21 marzo 2017 – Trentino, Corriere del Trentino

Sait, sindacati spaccati sulla Cassa

Oggi assemblea di Uil e Cisl prima dell’incontro

Sindacato diviso nella trattativa per la Cassa integrazione al Sait. Proprio alla vigilia dell’incontro con l’azienda davanti alla Direzione territoriale del lavoro, in Provincia, per firmare l’accordo sulla Cassa. La Cgil, guidata da Roland Caramelle, si è defilata e ha mostrato perplessità. Ha organizzato venerdì scorso un’assemblea con i lavoratori durante la quale Caramelle ha spiegato di avere dubbi sul piano presentato dall’azienda. Uil, con Walter Largher, e Cisl, con Lamberto Avanzo invece terranno una loro assemblea questa mattina per chiedere ai lavoratori se firmare l’accordo oppure no. Cisl e Uil sono sostanzialmente a favore dell’accordo, anche tenendo presente che i lavoratori avevano già votato a favore della Cassa integrazione e contro la mobilità fin da adesso. Comunque Cisl e Uil hanno deciso di consultare ancora una volta i lavoratori. L’incontro con l’azienda alla Direzione territoriale del lavoro si terrà questo pomeriggio. Uil e Cisl sono dell’opinione di firmare l’accordo e di cercare di trattare le migliori condizioni per i dipendenti nel corso dell’anno di Cassa integrazione. Secondo l’azienda andranno in Cassa prima le persone che sono destinate ad andare in prepensionamento durante questi 12 mesi, circa 20 o 25 persone, e poi, a scaglioni tutti gli altri.

Per la Cgil, il piano presenterebbe delle criticità e per questo non ha ancora deciso se firmarlo oppure no. In primo luogo non piace il fatto che l’azienda abbia imposta la Cassa integrazione a zero ore per 130 lavoratori, 65 impiegati e 65 addetti al magazzino. I sindacati avrebbero preferito la Cassa a rotazione, ovvero una diminuzione di lavoro per tutti i dipendenti, ma senza lasciare a casa nessuno. Invece i vertici del Sait hanno sempre detto di preferire la Cassa a zero ore per ragioni organizzative. Da notare che con questa modalità, vengono individuati 130 dipendenti che per tutta la durata della Cassa integrazione straordinaria, ovvero un anno, resteranno a casa senza lavorare e prendendo uno stipendio alleggerito di circa il 20%. Il sindacato non voleva questa soluzione per evitare che i 130 prescelti venissero subito bollati come quelli che l’azienda vuol poi licenziare. In linea teorica la Cassa integrazione e la successiva mobilità sono del tutto distinte. Quindi le 130 persone che andranno in cassa potrebbero non coincidere con quelle che poi andranno in mobilità. Questo perché la legge prevede parametri ben precisi in caso di licenziamento collettivo. In particolare per scegliere chi andrà in mobilità si deve tener conto del carico familiare e dell’anzianità.

Scarica il pdf: Sait ART 210317