12 giugno 2020 – Trentino, Corriere del Trentino

Rientro dei provinciali, scontro totale coi sindacati

Il caso. Piazza Dante spinge per il ritorno in ufficio e vorrebbe turni spalmati anche al sabato La replica: «Tanta fretta solo per riempire i bar a pranzo. Pronti a scendere in piazza»

TRENTO. È scontro totale tra Provincia e sindacati sul progetto della giunta di accelerare il rientro dallo smart working di tutti i dipendenti e di spalmare su più giorni (anche il sabato mattina) e pure alla sera (fino alle 19.30) l’orario di apertura di alcuni uffici pubblici.
Mercoledì un primo incontro tra Provincia e parti sociali ha prodotto una fumata non nera: nerissima. Stefano Galvagni e Luigi Diaspro della Cgil sono i più duri: «Ci è stata opposta tutta una file di “devono” rispetto ai dipendenti provinciali, che abbiamo trovato fuori luogo dopo tre mesi in cui i dipendenti provinciali sono stati ritenuti come quelli “pagati per stare in vacanza”, ancor più inefficienti. È stato fatto un quadretto inaccettabile senza tener conto dei tantissimi che hanno lavorato con mezzi propri, con oneri a proprio carico. La macchina ha continuato a funzionare, ad erogare servizi ma questo, alla giunta, sembra non interessare, come pure non interessano le necessità di cura all’interno delle famiglie». E ancora: «In cambio del prolungamento della fascia pomeridiana fino alle 19.30 ci sono stati proposti 6 euro di buono pasto. Il che ci porta a ritenere vere le voci che si sono rincorse in queste settimane secondo le quali ci sarebbero state forti pressioni per il rientro dei dipendenti provinciali da parte della ristorazione e dei bar. Dato che il buono sarà utilizzabile a inizio o fine turno crediamo che alla fine tanti non lo utilizzeranno per andare al “ristorante”. Insomma, ci sembra l’ennesimo pasticcio. Ci chiediamo a cosa serva tenere aperti gli uffici fino a tardi mettendo in grossa difficoltà tanti lavoratori e le loro famiglie. Per il tipo di servizi erogati dalla Provincia questa cosa non servirà a nulla e porterà solo disagi e costi. Siamo pronti a scendere in piazza. E sapremo spiegare all’opinione pubblica che il sindacato confederale si occupa di tutti i lavoratori, settori pubblici e privati, e che è indegno continuare ad alimentare conflitti anziché trovare soluzioni».
Giudizi non meno pesanti arrivano anche dalla Cisl: «La proposta di orario presentata alle organizzazioni sindacali riteniamo sia fortemente penalizzante perché anziché salvaguardare il personale, impone rientri giornalieri frammentati dal completamento dell’orario in smart working: inapplicabile e fortemente penalizzante in assenza di una vera condivisione» attaccano Beppe Pallanch e Marcella Tomasi.
Ieri la giunta provinciale ha voluto replicare alle prese di posizione dei sindacati: «La fase di ripresa spiega la nota di piazza Dante come noto è attentamente monitorata e segue specifiche linee guida che tengono nella massima Covid e orari dei dipendenti pubblici: turni per garantire sicurezza l’aspetto della sicurezza. A questi stessi principi si ispira il piano di organizzazione proposto dal Dipartimento al personale per assicurare da un lato il massimo di efficienza richiesto al pubblico e dall’altro la garanzia per i dipendenti dell’Amministrazione di poter operare senza rischi all’interno dei propri ambienti di lavoro. L’articolazione dell’orario ipotizzata (5 ore giornaliere) consente infatti di turnare il personale evitando affollamenti negli uffici. Ovviamente devono rimanere invariati monte ore settimanale complessivo e retribuzione. Per mantenere l’orario settimanale di 36 ore si propone di attuare un mix fra prestazioni da effettuare in ufficio il venerdì pomeriggio e, in determinati casi, il sabato mattina e la prosecuzione delle attività in smart working, come attuato in questo periodo di emergenza. Si tratta di una soluzione limitata nel tempo, connessa all’eccezionalità della situazione e che appare ragionevolmente adatta a contemperare le esigenze di sicurezza con il dovere di continuare a dare un contributo importante per la tenuta complessiva del ‘sistema trentino».

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