27 ottobre 2018 – Trentino, Corriere del Trentino

Sait, la protesta si fa dura: «Coinvolgiamo Superstore»

Dopo tre giorni di sciopero la stanchezza si fa sentire. Ieri i lavoratori del Sait hanno protestato a Trento e a Rovereto e a fine giornata sembrava che non ci fosse l’intenzione di proseguire. Invece un gruppo di Rovereto in serata ha chiesto di non mollare, per cui stamattina ci sarà un unico presidio a Rovereto, manifestazione in cui verrà assorbita anche l’eventuale partecipazione dei trentini. Sempre ieri il direttore del Sait, Luca Picciarelli, ha inteso chiarire che l’adesione non è stata così alta come hanno detto i sindacati in questi giorni: «La punta è stata di 182 in sciopero su 480», vale a dire il 37%, non l’80%.
L’oggetto del contendere è la disdetta unilaterale del contratto integrativo per tutti i dipendenti, decisa dal Sait a fine settembre. La volontà aziendale è di rendere variabile una parte di retribuzione che vale circa 3000 euro lordi all’anno, che invece da tempo era «fissa» e lo rimarrà fino alla fine di quest’anno.
Il negoziato ha visto mettere sul tavolo tre proposte. La piattaforma dei sindacati prevedeva in sostanza di tornare al contratto precedente e di iniziare a discutere per riformulare l’impianto, ma non a partire subito dal 2019, ma dal 2020. «Con un anno per discutere ci sarebbe la possibilità di instaurare un confronto sui criteri — ragiona Vassilios Bassios della Uiltucs —. Va bene la produttività, ma bisogna preparare questo passaggio. Ad esempio la produttività che è stata impostata nelle lavorazioni di magazzini è troppo alta, nessuno riesce a raggiungere i risultati».
L’azienda invece ha proposto due altre vie, che i sindacati però hanno respinto. «Volete un anno in più prima dell’applicazione dei nuovi criteri? D’accordo — dice Picciarelli —. Però firmate fin da subito l’ok alla nostra piattaforma, che così non entrerebbe in vigore a gennaio 2019, ma a gennaio 2020». I sindacati però non ci stanno: significherebbe solamente spostare avanti il problema, senza possibilità di affrontarlo per migliorare le cose. «In alternativa — continua il direttore —, ci sarebbe la possibilità di entrare gradualmente nel nuovo regime, partendo con un 50% di trattamento garantito e 50% variabile, per il primo anno. Sempre con la firma alla piattaforma aziendale». Un cambiamento graduale, secondo Picciarelli, di cui i sindacati non hanno nemmeno parlato con i lavoratori. «So che la Cisl e la Cgil non l’hanno detto al personale, mentre la Uil l’ha detto. Personalmente inoltre ho incontrato un gruppo di colleghi di un punto vendita e mi sono intrattenuto a discutere con loro. Ne è emerso che nessuno di loro aveva letto la proposta aziendale, che non è stata fornita dai sindacati. Ma allora perché scioperate? “Perché ce l’hanno detto”, mi hanno risposto. Faccio notare — aggiunge — che questi giorni di sciopero hanno creato un danno d’immagine al Sait, ma economicamente ci hanno rimesso più i lavoratori che noi». A onor del vero i dettagli della proposta sono stati forniti solo mercoledì, ma due giorni dopo evidentemente non erano ancora diventati di dominio pubblico.
Oggi dunque si prosegue con una nuova protesta, che si prevede però meno massiccia rispetto ai giorni scorsi. «Per l’azienda la parte fissa non deve esistere più — afferma Lamberto Avanzo, segretario della Fisascat Cisl —, per cui la protesta prosegue, in vista dell’incontro del 7 novembre. Il giorno successivo poi ci sarà un’assemblea con i lavoratori. Inoltre vogliamo chiedere formalmente un incontro con il cda del Sait, che finora ci è stato negato. E pure con Marina Mattarei, presidente di Federcoop, vogliamo confrontarci. Infine faccio notare che della faccenda si stanno interessando molti politici». Ieri infatti erano presenti ai diversi presidi Sara Ferrari, Walter Kaswalder, Filippo Degasperi, Alessandro Olivi, Alessio Manica e Mara Dalzocchio.
Ma quali sono i numeri ufficiali della protesta? Picciarelli fa sapere che ieri c’erano solo tre negozi chiusi, due a Rovereto e uno a Trento, contro i 7 dei giorni scorsi. «Inoltre il picco di adesione allo sciopero è stato di 182 persone il primo giorno, 150 il secondo, 130 il terzo, su un totale di 480». Oggi gli uffici sono chiusi, punti vendita e magazzino invece lavorano.

Scarica il pdf: Sait ART 271018