08 novembre 2018 – Trentino, Corriere del Trentino

Sait, le posizioni rimangono distanti

I sindacati: «Torniamo a cento anni fa»

Posizioni ancora distanti fra Sait e sindacati sulla vertenza relativa alla disdetta dell’integrativo per i 480 lavoratori del consorzio, vale a dire quelli rimasti dopo il licenziamento di 80 persone in aprile. Stasera è in programma un’assemblea con il personale, per decidere come muoversi, dopo 4 giorni di sciopero. I sindacati intendono allargare il fronte, mettendo insieme anche le vertenze su Coop Alto Garda e Superstore: «A gennaio rischiamo che i dipendenti di tutte queste realtà possano contare solo sul contratto nazionale, con integrativi inarrivabili» nota Lamberto Avanzo, Fisascat Cisl.
Dopo l’incontro in mattinata, Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs hanno prodotto un documento congiunto: «Le organizzazioni sindacali pretendono il ritiro della disdetta per poter cominciare a trattare su un nuovo contratto senza un ricatto pendente». Quindi si chiede al Sait il ripristino dell’integrativo disdetto a fine settembre e un tavolo in cui discutere senza fretta un suo aggiornamento.
«Siamo disponibili a confrontarci con l’azienda, sgombrato il campo dalla revoca unilaterale — ribadiscono i tre segretari Roland Caramelle (Cgil), Lamberto Avanzo (Cisl) e Walter Largher (Uil) —. Per quanto ci riguarda siamo pronti a discutere di rivedere alcuni dei parametri variabili dell’attuale integrativo, ma è per noi irricevibile la richiesta di legare il contratto integrativo solo ai risultati. La parte fissa deve restare».
I sindacati non hanno accolto nemmeno la proposta di un passaggio graduale alla completa variabilità avanzata dall’azienda. «La sostanza non cambia — dicono — si tratta solo di spostare il problema, e anche di poco tempo». Senza dimenticare che «avallare un passaggio di questo tipo creerebbe un pericoloso precedente anche per tutti i contratti integrativi applicati dalle aziende concorrenti». «Restiamo convinti che la proposta di Sait abbia ben poco di innovativo: si limita a scaricare totalmente sui lavoratori il rischio aziendale. Questo è tornare a 100 anni fa, non certo innovare».
Ma cosa dice la controparte? «I sindacati insistono sul ripristino dell’integrativo precedente: non hanno il mandato per fare altrimenti» fa sapere il direttore Sait Luca Picciarelli. Stasera in assemblea, dunque, potrebbero aprirsi scenari diversi di discussione, oppure la chiusura potrebbe diventare ancora più ermetica, con ulteriori (e pesanti economicamente) scioperi.
«Noi l’abbiamo fatto un passo avanti — aggiunge il direttore — parlando di gradualità.
Ad esempio per un anno potremmo lasciare un parte fissa e poi lavorarci. Insomma, noi vogliamo trattare».
I sindacati — più uniti rispetto ai mesi scorsi — per ora però tengono il punto. Il prossimo incontro è fissato il 14 novembre. Ma il tempo non è infinito. La disdetta entra in vigore alla prima busta paga di gennaio 2019 e la strategia del Sait esplicitamente è stata impostata con il fine di stringere i tempi il più possibile.
Stamane alle 10 alla Cgil di Rovereto si terrà una riunione con i lavoratori di Coop Alto Garda e Superstore. Picciarelli cade dalle nuvole, ma il collegamento lo spiega Avanzo: «In Coop Alto Garda abbiamo avuto la disdetta dell’integrativo, che stiamo ridiscutendo adesso con il commissario. Nei Superstore invece i dipendenti percepiscono in pratica solo lo stipendio relativo la contratto nazionale, poiché l’integrativo variabile impone risultati inarrivabili. Tutto il sistema a gennaio potrebbe essere sulla stessa barca».

Scarica il pdf: Sait ART 081118