18 marzo 2017 – Corriere del Trentino

Rinnovo contratto gas-acqua

«Una proposta da respingere» Presidio davanti a Dolomiti Energia. «Licenziamenti, criteri arbitrari»

Sole, bandiere, fischietti e diritti. Presidio davanti alla sede di Dolomiti Energia ieri mattina. In una settantina di lavoratori afferenti alle tre sigle sindacali Uil, Cgil e Cisl hanno incrociato le braccia per due ore ieri mattina e manifestato le loro preoccupazioni relativamente al rinnovo del contratto del comparto gas-acqua.

Lo stop dell’attività ha interessato in particolare i lavoratori di Dolomiti Energia e Novareti. «Al presidio hanno aderito oltre una settantina di persone (350 circa i lavoratori del settore, ndr), altre hanno scioperato ma non si sono presentate oggi (ieri mattina, dalle 9 alle 11, ndr). La partecipazione è stata ottima. Il lato negativo sono le proposte contrattuali della base datoriale: sono irricevibili». A parlare è Giuseppe Di Chiara (Uiltec) che ieri è sceso in strada con Mario Cerutti (Filctem Cgil), una rappresentanza della Femca Cisl e i lavoratori. Il contratto nazionale collettivo del settore acqua-gas è scaduto 14 mesi fa. Dell’inizio di marzo è l’interlocuzione delle tre sigle sindacali con il Ministero: i sindacati sono andati a Roma per cercare una soluzione alla questione. Ma, ad oggi, non si è ancora trovato il bandolo della matassa.

A spiegare i nodi di una situazione complessa (complicata, come ricordano i sindacati, anche dalla presenza nella partita delle gare per i rinnovi delle concessioni della gestione rete) è sempre Di Chiara: «Dal punto di vista economico ci è stata prospettata una riduzione dal 20% al 10% della maggiorazione dello straordinario feriale. Poi le prime due ore di lavoro straordinario (dalla 38esima alla 40esima) non sarebbero pagate come straordinario, ma come ore ordinarie. Ancora: la maggiorazione del festivo, secondo le proposte, passerebbe dal 30% al 15%. Un passaggio che avrebbe effetti anche sulla parte impiegatizia». Ma «la cosa più grave», quella che maggiormente spaventa lavoratori e sindacati, è relativa alla «parte normativa»: «Ci fa paura l’introduzione della causale del licenziamento per “scarso rendimento”. Un parametro che introduce un margine di discrezionalità, di soggettività nelle decisioni. Ciò ci preoccupa soprattutto in un momento in cui si va in pensione alla soglia dei 70 anni: temiamo che il parametro possa essere introdotto per questo motivo». Ma le preoccupazioni non terminano qui: «Per quanto riguarda gli operai, invece, tra le clausole del licenziamento è inserita quella del mancato raggiungimento nei tempi stabiliti per la reperibilità».

Dopo la giornata di ieri si conteranno le adesioni all’astensione e al presidio. Seguirà il dialogo: «Ci sarà a breve un incontro sindacale con le associazioni datoriali a Roma. Aspettiamo una reazione da parte loro» dice Di Chiara. Ma l’attenzione rimane comunque alta, precisa: «Abbiamo già avvisato i lavoratori: siamo pronti a replicare la mobilità, se necessario».

Scarica il pdf: gas-acqua ART 180317