloggi, invece sono pochi e quelli a canone moderato ancora meno. E questo mentre le esigenze crescono».
ze crescono».
Alotti spiega che Itea e Provincia avrebbero a disposizione anche strade diverse dalla costruzione ex novo degli alloggi: «Itea potrebbe sfruttare immobili o aree edificabili già nella disponibilità della Provincia come l’area ex Artigianelli a Susà di Pergine. Non dico che si dovrebbe costruire tutto nuovo. Si potrebbe sfruttare immobili da ristrutturare. Ma l’importante è che ci si renda conto che quella della casa è una vera emergenza. Lo dimostra anche la crescita esponenziale dei soldi che vengono spesi come integrazione al canone per aiutare chi avrebbe diritto alla casa pubblica, ma non la può avere perché non ce ne sono. Ormai si spendono più di 6 milioni all’anno. Si potrebbe anche dare garanzie per spingano i privati a mettere a disposizione gli alloggi sfitti. La Provincia potrebbe garantire il pagamento dei canoni ed eventuali danni. Si potrebbero fare tante cose. Ma, invece, siamo alla follia di discriminare gli stranieri. Una follia che, tra l’altro, non risolve neanche il problema per i trentini. La giunta si deve rendere conto che così non si va da nessuna parte e nel frattempo, le famiglie sono costrette o a pagare cifre esorbitanti o ad andare altrove e così la società non cresce».
Moranduzzo: i trentini hanno aspettato troppo
Devid Moranduzzo, consigliere della Lega, però, non la vede così: «Ancora una volta Ianeselli della Cgil si schiera contro le intenzioni della Giunta Fugatti di dare priorità ai cittadini trentini nelle politiche di welfare. Quella di favorire i trentini nel ricevere gli aiuti elargiti dalla Provincia è una scelta di buonsenso e di una logica talmente disarmante e comprensibile, che ogni critica può venire solo da chi ha a cuore gli interessi di altre categorie. La Lega al governo, invece, è coerente con ciò che aveva promesso in campagna elettorale. Nell’ultimo decennio in Trentino le discriminazioni le hanno subite solo ed esclusivamente i cittadini italiani, fermi ad aspettare in lista d’attesa mentre si vedevano superare dai nuovi arrivati. Capisco e condivido l’aiutare gli altri, ma non a discapito di chi si è spaccato la schiena per il nostro Trentino. Oppure anche questo è razzismo, sì, ma al contrario»

Scarica il pdf: ITEA ART 180819