15 gennaio 2020 – Corriere del Trentino

Provinciali, 100 euro in più in busta. Sindacati soddisfatti. Rinnovo dei contratti, stanziati 67 milioni. Sono 33.000 i dipendenti coinvolti

Tra gli 80 e i 110 euro lordi al mese in più nelle buste paga del personale del sistema pubblico provinciale entro la fine del 2021. Secondo le prime stime, sono queste le cifre di cui si parla grazie al protocollo d’intesa firmato lunedì dalla Provincia di Trento e le rappresentanze sindacali di Cgil, Cisl e Uil. Un totale di 67 milioni che la giunta provinciale ha stanziato per dare il via alle trattative per i rinnovi contrattuali 2019-2021 delle singole categorie coinvolte.
Complessivamente i sindacati si dicono soddisfatti dell’accordo. «Il 4,1% di aumento su tutte le voci delle retribuzioni è un buon compromesso, soprattutto perché siamo riusciti a ridurre la dilazione di questi aumenti», commenta Walter Alotti, segretario della Uil trentina. Oltre a quello dello 0,70% alla data del primo gennaio 2019, che assorbe l’indennità di vacanza contrattuale relativa al triennio 2019/2021, che «speriamo venga pagata entro breve», sono previsti tre scaglioni di aumento in tre step: +1,8% al primo aprile 2020, +3% al primo gennaio 2021 e +4,1% alla data del primo settembre 2021.
«Realisticamente i lavoratori dovranno aspettare fino all’estate per vedere i primi aumenti sostanziali di stipendio, perché si dovrà aspettare l’assestamento di bilancio di metà anno», chiarisce Luigi Diaspro, segretario generale di Fp Cgil del Trentino. Particolarmente soddisfatto anche della clausola inserita per cui si garantisce a tutti i settori (e non solo a quello scolastico) l’adeguamento rispetto all’accordo nazionale nel caso in cui a Roma si trovasse un accordo per un aumento maggiore. «È improbabile che accada, però siamo contenti di aver tutelato tutte le categorie». «Ora dovranno aprirsi le singole contrattazioni. La speranza è che la giunta proceda rapidamente come promesso», spiega Michele Bezzi, segretario della Cisl provinciale.
Uno dei punti più controversi dell’accordo è la clausola per cui la Provincia si riserva di ridiscutere gli aumenti in caso di «gravissime e non prevedibili dinamiche di bilancio». Secondo Alotti «abbiamo discusso molto della formulazione di quella clausola, ma crediamo che quest’ultima ci metta al riparo da modifiche non seriamente motivate». «Così com’è stata scritta, ci garantisce di essere richiamati al tavolo delle contrattazioni in caso di necessità», aggiunge Diaspro. Traspare però fiducia che le risorse per consentire gli aumenti vengano trovate, perché, come sottolinea Bezzi, «il presidente Fugatti ci ha messo la faccia».
Chi ha deciso di non apporre momentaneamente la firma sul protocollo, per ora, è la Fenalt. «Quella clausola è solo una delle cose che ci lasciano perplessi — puntualizza Bruno Boschetti, presidente della sigla sindacale —. Ad esempio, cosa si intende quando si dice di voler andare incontro alle esigenze del pubblico? Per prolungare gli orari di apertura degli sportelli servirebbe ampliare il numero dei lavoratori». Il rammarico si estende anche alla cifra «strappata» alla Provincia. «Se fossimo stati tutti uniti nel richiedere lo stesso trattamento di Bolzano (+4,8% delle retribuzioni), forse avremmo ottenuto condizioni migliori».
Per questo Fenalt si è riservata il diritto di consultare la base prima di prendere una decisione. «Faremo presto una riunione per illustrare al meglio il protocollo e avere da loro indicazioni sul da farsi».

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