l’Adige – 03 agosto 2022

Sanità. «Contratti illegittimi per coprire i turni». Varagone (Uil): «Abbiamo denunciato la stessa situazione anche per decine di ginecologi, ortopedici e psichiatri»

Ora che il collegio dei giudici della Corte d’appello di Trento ha dato ragione al pediatra dell’ospedale di Rovereto che contestava all’Azienda sanitaria la clausola secondo la quale doveva coprire dei turni fuori sede, all’ospedale di Cles, c’è da aspettarsi che altri suoi colleghi prendano coraggio ed impugnino il contratto di lavoro che hanno firmato. Così come c’è da aspettarsi che i sindacati pretendano dall’Apss di cancellare quella postilla per tutti. Per ora i rappresentanti delle sigle sindacali cavalcano l’onda. «Questa sentenza grida vendetta, speriamo abbia un seguito. Perché dobbiamo finirla di farci scappare i professionisti della sanità. É ora di sedersi attorno ad un tavolo e capire qual è il problema per rimediare». Giuseppe Varagone, sindacalista della Uil, commenta così la decisione della Corte d’appello. «Violare il contratto per risolvere i problemi della carenza dei medici in Trentino non è la soluzione. É una violazione dei diritti dei lavoratori che l’Azienda sanitaria ha commesso non solo in questo caso, ma anche quando abbiano denunciato la situazione dei ginecologi del Santa Chiara mandati negli ospedali periferici o degli ortopedici che dovevano coprire i turni dei colleghi all’ospedale di Borgo». Come conferma il sindacalista della Uil, il caso della causa vinta dal pediatra, raccontato ieri da l’Adige, sarebbe una sorta di caso scuola. Perché quella clausola l’hanno firmata anche altri medici e secondo i giudici che hanno ribaltato la sentenza di primo grado sarebbe stata una «violenza morale» da parte di Apss.
«Un analogo problema c’è stato con la psichiatria di Arco racconta Varagone -, dove di fronte alla carenza di medici l’Azienda sanitaria non ha voluto accettare le soluzioni proposte ed ha deciso che fossero gli psichiatri del servizio di Rovereto, peraltro già in difficoltà dal punto di vista dell’organico, a coprire anche Arco».
«La clausola inserita nel contratto del dottore che abbiamo assistito è un espediente ideato dall’Apss e previsto per decine di assunzioni – commenta la presidente regionale della Federazione Cimo-Fesmed Sonia Brugnara, che ha sostenuto il pediatra nella causa -. Pur di coprire i turni negli ospedali, si è arrivati a veri e propri aut aut illegittimi, con contratti e ordini di servizio che contrastano con quanto previsto dalla normativa e dal contratto di lavoro collettivo. Invitiamo l’Apss a frenare questa deriva e a trovare soluzioni organiche alla carenza di personale, salvaguardando sempre la sicurezza delle cure e la qualità delle condizioni di lavoro dei colleghi. Le organizzazioni sindacali assicurano come sempre un contributo costruttivo e richiedono con forza la riapertura delle trattative per il rinnovo del contratto collettivo 2016-2018, che dovrà prevedere anche soluzioni condivise per far fronte alla carenza di personale».
Anche per l’Ordine dei medici, per voce del suo presidente Marco Ioppi, la sentenza della Corte d’appello ha un significato importante che va oltre il singolo caso. «È una sentenza singolare, fa chiarezza degli accordi che devono esserci al momento dell’assunzione da parte delle aziende sanitarie nei confronti dei medici. I giudici hanno sottolineato come il dipendente possa essere in una condizione di sudditanza psicologica per la paura che non gli venga riconosciuta l’assunzione. In questo caso infatti il concorso era stato indetto per le sedi di Trento e Rovereto, il dipendente aveva optato per queste sedi e gli è stato chiesto di rendersi disponibile per turni non concordati».
Pur essendo una questione soprattutto sindacale, anche l’Ordine si sente coinvolto, come aggiunge Ioppi: «La sentenza va a rimarcare quello che è importante che facessero le aziende: non devono cercare di confondere quello che sono gli obiettivi primari ossia assicurarsi con un rapporto sincero, la collaborazione dei dirigenti medici. Sarebbe più corretto ed onesto che ci fosse una richiesta al dirigente di mettersi a disposizione su base volontaria per risolvere qualche situazione su base emergenziale, ma non usare queste situazione come scusa per inserire una clausola tra i paragrafi del contratto al momento dell’assunzione. Sicuramente l’Azienda sanitaria troverebbero un atteggiamento migliore se ci fosse un accordo sincero, senza ricorrere a trabocchetti».
Il presidente dell’Ordine fa un appello: «Abbiamo sempre sostenuto che serve una politica del personale rinnovata; le aziende devono svestirsi di questo atteggiamento da aziende commerciali e diventare aziende di servizi alla persona, in cui il dipendente, il medico, l’operatore professionale deve diventare a pieno titolo parte integrante dell’azienda, un azionista. Dove c’è un professionista che viene coinvolto e non trattato in maniera subdola possiamo ottenere tutto, lo hanno dimostrato in questi anni. Hanno fatto turni massacranti senza lamentarsi».

 

Scarica il pdf: ADIGE sanita ART 030822