08 maggio 2020 – Corriere del Trentino

Quale debito per il Trentino: urge scegliere

Leggo con un certo stupore l’editoriale del professor Michele Andreaus (Corriere del Trentino del 6 maggio). Preannuncia per il Trentino un «futuro dentro al debito», ma un debito interpretato forse in maniera molto parziale, senza una analisi dei pro e dei contro dei diversi possibili scenari, illustrando solo i pro di quello a lui più congeniale e solo i contro degli altri comunque possibili.
Mi spiego meglio. Ovvio che il debito, meno costa meglio è. Non può essere però usato come unica spiegazione per dirigere il ragionamento dove si vuole. Altrimenti non si spiegherebbe come mai al mondo, e anche in Trentino, vi sono molti tipi di debito, anche dove il debitore è l’ente pubblico trentino. Il professor Andreaus ha fatto parte del cda di Cassa del Trentino, lo strumento «principe» del debito della Provincia. Crediamo quindi abbia approvato le emissioni di debito della società controllata, effettuate soprattutto nelle forme tradizionali del prestito obbligazionario, con dei tassi passivi più alti dei prestiti BEI e CDP. E i brillanti conti economici della società provinciale sono il frutto della generosità provinciale nel pagare interessi attivi alla propria società controllata, spesso più alti di quelli correnti sui mercati obbligazionari dove si sarebbero potuto comprare il debito. E infatti la Provincia, da più parti sollecitata circa questa anomalia, di recente ha cercato parzialmente di porre rimedio alla cosiddetta «cresta sui tassi». Ma veniamo alle due questioni concrete, quelle che interessano i politici e i cittadini trentini. Nel comunicato stampa provinciale numero 901 del 29 aprile scorso, relativo all’approvazione del solito brillante bilancio 2019 di Cassa del Trentino, si legge che «la società sta già lavorando a un prestito dalla BEI di 170 milioni di euro, al fine di assicurare maggiori disponibilità per rilanciare gli investimenti — e, dunque, ancora per sostenere la ripresa economica post COVID- 19». Inoltre è in programma il perfezionamento a breve di un nuovo finanziamento BEI–Cassa del Trentino per circa 170 milioni. Tutti sanno che i prestiti dalla BEI sono i più convenienti per gli enti pubblici, ma purtroppo non possono finanziare, per regolamento, qualsiasi spesa della Provincia, ma solo certe tipologie di investimenti. E le altre spese come saranno finanziate? Quali sono le altre forme di debito che la Provincia può valutare? Il prossimo prestito dalla BEI è sicuramente da fare subito, ma poi quali forme di debito affiancare? Si potrebbero valutare anche altre forme innovative di debito pubblico provinciale, attingendo a una piccola fetta dei 12 miliardi dei risparmiatori trentini, già bastonati dagli andamenti negativi delle borse azionarie, dai debiti non rimborsati di alcune banche nazionali, dai tassi bassi dei titoli di stato italiani e dai tassi addirittura negativi di quelli tedeschi o se si considerano anche le spese, dei c/c bancari. E come farlo? Con una emissione di debito da parte di Piazza Dante, anche tramite la sua controllata Cassa del Trentino (possibilmente riducendo all’osso l’aggio sui tassi!), sollecitando per la prima volta da parte della Provincia quel pubblico risparmio trentino che noi crediamo potrebbe sceglierla non solo per convenienza di tasso. In tale momento di emergenza anche finanziaria, i risparmiatori privilegiano la sicurezza dell’emittente, e il Trentino è più sicuro dell’Italia (come conferma anche il professor Andreaus). Titoli sul mercato finanziario che rendono anche più del 5% ce ne sono molti, ma non ho visto cittadini trentini correre ad acquistarli, nemmeno prima del nefasto «cigno nero covid», proprio perché reputano quei titoli e quegli emittenti, solitamente imprese private, molto rischiosi. Inoltre, a differenza del debito provinciale fatto con i mercati finanziari esteri e con la BEI o CDP, se la Provincia emettesse prestiti acquistabili dai trentini c’è da considerare che gli interessi passivi pagati dalla Provincia sarebbero incassati dai risparmiatori trentini stessi e spesi sul nostro territorio, creando così un moltiplicatore finanziario tutto trentino.
*Segretario generale Uil del Trentino

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